In un mare di sabbia – “Dune”, la recensione senza spoiler

Finalmente dopo un anno e mezzo di lockdown per la pandemia, i cinema riaprono ed io ho la possibilità di farmi finalmente la mia dose di cinema, dopo così tanta astinenza.

Il film scelto è ovviamente Dune, tenuto sotto tiro da quando lo annunciarono quasi 2 anni fa e la cui uscita è stata rimandata di quasi un anno grazie ad un virus che non è stato capace di farsi i cazzi suoi ed ha voluto essere protagonista delle nostre vite e della nostra attenzione per tutto questo periodo.

Dopo un’astinenza dal cinema così lunga, forse avrei dovuto ricominciare in modo più graduale, scegliendo un filmettino più leggero, tipo Solaris di Tarkovsky.

Perché scrivo questo? Il regista di Dune, Denis Villeneuve, lo conosco per due suoi film precedenti: “Arrival” e “Blade Runner 2049”; in entrambi questi film trovo che il regista abbia fatto un lavoro di scenografia superlativo, visivamente li trovo spettacolari; anche la trama è molto interessante e riflessiva e tuttavia, alla fine dei film, tutto quello che riuscivo a pensare è: “E che due palle!”

Io, dopo aver visto un film di Villeneuve

Prima della visione mi immaginavo quindi il regista con in mano la storia del primo romanzo di Dune, un romanzo molto riflessivo e, a mio avviso, molto difficile da trasferire sulla pellicola cinematografica… a meno che non si voglia ovviamente fare un boiata pazzesca o prendersi delle totali libertà da quello che era il romanzo e discostarsi da esso a piacere. “Ehi, George Lucas, sto parlando di te e del tuo Star Wars”.

Dune, secondo George Lucas. Come direbbe Obi Wan: “Più simile questo al romanzo di Herbert, che non il film di Lynch… da un certo punto di vista”

Tornando al discorso di Dune in mano a Villeneuve, mi aspettavo quindi un film di una noia mortale, dove per poter rimanere sveglio devi farti accompagnare al cinema dal tuo amico Torquemada che sperimenta su di te tutte le peggiori torture che gli possano venire in mente.

Io che mi preparo a non addormentarmi alla visione di un film di Villeneuve

Con questa aspettativa, il giorno della visione mi feci un bel pisolino pomeridiano per eliminare ogni possibile traccia di sonno dalla mia mente, mi sparai due flebo in vena di caffeina e finalmente mi recai al cinema, nei posti VIP (piccola digressione: i posti VIP avevano le sedute sfondate e la pelle dei sedili era tagliata in più punti: ma quella famosissima Maria che grugnisce, muggisce, la smolla al primo che passa, pure al secondo, al terzo e alla squadra di rugby in trasferta in Palestina e va a raccontare al marito che è passato lo Spirito Santo e il figlio che porta in grembo è quindi benedetto!).

Ne sono volate molte, quando ho visto lo stato del mio posto al cinema

E dopo qesta lunga apertura, finalmente arrivo a parlare del film: non so se sia stato per la caffeina, per il pisolino o la seduta della poltrona scomoda, ma il film non l’ho trovato affatto noioso; non fraintendetemi, il film è lungo, ha diverse scene dilungate a dismisura a mio avviso inutilmente (detto da persona che ha letto il romanzo) a scapito a volte di alcuni approfondimenti che si sarebbero potuti fare sui personaggi  o su alcuni aspetti dell’ambientazione: nel complesso è comunque molto godibile, soprattutto per la scenografia che, come suo solito, Villeneuve cura tantissimo ed è veramente spettacolare.

I variegati paesaggi del pianeta Arrakis, comunemente noto come Dune: sabbia, ancora sabbia, nient’altro che sabbia. C’è da ammettere che però il regista Villeneuve è riuscito a renderli meravigliosi (immagine generica di un deserto, non tratta dal film)

Facendo poi un paragone con l’omonimo film di Lynch, Villeneuve sceglie un metodo narrativo che usa pochissimo i dialoghi fuori campo per rappresentare i pensieri del protagonista e questo è un altro aspetto che ho gradito molto di questa rappresentazione cinematografica.

La critica principale che muovo al film però è che, secondo me, è molto più godibile a coloro che hanno letto il romanzo, lasciando infatti alcuni aspetti dell’ambientazione o dei personaggi coerenti con il romanzo di Herbert, ma non spiegati; tra questi elenco:

I mentat: per chi non ha letto il romanzo, nell’ambientazione di Dune le intelligenze artificiali sono bandite a causa del Jihad Butleriano, cioè della rivolta di queste contro gli esseri umani, che è sfociata in una guerra che ha visto gli esseri umani vincitori (per chi stesse pensando a Terminator: Dune è stato scritto da Frank Herbert nel 1965). Dopo questa rivolta, per sopperire alla mancanza di computer, la specie umana ha sviluppato la disciplina mentat che genera, attraverso opportuni addestramenti, uomini che con la propria mente hanno capacità di calcolo, memorizzazione ed elaborazione dei dati analoga a quella dei migliori calcolatori elettronici. Nel film sono ovviamente presenti, li si vede ragionare ed elaborare i dati, ma viene a malapena nominata la parola “mentat” e non viene spiegata la loro ragione di esistenza, così come l’assenza dei computer, quindi una persona che non ha letto il libro, potrebbe trovare incoerente il futuro fantascientifico presentato nel film. Per chi ha letto il libro, potrebbe invece disturbare il fatto che i mentat del film non siano rappresentati con le loro caratteristiche labbra rosse, colorazione che hanno a causa del consumo di succo di Sapho, una bevanda che amplifica le loro capacità di ragionamento;

Piter De Vries, il mentat degli Harkonnen: a sinistra, nella visione di Villeneuve, a destra in quella di Lynch. Il regista Lynch ha replicato nella visione del suo film le tipiche labbra scarlatte dei mentat, rese così dal consumo di succo di Sapho. Stranamente, Villeneuve ha deciso di ignorare quel particolare visivo; non mi disturba, mi sorprende semplicemente che un regista così attento all’aspetto visivo abbia deciso di prendersi una libera licenza su una caratteristica chiaramente descritta e motivata nel romanzo da cui si è ispirato

I combattimenti: nei combattimenti del film, come in quelli del romanzo, si fa un ampio uso di lame, soprattutto coltelli; si vede che vengono utilizzati degli scudi di energia personali e saltuariamente, delle armi spara dardi e in un paio di occasioni, delle armi laser. Nel film però non si spiega il perché si combatte moltissimo all’arma bianca, trascurando altri tipi di armi potenzialmente più efficaci e quindi ad una persona che non ha letto il romanzo potrebbe apparire una scelta scenica, piuttosto che coerente con l’ambientazione.

Duncan Idaho mentre fa macello di avversari, tutti armati di coltelli

La spiego di seguito: nell’universo di Dune, gli scudi di energia sono una protezione molto comune per le persone; questi hanno la caratteristica di deviare qualunque oggetto solido arrivi contro l’utilizzatore oltre una certa velocità: deviano pertanto pugni, proiettili, martellate e coltellate, ma non, ad esempio, le carezze. Per riuscire quindi a colpire e ferire una persona che indossa uno scudo del genere, si usa solitamente il coltello o comunque armi da taglio, così da utilizzarle in difesa per parare i colpi muovendole rapidamente e attaccando con sufficiente lentezza da non avere il proprio colpo deviato dallo scudo. In alternativa ai coltelli, vi sono pistole che sparano dardi sufficientemente lenti da non essere influenzati dallo scudo: il problema è che ovviamente, essendo il dardo lento, sarebbe facile da schivare e di conseguenza sono utilizzate per colpire a distanza bersagli inconsapevoli di essere sotto tiro; quindi sono armi preferite da assassini piuttosto che per combattimenti diretti.

Come sono rappresentati gli scudi personali ad energia, conosciuti anche come scudi di Holtzman, nel film di Villeneuve: un campo di forza che circonda l’intera figura, proteggendola da tutti gli oggetti che arrivano contro il bersaglio oltre una determinata velocità

Rimangono infine i laser, il cui uso è molto limitato in quanto quando un raggio laser colpisce uno scudo, provocherebbe un’esplosione analoga a quella di una bomba atomica e pertanto non morirebbe solo il bersaglio, ma anche il tiratore e tutte le persone attorno. Nel romanzo viene proprio sfruttata questa particolarità degli scudi per creare una trappola esplosiva (banalmente vengono nascosti degli scudi attivi in una zona che si era previsto sarebbe stata presa di mira da dei laser) cosa che non avviene invece nel film; secondo me, introdurre una scena del genere, oltre ad essere spettacolare, avrebbe aggiunto una spiegazione del perché usano armi laser per tagliare porte blindate come fossero burro e non le indirizzano per sortire il medesimo effetto contro i propri avversari;

Gurney Halleck: questo personaggio è interpretato dal bravissimo Josh Brolin: ha un paio di caratteristiche presenti tanto nel film quanto nel romanzo, che sono una cicatrice sul volto e il suo odio smodato per gli Harkonnen. Nel film la cicatrice viene messa subito in evidenza da un’inquadratura alla presentazione del personaggio, tuttavia si perde completamente il vizio che ha Gurney di continuare a toccarsela e percorrere con le dita i solchi della stessa, così come non viene menzionato come se la sia fatta; non sono elementi essenziali per lo svolgimento della trama, ma danno un po’ più di spessore al personaggio: avendo letto il libro, l’inquadratura su quella cicatrice ha aperto il mondo su quel personaggio e l’ho gradito e apprezzato tantissimo, ma mettendomi nei panni di chi non lo ha fatto, potrebbe apparire come uno dei tanti personaggi secondari in cui la cicatrice serve a farlo apparire “un duro”. Avendo scritto in precedenza che, a mio modestissimo parere, vi sono alcune scene inutilmente dilungate, si sarebbe potuto sacrificare un pochino del tempo portato via da essere per dare più spazio e tridimensionalità a personaggi come questo.

Gurney Halleck in tutto il suo splendore, rappresentato dal carismatico Josh Brolin

Vi sono ovviamente molti altri elementi minori, ma questi sono i principali che sono coerenti con il romanzo, ma non sufficientemente spiegati per coloro che sono digiuni di Dune.

In conclusione, il film è molto godibile, visivamente eccezionale, secondo me troppo portato verso coloro che hanno letto il romanzo: il fatto che rappresenti solo la prima metà del libro e che quindi dovremo aspettare almeno un secondo film per sperare di vedere la conclusione della storia, non aiuta di certo la visione verso coloro che non conoscono l’universo e le vicende dei romanzi di Dune: questo non significa che non possano apprezzarlo, ma di certo aprirà loro un sacco di domande e interrogativi che sono lasciati in sospeso.

Star Wars: annunciate nuove serie TV e film

La “big boss” di Lucasfilm, Kathleen Kennedy, durante l’Investor Day di Walt Disney, ha presentato le nuove serie TV e film che andranno ad aggiungersi al universo di Star Wars. Probabilmente tutto questo è stato scatenato dal successo riscosso da The Mandalorian. Vediamo di cosa si tratta:

Star Wars Rogue Squadron

Atteso al cinema per Natale 2023, il film sarà diretto da Patty Jenkins (Wonder Woman), segue una nuova generazione di piloti di caccia stellari ed è ambientato durante la Guerra Civile Galattica (trilogia originale).

Obi-Wan Kenobi

Lucasfilm aveva già annunciato il ritorno di Ewan McGregor nel ruolo di Obi-Wan Kenobi. Ora la serie ha un nome ufficiale, Obi-Wan Kenobi, e sarà ambientata 10 anni dopo quanto accade in Episodio III: La Vendetta dei Sith. La serie vedrà anche il ritorno di Hayden Christensen come 
Darth Vader.

Ahsoka

L’abbiamo vista in The Mandalorian, ed ora Ahsoka Tano sarà protagonista di una serie TV tutta per lei! La serie vedrà Rosario Dawson (già presente nel grande sequel “Zombieland double tap”) nel ruolo di Ahsoka.

Lando

Lando Calrissian (interpretato da Donald Glover, come già in passato in Solo) torna in una serie live action.

Rangers of the New Republic

Altro spin-off di The Mandalorian sarà Rangers of the New Republic, che seguirà le vicende di alcuni soldati della Nuova Repubblica. 

The Acolyte

Un’altra serie presentata è The Acolyte, descritta come un mystery-thriller dove vedremo come il Lato Oscuro riemerge nella trilogia prequel.

Star Wars: The Bad Batch

Sarà la prima serie ad essere distribuita su Disney+, nel secondo trimestre 2021. Si tratta di un sequel della serie animata Clone Wars e segue la storia di un gruppo di cloni sperimentali, chiamato appunto Bad Batch.

Altre serie

Annunciate anche Star Wars: Visions (cortometraggi animati) e A Droid Story.

Odyssey: un tocco di design..

Ve lo ricordate Starship Troopers, vero ? (film uscito nel 1997, tratto dal romanzo omonimo di R.A.Heinlein)..

Il gioco di parole dell’immagine soprastante :”all are generated as part of the background sim”, fa riferimento alla somiglianza delle uniformi generate in background dal simulatore di Odyssey, con quella dell’istruttore Zim del film Starship Troopers, ovvero :”all are generated as part of the background Zim

Would you like to know more?

In arrivo Star Trek 4

Noah Hawley sarà lo sceneggiatore e regista del nuovo film di Star Trek.

Il creatore di “Fargo” e “Legion”, Noah Hawley è stato contattato per scrivere e dirigere il prossimo capitolo del franchise “Star Trek”, secondo quanto pubblicato dal sito Variety.
I dettagli della trama sono ovviamente ancora sconosciuti, ma ci aspettiamo di rivedere, al comando della Enterprise Chris Pine, Zachary Quinto, Karl Urban, Zoe Saldana e Simone Pegg.

Il film sarà una co-produzione Bad Robot (J.J. Abrams) e 26 Keys production (dello stesso Noah Hawley). Sarà il quarto film nella serie del reboot cinematografico ed è un film completamente separato da quello che la Paramount sta sviluppando con Quentin Tarantino.

A Gennaio 2019 era stato comunicato che il film era stato “archiviato” a causa del non entusiasmante riscontro di Star Trek Beyond, oltre che ai dubbi sul ritorno di Chris Pine nei panni di James T. Kirk. A quanto sembra la Paramount ha deciso di fare il miracolo e di salvare questo quarto episodio.

Anche se è un’ottima notizia, questo vuol dire che non vedremo alla regia del franchising la regista SJ Clarkson, che era già stata contattata in precedenza. Noi SpaceJokers ne avevamo già parlato.

La regista SJ Clarkson

Il cast di Star Trek: ritorna Chris Pine!

La trama iniziale per questo film, prevedeva un viaggio nel tempo che portava Chris Pine ad incontrare il suo (deceduto) padre, Chris Hemswort, ma prima ancora della archiviazione del progetto, entrambi gli attori avevano dato forfait, poichè lo studio pretendeva che il loro compenso venisse abbassato. Hemsworth aveva in seguito commentato che: “Non mi sembra che vi sia un motivo valido per andare avanti con questa serie. Non voglio restare deluso da quello che porto in studio.” Purtroppo sembra che i produttori non siano riusciti a convincere Hemsworth a riprendere il suo ruolo, ma Hawley ha confermato che Chris Pine tornerà, assieme a Zachary Quinto (Spock), Zoe Saldana (Uhura), Karl Urban (Bones) e Simon Pegg (Scotty).

Star Trek 4: quando uscirà?

Al momento non c’è una data di uscita ufficiale.. ma il 2021 sembra essere una indicazione ragionevole. Anche se così fosse, la Paramount ha già Indiana Jones 5 e Mission: Impossible 7 in pista per l’estate 2021, quindi per evitare di avere troppa carne al fuoco (e scongiurare una concorrenza con se stessa) Star Trek 4 potrebbe slittare al 2022.

E il trailer? : Quando arriverà?

Sarebbe bello fare un viaggio nel tempo, come nei film di Star Trek e poter mostrare in anterprima un trailer… ma per il momento non abbiamo nulla da mostrarvi…
Vi terremo aggiornati!

L’ascesa di Skywalker

E’ online su YouTube il trailer finale, definitivo, “perfetto” (l’aggettivo più utilizzato dagli influencer degli anni 2010) dell’ultimo capitolo della terza trilogia di Star Wars.

“Essere venuti insieme sarà la vostra rovina”.. già questa frase la butta sul Porno-flop.. ci sono i cavalli.. l’oceano in tempesta, lui e lei che si incontrano bagnati fradici su un pontile.. ci manca solo che arrivi Rocco Siffredi con lo “spadone” laser.. no no.. vi prego..

“La saga si conclude, ma la storia vivrà per sempre”..

La saga si era già conclusa anni fa.. con “il Ritorno dello Jedi”.. dateci altri film come “Rogue One” o “Solo”, grazie.. concludete ‘sta sega.. ehm saga.. fatela finita, seppellite ‘sto cadavere, please..

Marvel Cinematic Universe [Recensione]

[attenzione! alto contenuto di spoiler]

Il Marvel Cinematic Universe è una cagata pazzesca!

I 92 minuti di applausi mi sa che me li dovrò fare da solo, sempre che mi rimangano almeno 92 minuti di vita, dopo un’affermazione così forte.
Ma partiamo dal principio, del perchè ho un’opinione così impopolare verso una serie di film che sta facendo record di incassi in tutto il mondo.
I film che narrano le vicende dei supereroi Marvel, li possiamo dividere in 2 categorie: quelli che presentano il supereroe e quelli che portano avanti una storia che coinvolge tutti quanti gli eroi; vi sono ovviamente delle eccezioni ma sono rare (es: “Iron Man 3”, “Captain America: Winter Soldier”), solitamente allo scopo di dare una maggior introspezione ai personaggi e, ovviamente, sbancare il botteghino.

I film che presentano il supereroe, seguono generalmente un filone di trama molto simile:

  • Introduzione al personaggio ed ai suoi “poteri”;
  • Mentre il protagonista impara a conoscere/sviluppa i propri poteri, incontra un “ostacolo”, scopre qualcosa di collaterale e pericoloso su di essi;
  • Il nemico ha poteri analoghi a quelli del protagonista;
  • Durante lo scontro finale, l’”ostacolo” incontrato precedentemente nel film aiuta il protagonista ad avere la meglio sulla propria nemesi.

Un’altra caratteristica che hanno questi film, è che il potere del supereroe sembra essere l’unico potere utile nell’universo, o comunque l’unico che meriti attenzione (in breve, gli altri personaggi degli altri film non vengono quasi mai presi in considerazione se non per dei cameo o dei teaser per il prossimo film).
In breve, questi film sono molto ben fatti, con una buona dose di azione, battute gradevoli, un ritmo che cattura l’attenzione dello spettatore e visivamente molto ben curati; il problema è che tra di loro tendono ad essere ripetitivi e a riproporre le medesime situazioni per cui, dopo averne visti diversi, ammetto che hanno iniziato a suscitarmi noia.

I film che portano avanti una storia e che coinvolgono più di uno o tutti i personaggi presentati nei film che ho catalogato precedentemente (più altri personaggi “secondari” che non hanno avuto, ancora, un film tutto per loro) invece… sono l’apoteosi della stupidità.
Ma facciamo un passo indietro (così mi allontano dalla sorgente di pugni che stanno per arrivarmi e magari ne schivo qualcuno): io amo il fantastico; che sia fantasy, con magie, miti e creature leggendarie, fantascienza in tutte le sue forme, dal “What if…” al cyberpunk alla space opera… eroi, supereroi, soprannaturale… io amo tutto questo; e amo anche i mischioni, il prodotto di orge improbabili tra tutti questi generi.

Il posto migliore dove mischiare i generi

Una cosa importantissima da tenere in considerazione quando si genera un universo fantastico però è che, direttamente o indirettamente, se ne crea anche una logica, una fisica propria di tale realtà fantastica; è importante perché il mondo di fantasia generato funzioni e non diventi una stupidata, mantenersi coerenti alle “leggi” che governano tale universo.

La Grande A’Tuin, la tartaruga che porta sul proprio dorso il Mondo Disco; universo di fantasia perfettamente coerente ideato dallo scrittore Terry Pratchett

E’ su quest’ultimo punto appena esposto, che tutto l’universo Marvel cinematografico crolla e mi delude.
Anzitutto, i poteri degli Avengers sono come i flussi protonici dei Ghostbusters: non vanno mai incrociati.

Come direbbe il buon Egon Spengler: “Mai incrociare i poteri… pardon, i flussi”

In “Captain America: The First Avenger” vediamo il padre di Tony Stark realizzare lo scudo in vibranio di Captain America; in “Avengers: Age of Ultron” invece Tony Stark dimostra di sapere dove potersi procurare il vibranio. Unendo queste due informazioni, sappiamo quindi che Tony Stark conosce sia la tecnologia per lavorare il vibranio, sia parte delle sue caratteristiche, sia dove e come procurarselo: perché nelle innumerevoli armature che si è realizzato, non ve ne è nemmeno mezza che utilizzi gadget in vibranio?
Stessa cosa dicasi di Black Panther, re del paese col popolo Superlativamente Imbecille (altresì noto come Wakanda): costoro hanno tonnellate di vibranio, sanno come lavorarlo, realizzano astronavi e hanno una tecnologia di secoli avanti rispetto a quella odierna, ma l’armatura di Black Panther sia mai che abbia qualche gadget tecnologico utile incorporato (tipo i propulsori o i repulsori di Iron Man); inoltre il popolo Superlativamente Imbecille, quando entra in battaglia e combatte (cosa che lo si vede tanto nel film “Black Panther” quanto nei film “Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame”), lo fa utilizzando LANCE E SCUDI! Ecco perché li considero imbecillissimi.

L’esercito del Wakanda, pronto ad entrare in battaglia contro mostri alieni, armi al plasma e astronavi

Arriviamo poi all’unione di due dei più grandi cervelloni dell’universo Marvel: Tony Stark e Bruce Banner; costoro sono molto intelligenti, quindi giustamente concepiscono una delle armature più potenti di Iron Man, il cui scopo è… prendere a sberle il proprio compagno degli Avengers, Hulk. Non la utilizzano al posto di Hulk, dato che tale personaggio è poco controllabile e genera molti danni collaterali: noooo, la usano per prendere a sberle Hulk; e Tony Stark la usa SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per quello scopo!

L’Hulkbuster che si scambia una simpatica scazzottata con il proprio compagno Hulk, mentre la nemesi del momento si fa bellamente i fatti propri

Bruce Banner, in “Avengers: Infinity War” ha un incredibile lampo di genio e la utilizza al posto di Hulk. In effetti, se queste sono tra le menti più geniali dell’universo Marvel, non mi stupisce perchè in Wakanda, pur avendo delle astronavi, preferiscano andare a combattere con lance e scudi.
Ci sono poi le incongruenze di poteri, in uno dei pochissimi casi di incrocio dei flussi (o dei poteri): in “Thor: Ragnarok” la nostra bionda divinità perde il martello, distrutto dalla sorella Hela; affranto, ha una visione di suo padre a cui confida che senza il martello è privo dei suoi poteri: Odino gli risponde domandandogli se Thor sia il dio dei martelli e gli spiega che in realtà il potere dei fulmini è insito in Thor e che il martello è solo un mezzo che gli permette di focalizzare e controllare tali poteri. Perchè allora Captain America inizia a tirare fulmini quando impugna il Mjolnir in “Avengers: Endgame”?

Captain America fa il cosplay di Thor

In entrambi gli ultimi film degli Avengers (Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame”) Bucky Barnes, alias The Winter Soldier, dà una mano ai protagonisti entrando anch’egli in battaglia a uccidere i mostri nemici; lo fa utilizzando un comunissimo fucile d’assalto militare. Ma se le normali armi in dotazione all’esercito sono efficaci contro questi mostri, perchè qualche divisione dell’esercito, della marina e dell’aeronautica non sono mai intervenuti (soprattutto nella battaglia finale di “Avengers: Endgame”) a dare man forte ai vendicatori della Terra? Dopotutto, un’astronave che compare dal nulla ed inizia a sparare contro un’installazione paramilitare, non è che lasci molti dubbi circa lo scopo del suo arrivo.

Bucky Barnes spiega agli altri Avengers che sono degli egocentrici del cetriolo, dimostrando che un buon fucile d’assalto è altrettanto efficace contro gli invasori alieni e che un aiutino da parte dell’esercito non sarebbe stato male

I militari invece decidono di intervenire solo in “The Avengers”, dando il loro prezioso contributo lanciando un missile nucleare su New York: GENIALE! Ah, già, dimenticavo che i due più grandi cervelloni dell’universo hanno creato una delle armi più potenti al solo scopo di mollare schiaffoni al proprio alleato, che tra l’altro è pure l’alter ego di uno di questi cervelloni e pertanto pure masochista.

Inizio quindi a domandarmi perchè Thanos volesse dimezzare la popolazione dell’universo facendo tutto quel casino con le Gemme dell’Infinito: gli sarebbe bastato presentarsi agli Avengers dicendo: “Piacere, sono un super cattivone e voglio fare tanto male” e questi si sarebbero massacrati da soli tra di loro, mentre l’esercito avrebbe eradicato l’umanità a suon di missili nucleari. E questa è la popolazione terrestre, l’unica a cui, stando ai film Marvel, sia fregato qualcosa dello sterminio operato da Thanos, perchè il resto dell’universo se ne è bellamente sfrangiato la ciolla; a quel punto a Thanos sarebbe bastato farsi un paio di giretti su un altro paio di pianeti, dire un paio di cazzate, ed ecco risolto il problema della sovrapopolazione nell’intero universo; altro che Gemme dell’Infinito e minchiate varie.

C’è poi anche da paragonare la potenza dei vari supereroi membri degli Avengers: da un lato abbiamo persone assolutamente normali a parte l’essere delle spie/soldati incredibilmente portate e perfettamente addestrate, come Black Widow e Hawkeye, che combattono la prima con un paio di pistole e qualche gadget fantascientifico sciropposo ma non particolarmente degno di nota, in termini di potenza (non paragonabile all’armatura di Iron Man, per intenderci), quali dei taser e dei mini arpioni con cavo e verricello alla Batman, mentre il secondo con arco, frecce ed una spada (manco di vibranio: se fosse wakandiano, riuscirebbe ad essere lo scemo del villaggio); dall’altro lato della medesima squadra, abbiamo un dio che è in grado di prendersi in fronte un’intera stella e uscirne con qualche contusione ed una prognosi di 30 secondi (Thor nel il film “Avengers: Infinity War”; ok, la stella non l’ha presa proprio in fronte: l’ha presa nel didietro, ma poi le battute si sprecano e l’immagine in sé non è che sia proprio bellissima).

Vegeta commenta la potenza di Thor
Thor mentre si prende un’intera stella nel popò

Insomma, stiamo parlando di una squadra di combattenti (gli Avangers) che ha nel suo organico elementi nemmeno paragonabili tra di loro, di ordini di potenza completamente differenti: un po’ come se volessimo misurare le dimensioni di un quark in Unità Astronomiche. Che supporto potrebbero mai portare persone come Black Widow e Hawkeye in una squadra del genere? Soprattutto il secondo, che non si può nemmeno provare a buttarla su intelligenza, intuito ed inventiva, dato che riesce ad essere più scemo del popolo più scemo di questo universo di scemi (ricordo sempre che uno dei più grandi geni di questo universo ha contribuito a progettare e costruire una delle armature più potenti di Iron Man al solo scopo di farsi prendere a schiaffi).

Vabbè, però Black Widow, interpretata da Scarlett Johansson ha sempre il suo perchè, quindi lei l’accettiamo

Ma parliamo anche di questa umanità sterminata, della popolazione di altri pianeti e galassie in “Avengers: Infinity War”; gli Avengers, negli ultimi due film a loro dedicati, combattono contro Thanos per salvare tutte queste creature, che però sono una presenza totalmente astratta; abbiamo visto tanto nei vari film di Thor, quanto nei due Guardians of the Galaxy, che esistono molte altre civiltà, anche molto tecnologicamente avanzate; nessuna di queste, si preoccupa minimamente di quanto sia successo o di rimediare a ciò: vi è solo un vago accenno nelle parole di Captain Marvel, in “Avengers: Endgame”, che usa la scusa che la popolazione terreste non è stata l’unica colpita dallo schiocco di dita di Thanos per levarsi dalle scatole e comparire magicamente durante la battaglia finale, senza alcuna motivazione per essere lì, per tirare la sua dovuta dose di sberle (che altrimenti sia mai, il pubblico femminista potrebbe indignarsi).

In breve, l’universo per la Marvel è come se non esistesse; ci sono solo gli Avengers, e l’umanità ed altre civiltà su altri pianeti che sono come entità astratte; possiamo pertanto riassumere i film degli Avengers come una riunione condominiale finita a ceffoni molto spettacolari e ad alto budget (per la realizzazione delle scene). La salvezza dell’universo è solo un pretesto per spendere milioni di dollari in effetti speciali per qualche sberla molto colorata: il fatto che venga affermato che l’universo sia in pericolo NON rende il tutto più epico, ma solo più stupido, se poi quel resto dell’universo è pressochè inesistente.

Thanos con il suo esercito, tutti pronti a combattere all’arma bianca, nonostante le armi ipertecnologiche di cui dispongono; quanto ci metterà a distruggere la Terra a picconate?

Tra l’altro, il minacciare di distruggere un pianeta, come fa Thanos in “Avengers: Endgame” e poi mettere in campo una serie di bestie che tirano ruggiti e zampate, fa solo ridere, dato che sono ben lontani dall’essere una minaccia per un pianeta, per quanto brutte tali bestie possano essere; la Morte Nera nella saga di Star Wars era una minaccia per un pianeta: l’abbiamo vista distruggere Alderaan con il suo cannone; non lo è sicuramente una bestia alta due metri che sa solo sbavare, ruggire e tirare pugni.

La Morte Nera in un tutorial su come si distruggono i pianeti

Il tormentone del dominare o distruggere pianeti utilizzando solo armi bianche è un tema piuttosto ricorrente nell’universo Marvel, dato che lo si vede anche nei primi due film dedicati a Thor (“Thor” e “Thor: The Dark World”), dove appunto il nostro divino biondo va in giro per l’universo con la sua squadra a esportare democrazia… ehm riportare ordine e legge, a suon di colpi di martello, mentre i suoi compari asgardiani utilizzano spade, scudi, mazze, archi e frecce contro avversari equipaggiati allo stesso modo; interi pianeti, ripeto INTERI PIANETI liberati, sottomessi o riportati all’ordine, a suon di mazzate: è semplicemente ridicolo, da qualunque punto di vista lo si guardi.

Thor mentre combatte con la sua squadra per portare democrazia su di un pianeta (da “Thor: The Dark World”)
L’arma definitiva per distruggere pianeti nell’universo Marvel: il piccone!

A questo punto, decisamente meglio le scazzottate di “Altrimenti ci Arrabbiamo!”, il cui pretesto è una più semplice dune buggy rossa con cappottino giallo: certo, altri tempi, altro budget, altri effetti speciali, ma più coerenza e più senso.

L’unica ottima ragione per lasciarsi andare ad una scazzottata epica
Niente fronzoli colorati, ma il divertimento non manca
Un’epica battaglia

H. R. Giger – 1940 – 2014

12 Maggio 2014, si spegne 5 anni fa, a Zurigo, Hans Ruedi Giger.

Già, 5 anni senza il maestro illusionista di ombre ed incubi, manipolatore del tetro e del bizzarro.

Nato a Chur in Svizzera (la prova che gli Elvetici non sanno fare solo cioccolato ed orologi a cucù), trova nella farmacia del padre i primi spunti per la sua arte, fra boccette, teschi e sanguisughe. Inizia ad ammirare le opere di Salvador Dalí e di Jean Cocteau. Incoraggiato dalla madre, Giger si iscrive alla scuola di design industriale e di arti applicate di Zurigo, dove si appassiona alla precisione nella definizione dei dettagli meccanici e migliora le sue abilità tecniche. Negli anni successivi, espone in diverse mostre, anche a Zurigo. Dopo essersi impadronito delle tecniche a china ed inchiostri, passa alla pittura ad olio, ma sarà però con l’utilizzo dell’acrilico, con tecnica ad aerografo, che firmerà la maggior parte dei suoi lavori.

Inventa i “biomeccanoidi”, delle macchine “organiche”, in cui metallo e carne, organico ed inorganico si fondono; è proprio l’utilizzo dell’aerografo che gi permette di dare un realismo ultraterreno a queste sue invenzioni, che disegna con un bicromismo inquitante.

Un’altro aspetto del suo lavoro è legato ai “paesaggi”.. alienanti (scusate, mi è scappata) nella loro ripetizione di elementi.


 
In campo cinematografico lavora alla creazione ed al design dello xenomorfo (diretto da Ridley Scott) ed anche ad alcune bozze per il film “Dune”.



 
In campo musicale disegna alcune copertine di dischi (fra cui Brain Salad Surgery di Emerson, Lake e Palmer):

lo stand microfonico per i Korn:

e firma il design di una chitarra elettrica Ibanez:

La mia opera preferita è Shaft n°7 (pozzo numero 7).. un abisso di acciaio dove si muove silenziosa una creatura, adattatasi al suo ambiente.

Goodbye maestro..
 

Blade Runner (personale chiave di lettura)

Avvampando gli angeli caddero; profondo il tuono riempì le loro rive, bruciando con i roghi dell’orco. [variazione di William Blake America a Prophecy

 

Cari Spacejokers,

Avevo già accennato estesamente nella mia presentazione (e come potevo non farlo?…). Dovevo scrivere un articolo sul Film che, nella mia personalissima classifica, compare al primo posto in assoluto dell’intera cinematografia fantastica, e questo ottimo blog doveva avere il riferimento a una pietra miliare della fantascienza d’autore.

In verità il film è capostipite del genere ma non si può parlare di fantascienza dura e pura che invece viene relegata quasi sullo sfondo. Il genere è configurabile come thriller poliziesco che in realtà a me non piace molto, ma l’incredibile numero di spunti di originalità distribuiti in ogni fotogramma del film ne fa una vera e propria Opera d’Arte cinematografica e scenografica,…direi Poesia.

Non vi annoierò con cose già dette in tutte le salse e ripetute migliaia di volte e certamente migliori di quanto potrei fare io, però per una volta voglio vantarmi di averlo visto in prima visione ed essere rimasto folgorato a 11 anni dalla sua potenza espressiva e dalle potenzialità enormi che sarebbero emerse poi negli anni successivi. Continuo a rivederlo di tanto in tanto, fosse solo per la splendida colonna sonora di Vangelis o per ripassare i temi che forse hanno avuto anche una qualche influenza su di me rendendomi, forse, migliore. Di sicuro ho un bisogno continuo di Fantasia come un tossico con l’eroina.

Proporrò il mio personalissimo punto di vista spero con un po di originalità, anche se difficile cercarla su un opera sulla quale sono state scritte migliaia di pagine di commento.

——— Introduzione

Distopia, retrofuturismo, ciberpunk, dark, neo-noir, paranoia, postmodernismo, allegoria religiosa, sono solo un campione di tutti i concetti che sono stati sviscerati. Temi presi come spunto successivamente nel tempo per altri lavori artistici, alcuni dei quali quasi creati ex novo perché senza precedenti. A volte altri argomenti vengono sottilmente accennati, ricordo che il film è stato girato negli anni ’80 quindi va contestualizzato come calcolare la rivalutazione nel tempo di una vecchia moneta. Argomenti sfiorati come ad esempio una leggerissima nota appena percepibile nell’oceanico sottofondo dei temi riguardo il razzismo e le differenze sociali e anche di genere e quanto il personaggio protagonista Deckard ne venga intimamente influenzato.

Il semplice rapporto di indifferenza instaurato tra uomo e macchina pensante rende due mondi molto diversi e ben distinti ma non esenti da obbligatori punti di contatto.

La vastità dei temi e la portata delle riflessioni che il film pone va oltre qualsiasi altro film che io abbia potuto vedere e che abbia sviluppato almeno qualcuno di questi singolarmente:

La sintesi è ben espressa con un film che ha la lunghezza del copione in una manciata di pagine dando molto più spazio alle mute intese, alle espressioni e alle riflessioni e quindi alla fantasia, e tutto ciò rappresenta un punto di forza visto che quasi ogni frase pronunciata dai personaggi esprime un mondo di sensazioni, non a caso diventa citazione nel prosieguo del tempo. Inoltre nella prima visione non c’era la voce narrante fuori campo, questo espandeva ancora di più lo spazio per le riflessioni e gli interrogativi.

Ci sono 7 diverse versioni del film per vari motivi e varie esigenze sia della produzione che del pubblico che del regista. Confesso di non averci capito molto al primo passaggio data la mia tenera età e il film originale e complesso, molte cose sono state spiegate solo successivamente con le versioni migliorate, ma su questo è stato scritto tantissimo.

——— Voight Kampff

Spettacolare simulazione del test di Touring rinominato test Voight Kampff. Le domande sono create ad arte e con una immaginazione inaudita. Le continue interruzioni del soggetto tradiscono il nervosismo e creano un’atmosfera tensiva e fastidiosa che a sua volta risponde aggressivamente per mostrare intelligenza, un po come sovraccaricare metodicamente un computer per misurarne le prestazioni…Alla fine Leon va in BSOD (Blue Screen Of Death)  😀 , Rachel invece attinge dai coprocessori le risorse per aggirare l’ostacolo con successo quasi corteggiando il suo interrogatore e sfoggiando le sue peculiari caratteristiche femminili (o presunte tali) 😀 :

“…

Holden: Sei in un deserto, stai camminando sulla sabbia e all’improvviso…
Leon: Questo è già il test?
Holden: Sì, sei in un deserto, stai camminando sulla sabbia e all’improvviso…
Leon: Quale?
Holden: Cosa?
Leon: Quale deserto?
Holden: Non ha importanza quale deserto, è del tutto ipotetico.
Leon: Com’è che mi ci trovo lì?
Holden: Magari sei infastidito o forse volevi stare per conto tuo, chi lo sa… Guardi in terra e vedi una testuggine Leon, arranca verso di te…
Leon: Testuggine? Che cos’è?
Holden: Sai cos’è una tartaruga?
Leon: Sicuro.
Holden: Stessa cosa.
Leon: Mai vista una testuggine… Però ho capito che intende.
Holden: Allunghi una mano e rovesci la testuggine sul dorso, Leon.
Leon: Inventa lei le domande, signor Holden? Oppure gliele scrivono?
Holden: La testuggine giace sul dorso, la sua pancia arrostisce al sole rovente, agita le zampe cercando di rigirarsi, ma non può. Non senza il tuo aiuto. Ma tu non la aiuti…
Leon: Come sarebbe non la aiuto?!
Holden: Sarebbe che non la aiuti. Perché, Leon? [Leon è innervosito] Sono solo domande Leon. In risposta al tuo quesito, c’è chi le scrive per me. È un test concepito per provocare una reazione emotiva… Continuiamo? [Leon annuisce] Descrivi con parole semplici solo le cose belle che ti vengono in mente: riguardo a tua madre.
Leon: Mia madre?
Holden[ultime parole]: Sì.
Leon: Sai che ti dico di mia madre? [Leon gli spara]

e Rachel (Sean Young)

Rachael: Posso fumare?
Deckard: Non pregiudica il test. Va bene, io le farò una serie di domande. Si rilassi e risponda più semplicemente che può. È il suo compleanno, le regalano un portafoglio di vitello…
Rachael: Non lo accetterei. Inoltre, denuncerei la persona che me lo ha dato alla polizia.
Deckard: C’è un bambino, le mostra la sua collezione di farfalle, le mostra come le uccide.
Rachael: Lo condurrei dal dottore.
Deckard: Sta guardando la televisione, improvvisamente si accorge di una vespa che le cammina sul braccio…
Rachael: La uccido.
Deckard: Sta sfogliando una rivista e ci trova un inserto con una ragazza nuda…
Rachael: Il test è per decidere se sono un replicante o una lesbica, signor Deckard?
Deckard: Non risponda con delle domande… La mostra a suo marito, e a lui piace tanto che la appende nella vostra camera da letto.
Rachael: Non glielo permetterei.
Deckard: Perché no?
Rachael: Dovrei bastargli io.
[…]
Deckard: Un’altra domanda. Sta assistendo ad una commedia e in scena si svolge un banchetto, i convitati degustano un antipasto di ostriche crude. La prima portata consiste in un cane bollito.

 

Bella! eh!?

Direi bella e complicata come si addice a una donna replicante in crisi di identità e dalla longevità indefinita alla quale nessun maschietto può sfuggire, senza almeno innamorarsi un po. Fantasticando per un momento penso che nel caso di Rachel la “sindrome di  matusalemme” fosse quasi voluta per rendere “eterna” la sua bellezza 😀 e nell’immaginario collettivo rimane tra le più belle macchine di genere femminile mai pensate (il robot pensante è sempre uomo fino a Rachel e le restanti idee di macchine di genere femminile sono solo bambole senza anima)…Un vero paradiso per noi Nerd 😀

———- L’Amore

…era stata girata anche qualche scena di nudo, poi tagliata ed eliminata dal film, …sarebbe stato troppo nel 1982.

———- Coming Out

Rachael: Io non sono nel business, Io SONO il business!

———- L’Ironia

 

“Chew, se solo potessi vedere quello che ho visto con questi tuoi occhi!”

———- Amicizia

La Fiducia, l’Amicizia, l’amicizia negata e la solitudine (su questi temi entriamo in un mondo che tocca alcuni angoli personali molto profondi e anche delicati del mio pensiero e a cui tengo molto, ma comunque comuni alla vita di tutti):

Io faccio amici. Giocattoli. I miei amici sono giocattoli. Li faccio io. È un hobby. Io sono un progettista genetico. (J. F. Sebastian)

  • Pris: Quanti anni hai?
    J. F. Sebastian: Venticinque.
    Pris: Hai qualche male?
    J. F. Sebastian: “Sindrome di Matusalemme”.
    Pris: Che cos’è?
    J. F. Sebastian: Le mie ghiandole stanno invecchiando troppo presto.
    Pris: Perché stai sulla Terra?
    J. F. Sebastian: Sì. Mi hanno scartato alla visita… Comunque, non mi dispiace, qui!
    Pris: Mi piaci così come sei.
———- Malinconia

Intitolerei sveglia malinconica o tristezza. Anche questo tema, in me, tocca e fa vibrare corde sepolte nei meandri della mia mente contorta.:

“Brutto vivere nel terrore, vero? Niente è peggiore di avere una vita che non è una vita!”

il tema della Vita viene ripreso molte volte nel corso del film. Qui è quasi un insulto per una vita mediocre (verso gli umani) o troppo corta (verso le macchine). Vita corta, tra l’altro, introdotta artificialmente per permettere il controllo dagli stessi umani terrorizzati dal pericolo di perdere il primato di superiorità, un po come si faceva con gli schiavi di colore nel diciassettesimo secolo con la privazione della Libertà:

 Peccato però che lei non vivrà! Sempre che questo sia vivere…

a mio avviso il “lei” in questa frase è molto dubbio e molto aperto ad interpretazioni. Il riferimento è a Rachel, ma c’è un “corto circuito” tra la scena dell’origami unicorno che svela la possibile natura artificiale dello stesso Deckard…che quindi potrebbe anche lui stesso essere affetto da “obsolescenza programmata”…

———- Autoironia

Autoironia e Realismo:

“Pris: Moriremo, noi siamo stupidi.”

è goffo il tentativo di ambire all’Umanità con la citazione del motto Cartesiano “Cogito ergo sum”…

Io penso, Sebastian, pertanto sono. (Pris)

———– Scacchi – L’immortale

Regina in Alfiere 6: scacco. (…)

Quello che segue è un percorso per incontrare il Creatore o metaforicamente l’incontro col Padre artefice come Gesù con Dio…la partita a scacchi è la celebre “L’Immortale” partita tra Adolf Anderssen e Lionel Kieseritzky, giocata a Londra nel 1851 in cui il vincitore nel corso della partita sacrifica quasi tutti i pezzi pregiati in cambio di una posizione forte contro cui l’avversario non può reagire ma solo perdere. Metaforico riferimento alla breve vita di un eroe guerriero che con lume e intelligenza sacrifica tutto per ambire alla Gloria eterna…

Credo di aver ereditato da questo film la mia passione per gli scacchi, capostipite di tutti i giochi di logica, strategia e tattica con assoluta mancanza della componente casuale…la Gloria (metafora del Merito in questo gioco) la puoi conquistare solo con i tuoi mezzi. Non ci sono scorciatoie o scuse, la vittoria va sempre e inesorabilmente al più bravo e mai al più furbo.

———– La Morte

e finalmente la Morte:

  • Roy Batty: Non è una cosa facile incontrare il proprio artefice!
    Eldon Tyrell: E che può fare per te?
    Roy Batty: Può l’artefice ritornare su ciò che ha fatto?
    Eldon Tyrell: Perché? Ti piacerebbe essere modificato?
    Roy Batty [riferito a Sebastian]: Resta qui. Avevo in mente qualcosa di un po’ più radicale…
    Eldon Tyrell: Quale… Quale sarebbe il tuo problema?
    Roy Batty: La morte.
    Eldon Tyrell: La morte… Be’, questo temo che sia un po’ fuori della mia giurisdizione, tu…
    Roy Batty: Io voglio più vita, padre!
    Eldon Tyrell: Abbiamo i nostri limiti. Produrre un’alterazione nella evoluzione delle strutture di una vita organica è fatale. Un codice genetico non può essere corretto una volta stabilito.
    Roy Batty: Perché no?
    Eldon Tyrell: Perché entro il secondo giorno di incubazione, ogni cellula che sia stata sottoposta a mutazioni reversibili da luogo a colonie involutive: i topi abbandonano la nave che affonda, e poi la nave… affonda.
    Roy Batty: E attraverso una ricombinazione delle EMS?
    Eldon Tyrell: Un tentativo già fatto. L’etilmetano solfonato è un agente alcalinizzante, un potente mutante che ha creato un virus così letale che il soggetto era morto prima di lasciare il tavolo.
    Roy Batty: Allora una proteina repressiva? Che blocchi le cellule operanti…
    Eldon Tyrell: Non impedirebbe la riproduzione, ma ciò darebbe luogo ad un errore nella replicazione in modo che il DNA di nuova formazione comporterebbe una mutazione e si avrebbe di nuovo un virus. Ma questo… Tutto questo è accademia. Siete stati fatti al meglio delle nostre possibilità.
    Roy Batty: Ma non per durare…
Rassegnazione e Pentimento
  • Eldon Tyrell: La luce che arde col doppio di splendore brucia per metà tempo. E tu hai sempre bruciato la tua candela da due parti, Roy. Guardati: tu sei il figliol prodigo. Sei motivo d’orgoglio per me.
    Roy Batty: Ho fatto delle cose discutibili…
    Eldon Tyrell [ultime parole]: Anche delle cose straordinarie, Roy. Godi più che puoi!
    Roy Batty: Cose per cui il Dio della biomeccanica non ti farebbe entrare in paradiso… [bacia Tyrell, poi lo uccide cavandogli gli occhi con i pollici e stritolandogli il cranio]
————- Leggenda

La frase Leggendaria la ripropongo in originale visto che sono state scritte enciclopedie… 🙂

“I’ve seen things you people wouldn’t believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I watched C-beams glitter in the dark near the Tannhauser gate. All those moments will be lost in time, like tears in rain. Time to die.”

 

…a quanto pare dopo quasi 40 anni…questi momenti non sono stati persi come la scaramantica frase di Roy Batty voleva che accadesse, le lacrime sono state sublimate nella pioggia,

Roy ha raggiunto il suo scopo!

————- Epilogo

La Vita, la Morte e tutto quanto…(e grazie per tutto il pesce 😀 ) [cit. Douglas Adams]

Io non so perché mi salvò la vita. Forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata… Non solo la sua vita: la vita di chiunque, la mia vita. Tutto ciò che volevano erano le stesse risposte che noi tutti vogliamo: “Da dove vengo?” “Dove vado?” “Quanto mi resta ancora?” Non ho potuto far altro che restare lì e guardarlo morire. (Rick Deckard).

———-

Ognuno di noi potrebbe aver vissuto in realtà solo pochi anni o mesi o giorni, e tutti i ricordi d’infanzia potrebbero essere innesti di memoria per garantire la stabilità mentale di una vita che non è stata. Uno di questi ricordi potrebbe essere la visione al cinema di un’opera d’arte tratta da un racconto di uno scrittore ipotetico Nexus 3  e dotato di molta fantasia (tal Philip K. Dick).

Io non mi spiego il mio sogno ricorrente nel quale mi trovo da solo, ai comandi di una grossa astronave, viaggiando tra le stelle, e stupefatto spettatore dei fantastici spettacoli che la natura e l’universo possano aver progettato per i miei occhi…

Alien ed il suo futuro. Verso la serie TV?

Un po’ per passione, un po’ per esorcizzare la paura, sono forse lo Spacejoker più legato allo Xenomorfo ed alla sua storia.
Sono cresciuto con la saga da quando mio padre ci porto al cinema (me ed il mio migliore amico) nel lontano ’79 e da allora, come forse ho già scritto, questo mostro maledetto ha invaso i miei incubi. Le ragioni della mia paura le ho già scritte tempo fa.

Dopo il primo film, abbiamo avuto dei sequel, il rambesco “Aliens”, il tetro “Alien3” ed il visionario “Alien Resurrection”.
Poi ci sono state le battaglie trash con Predator ed i prequel.. ommioddio i prequel.. di cui abbiamo già parlato.
Anche Covenant non è stato campione di incassi (credo Pierino contro Frankestein abbia incassato di più), portando ad una certa incertezza da parte di Scott sul futuro della saga: continuare o finirla lì?

Questa estate scoppia il caso Disney, che ha acquistato la maggior parte dei franchising della Fox: Fantastici Quattro, X-Men ed Alien. Ho detto “scoppia il caso”, perchè sicuramente è stata una notizia importante: la ventata di fantastiliardi (direttamente dal deposito di Zio Paperone) poteva smuovere qualsiasi film da eventuali pantani legali/produttivi.. ma dall’altra parte le strategie “familiari” e “politically correct” della Disney, potevano segare i franchising più “horror” (leggi : Alien).

Ovviamente circolarono immagini terrificanti.

 

Come potrebbe essere il futuro della mia “creatura” (odio e amore…)

Ipotesi 1 – ALIEN: AWAKENING (ma ‘sto titolo ? E’ definitivo? WTF..)
Se Scott fosse ancora intenzionato a trovare un nuovo modo di distruggere la saga (ed ammesso che la Disney lo supporti), potrebbe essere il seguito di Covenant, dove vedremmo che fine faranno David (Michael Fassbender) e Daniels. Altri flauti? Tromboni? Vibrafoni? Vibratori? Mah…

Ipotesi 2 – REBOOT (no… ti prego…)
Il temibile reboot.. ne abbiamo già visti troppi.. e come sarebbe poi? Un gruppo di millennials a bordo di un’astronave che incontrano gli Xenomorfi per la prima volta? Per carità..

Ipotesi 3 – ALIEN 5 CON BLOMKAMP
Neill Blomkamp era già pronto, alcune bozze già disegnate, un progetto che riportava in vita (ignorando quanto era successo con Alien3 e Resurrection) il caporale Hicks ed Ellen Ripley. Poi Scott ha avuto la meglio con i suoi prequel ed il progetto è andato a farsi abbracciare da un facehugger. A meno che la Disney non ci ripensi (e che Blomkapm e Weaver non si liberino dai loro impegni) è difficile che possa accadere.

Ipotesi 4 – SERIE TV
Dati gli scarsi incassi dei prequel ci sarebbe l’idea di portare la allegra famiglia Xenomorfa sul piccolo schermo. Certo, dovrebbe essere una serie “per maggiorenni” e non un “I Jefferson”, magari con le risate in sottofondo..  L’idea circolava in casa Fox e non sappiamo se anche la Disney stia valutando la cosa. Magari c’è la speranza che Disney possa semplicemente vendere quei franchise che non sembrano adatti al suo brand ad un’altra società. Gli studios Universal di proprietà di Comcast sembrano essere un posto particolarmente accogliente per Alien (ed il suo compagnuccio Predator). Staremo a vedere.

Ipotesi 5UN UNIVERSO DI MOSTRI
E se la Disney, essendo in possesso di entrambi i franchising, decidesse di dare una svolta e creare un universo condiviso immaginando più in grande il concetto di Alien vs. Predator? Anche quì è un po’ difficile da immaginare, ci vorrebbe una trama ed un regista con i contro-ovuli..

In ogni caso, speriamo ancora di poter tornare al cinema e tremare di paura..

 

Predator – Ultimate Jungle Hunter NECA

Predator.
Sappiamo tutti chi è, vero?
Bambini, vi ho fatto una domanda..!!
Comeeee ? Chi è che non l’ha visto ??? ..l’alieno culturista giunto sulla Terra per andare a caccia di esseri umani..
Una delle più grandi icone horror-fantascientifico degli anni 80, assieme al suo compare Alien..

Vabbè.. tutti teenagers che seguono questo blog?? Filate a rinfrescarvi la memoria, va.. su wikipedia

In occasione del 31° anno dall’uscita dal film (ma più probabilmente per l’uscita del film The Predator), la NECA fa uscire (a Dicembre 2018) questa bella action-figure che utilizza il design dell’alieno originale (non mi sono mai piaciute quelle tamarrate dello Stalker, Demon e Spike Tail):

 

..no dai.. che è ‘sta roba..

 

..”ti spiezzo in due..”

 

“..essere o non essere..”

Descrizione

Lasciatemelo dire! Finalmente una action-figure del Predator classico.. e con molti upgrade! Tratta dal film del 1987, la NECA presenta una versione da collezione del Jungle Hunter. Infatti include delle articolazioni aggiuntive: ai bicipiti, ai gomiti ed al torso. Inoltre il bracciale elettronico (con cui attiva la mimetizzazione e l’autodistruzione) è apribile. L’altezza della action-figure è di 7 pollici (circa 18 cm).

“..si, il tempo sarà bello domani..”

Sono incluse nella confezione 2 teste intercambiabili, 2 mani, un teschio con spina dorsale, maschera, effetto “plasma”, un teschio umano ed uno zaino rimovibile.

Se invece non potete permettervi un Predator in action-figure, beh.. potete sempre prendere quello in Lego.

Ready Player One

 

A proposito di “Futuribile” più che di pura Sci-Fi…il mondo distopico presentato da Ernest Cline nella sua visione di sviluppo umano potrebbe essere molto “reale” nel 2045, sovrappopolazione, inquinamento, sfaldamento sociale, sfruttamento sconsiderato delle risorse…lo hanno reso decadente e invivibile. Un possibile genio visionario (James Halliday) ne fornisce una soluzione dal suo punto di vista. Progetta e costruisce OASIS, un mondo (meglio dire un insieme di mondi) virtuale in cui ogni individuo possa evadere e/o persino vivere una vita parallela a quella reale…

L’adattamento cinematografico del grande Steven Spielberg ne fa uno dei migliori film di recente produzione. Non che la mia opinione conti più dei 2 centesimi con cui posso contribuire, ma devo confessare di essere stato spettatore appagato dal grande numero di citazioni per la cinematografia, videogames, discografia in salsa anni ’80 (mitica!).

Lo stesso film nella sua interezza è un richiamo alla più recente trilogia (rispetto agli ’80) di quella leggendaria Matrix ma senza la solita componente bellicosa tra umani e macchine (filone narrativo ormai ritrito centinaia di volte). Fenomenali gli inserimenti di alcuni frammenti di Shining, l’utilizzo della Delorean, il Gigante di ferro, Gundam, mitico il “pianeta Doom” e centinaia di altri camei, citazioni, richiami, mi viene in mente che lo stesso easter egg (il premio supremo) in alcune rappresentazioni mi riportava al vecchio Alien se non fosse per quella “simpatica” simulazione della scena di Alien che esce fuori dal torace dell’ospite…

Benchè io non sia un amante sfegatato di tutte le Opere di Spielberg, il suo particolare stile di regia rende questo film godibile anche ai nati molto dopo gli anni ’80, e anche a chi non è amante del genere Sci-Fi, e nel sottofondo un corredo di pesanti messaggi da intuire e di valori invariabili nel tempo da custodire gelosamente (per mia personale considerazione, valori sempre meno apprezzati dalle nuove generazioni…).

Il mio consiglio è quello di andare a vederlo perché ne vale la pena, commentate pure liberamente!

Netcity Shop – Star Wars Black Series Darth Vader electronic Helmet

..E mentre al cinema, Solo – a Star Wars Story imperversa, mentre quì al nord siamo flagellati dai monsoni tropicali (diluvia da giorni), i nostri amici del Netcity Shop di Terni ci mostrano l’unboxing del fantastico casco di Darth Vader prodotto da Hasbro!!

Cosa?! Non sapete nulla del Netcity Shop ?? Ma ne abbiamo parlato in questo articolo!

Alien vs Predator “Lego edition”

ahh.. lo shopping.. quello fatto per puro divertimento, acquistando oggetti inutili ma che servono a riempire quel vuoto.. che abbiamo dentro.. (nel cervello).
ahh.. internet.. navigare a caso e scoprire nuovi siti per soddisfare la nostra brama di shopping (vedi sopra).
ahh.. la manualità e l’originalità individuale.. che porta alla creazione di nuovi siti per lo shopping (ri-vedi sopra).
ahh.. il Lego.. mattoncini da assemblare e smontare all’infinito in forme sempre nuove..

Finito questo preambolo, vi parlo brevemente di Etsy.
Etsy l’ho scoperto per caso (riporto la descrizione di Wikipedia: Etsy è un sito web dedicato all’e-commerce, all’interno del quale gli iscritti possono vendere prodotti artigianali oppure oggetti vintage. Fondato nel 2005, il sito può essere paragonabile ad Amazon ed eBay ma operante nel mondo dell’artigianato.)

E allora perchè il preambolo di cui sopra ? Cosa si trova su Etsy? Ma tanti negozi in tutto il mondo che offrono degli oggetti imperdibili per noi nerd (nonchè appassionati dello Xenomorfo, come questi: delle Lego minifigures customizzate!
Non si tratta di una edizione ufficiale Lego, attenzione!

Con un prezzo di meno di €5 l’uno, non potevamo non acquistarli.
Da dove ? Ecco il link del negozio online : Whimsical Joker

Vi invitiamo anche a guardare il nostro articolo su Alien e Lego

Solo : a Star Wars story

Che il film fosse in preparazione lo sapevamo già, ma finalmete Lucasfilm ha rilasciato qualche info ufficiale su Solo: A Star Wars Story, lo spin-off della saga Guerre Stellari dedicato alle avventure di un giovane Han Solo, interpretato da Harrison Ford nella serie originale.

Il film vedrà le avventure di un giovane Han Solo e sarà ambientato molto prima degli eventi di Una Nuova Speranza (Episodio IV). La colonna sonora sarà firmata da John Powell, mentre John Williams comporrà il tema principale.

Qualche dettaglio sulla trama: Salite a bordo del Millennium Falcon e intraprendete un viaggio con destinazione una galassia molto, molto lontana in Solo: A Star Wars Story, un’avventura inedita con il criminale più amato della galassia. Attraverso una serie di audaci imprese nel mondo criminale, pericoloso e oscuro, Han Solo incontra il suo futuro potente pilota Chewbacca e il famoso giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che segnerà il destino di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars

Solo: a Star Wars Story sarà diretto da Ron Howard, dopo che i registi originali (Phil Lord e Christopher Miller) sono stati licenziati per divergenze artistiche. La sceneggiatura è stata affidata nelle mani di Lawrence Kasdan e suo figlio Jon Kasdan. Nel cast Alden Ehrenreich, Donald Glover, Thandie Newton, Woody Harrelson, Phoebe Weller-Bridge, Michael K. Williams, Emilia Clarke, Paul Bettany.

La data di uscita è prevista per il 25 maggio 2018.

Ah, Han ha sparato per primo.

Cosa ne pensa Chewbacca?

Bilancio del terzo anno

Beh, qualcuno non se l’aspettava, qualcuno ci contava molto.. ma anche quest’anno siamo sopravvissuti. Lanciati a 108.000 km/h, anche questa volta abbiamo percorso 940 milioni di chilometri, fino a tornare dov’eravamo prima..

..Dov’eravamo? Ah già! E’ il terzo compleanno degli Spacejokers!!

E’ stato un anno un po’al ribasso.
Abbiamo avuto problemi tecnici con il caricamento delle immagini, in origine hostato sui server di Site5 ed ora residente su Aruba.
Abbiamo avuto problemi tecnici di collegamento dal lavoro (non penserete mica che perdiamo tempo a scrivere durante l’orario di lavoro, assolutamento no, non si fa, mai! mai! mai).
Abbiamo avuto problemi familiari che ci hanno giocoforza distratto dal magnifico passatempo che è scrivere su questo spazio e che ci hanno allontanato anche da Elite.

Siamo tornati?
Un po’, ora che i problemi tecnici si sono risolti, continueremo a scrivere anche se la traduzione delle newsletter, con il tempo attualmente a nostra disposizione, difficilmente continuerà.
Cercheremo comunque, come abbiamo appena fatto in questo articolo, di tenervi aggiornati su cosa accade nell’universo di Elite.

Di cosa abbiamo parlato quest’anno?
Beh, di Ridley Scott e dei suoi pre-sequel di Alien, del tanto atteso (inutilmente) Alien 5, di viaggi nel tempo e viaggi nello spazio ..aspetta, ma non è la stessa cosa?

Abbiamo parlato di Star Trek, sia della nuova serie, sia del GdR ispirato a Star Trek.

E sul fronte Star Wars? Bleah.. Lasciamo stare.. l’unica cosa che mi entusiasma è il mio nuovo acquisto:

Per quanto riguarda Elite Dangerous, abbiamo parlato del Gdr, dell’arrivo della espansione “The Commanders”, ed abbiamo continuato a pubblicare delle guide, come quella sulle autostrade a neutroni e quella realizzata dal nostro nuovo collaboratore, CMDR Zack J White, su come realizzare crediti a palate.

Cosa ci aspetta per il nuovo anno?

Per ora un caloroso saluto (siamo a meno 2, freddo porco) da noi Spacejokers!

Il viaggio nel tempo (parte 2)

Rieccoci quì, dopo un breve articolo introduttivo, a parlare di come la tematica dei viaggi nel tempo abbia influenzato la fantascienza.

time_machine_04 “When I speak of time, I’m speaking of the fourth dimension.”

Iniziamo con H.G.Wells “The Time Machine” (1895) perché è da qui che il viaggio nel tempo assume una forma di romanzo. Questo non significa che non ci fossero storie di viaggi nel tempo prima di Wells, anzi ve ne sono numerosi esempi. Lo stesso Wells pubblico una prima versione della sua storia con un titolo meno orecchiabile “The Chronic Argonauts” già nel 1988. Alcuni anni prima Edward Page Mitchell pubblicò “The clock that went backward” (1881), la storia di un magico orologio a pendolo che permette ai personaggi di tornare all’assedio di Leiden (Olanda) nel 1572 e salvare la città. In “A Christmas Carol” (1844) di Dickens, spiriti magici mostrano a Scrooge degli scorci del suo passato e del suo futuro. Ma è “La macchina del tempo” di Wells che mette in moto un intero genere di storie, romanzi e film. Questo punto di partenza, tuttavia, suscita una serie di domande. Potremmo chiederci, come mai il viaggio nel tempo è apparso dal nulla nel 1894 ed è diventato uno degli argomenti principali della narrativa fantastica e fantascientifica del 20esimo e 21esimo secolo?

Da ormai più di una generazione, il viaggio nel tempo è entrato nella nostra cultura. In televisione abbiamo visto la straordinaria popolarità che serie come Doctor Who (1963-) e Star Trek (1966-) hanno riscontrato, senza dimenticare che proprio la serie ideata da Roddenberry spesso include, nella narrazione dei suoi episodi, storie di viaggi nel tempo. Questo avviene anche nei film che hanno seguito la serie TV, ad esempio Star Trek IV The Journey Home (1986) ed il reboot, diretto da J.J.Abrams, Star Trek (2009). L’utilizzo del viaggio nel tempo viene usato ancora in altri film di attualità, da The Time Traveller’s Wife (2009) fino ai film di Harry Potter (dove fra i trucchi magici troviamo il ‘time turner’). Nel primo indimenticabile film di Superman (1978), l’eroe (o meglio il supereroe) torna indietro nel tempo, invertendo ingenuamente (ma in maniera molto efficace per la narrazione) il senso di rotazione della Terra, per annullare l’opera di Lex Luthor (il lancio di un missile contro la Faglia di San Andrea… niente di che) e per resuscitare così la sua (eterna) fidanzata, deceduta nel terremoto scatenato dal missile. Nel fiorire di film basati sui supereroi Marvel (e D.C.Comics), ne troviamo anche uno che sfrutta il viaggio nel tempo come elemento narrativo X Men: Days of Future Past (2014).

Ciò che le storie precedenti a quella di Wells hanno in comune, è la casualità, l’arbitrarietà di questi “spostamenti temporali”. Non c’è un interesse attivo verso cosa ci attende nel futuro o una ricerca storica; inoltre in queste storie non traspare che il viaggio nel tempo possa appartenere in qualche modo al mondo materiale della scienza e della tecnologia, anzi essi sono “pilotati” da magie, sogni, fantasmi.

L’importanza del romanzo di Wells non sta nella narrazione (per quanto avvincente) ma per il suo rimettere ad un meccanismo, ad un “veicolo” realizzato dall’uomo, la potenzialità di spostarsi nel tempo. L’uomo decide (tranne eventuali guasti alla macchina stessa) dove andare. Questo è il motivo che spinge Wells a modificare il titolo della sua opera da “The Chronic Argonauts” a “The Time Machine”; è la macchina che permette lo svolgersi della storia, è verso la macchina che si rivolge la nostra attenzione. E come non possiamo allora citare la pura meraviglia ed onesta (e condivisibile) invidia che esprime Marty McFly nel memorabile Ritorno al Futuro (1985): ”Mi stai dicendo che hai costruito una macchina del tempo… con una DeLorean?”. E per tutti i numerosi fan di Doctor Who, il TARDIS è un personaggio reale come qualsiasi altro assistente del dottore stesso.

Una ragione per questa nuova attenzione sulla “macchina” è che rende controllabile qualcosa che, fino allora, era aldilà delle nostre capacità di controllo. I sogni, la magia.. sono cose che ricadono su di noi, che viviamo passivamente, come accade a Scrooge. La memoria, i ricordi del passato, possono tormentarci o farci sognare con nostalgia.. ma non possiamo fare nulla per modificarli. Una macchina del tempo, invece, è qualcosa che possiamo controllare. Questo è il sogno che cattura l’immaginario del ventesimo secolo. Si potrebbe fare un parallelismo storico fra questo “controllo” della macchina del tempo e la diffusione delle prime autovetture.

Non è possibile fare un resoconto completo dei racconti, dei romanzi e dei film in cui si parla del viaggio del tempo, ma fra il 1950 ed il 1960 furono scritte centinaia di storie, al punto da renderlo un concetto ben codificato nella cultura contemporanea. La maggior parte di queste storie ruota attorno alle due principali tipologie di paradossi temporali che, se il viaggio nel tempo fosse possibile, si potrebbero generare. Il primo è il paradosso del “loop temporale”, ovvero: potrei tornare indietro e diventare il mio stesso antenato se non addirittura genitore ?”. Il secondo è il “paradosso del nonno” : se tornassi indietro nel tempo ed uccidessi i miei nonni, i miei genitori non sarebbero mai nati e di conseguenza neanche io; ma se io non esistessi, non potrei tornare nel tempo per uccidere i miei nonni, di conseguenza io esisto e così potrei tornare indietro nel tempo per uccidere i miei nonni… etc. etc. Per quanto riguarda il primo paradosso, i testi chiave per la lettura sono due storie brevi di Robert Heinlein: By His Bootstraps (1941) ed All You Zombies (1958). Nel secondo, grazie allo svolgimento di una particolare trama temporale, il personaggio principale ha un figlio (che è se stesso) da una versione femminile di se stesso (precedentemente ad un cambio di sesso). Bizzarro. Potremmo anche dire che si tratta di un caso limite di “controllo” : la fantasia maschile di una perfetta autonomia ed autosufficienza; la propria esistenza scaturisce da se stessi, senza il bisogno di alcuna interazione con gli altri. Il fatto che questa fantasia sia “claustrofobica” (e anche un po’ psicopatologica) non ha impedito a questa storia breve di diventare uno degli esempi più significativi del genere. Il cinema si è spesso fatto “prendere” dalla bellezza strutturale di questo tipo di paradosso temporale: Groundhog Day (1993), Donnie Darko (2001), Deja Vu (2006), Source Code (2011) ed il recente Looper (2012) si appoggiano ad esso.

Qualsiasi paradosso invita alla ricerca di una soluzione. Quella più utilizzata nella narrativa è che il viaggio a ritroso nel tempo risulti in una realtà alternativa (o time-line) che parte e si dirama dal momento dell’arrivo del viaggiatore. Un esempio molto influente (e che è stato ripreso fino alla nausea) è il racconto di Ray Bradbury “A Sound of Thunder” (1952), nel quale un appassionato di caccia grossa, con licenza di viaggio nel tempo, durante una battuta al Tyrannosaurus Rex, accidentalmente calpesta una farfalla; al ritorno nel suo tempo di appartenenza trova che tutto è cambiato. Spesso sembra che tutto avvenga in maniera casuale, priva di controllo, ma l’importanza del protagonista, il suo ruolo centrale, ne esce rafforzato. Nel racconto di A.E. van Vogt “The Weapon Shops of Isher” (1951), un viaggiatore nel tempo perde il controllo della propria nave, iniziando ad altalenare fra gap temporali sempre più ampi, immagazzinando una energia così potente da proiettarlo verso un ultimo salto indietro nel tempo, fino al BigBang, il momento della creazione del cosmo, di cui lui stesso è artefice (e vittima). Come immagine dell’onnipotenza catastrofica dei viaggiatori nel tempo, ammetterete che questa è difficile da battere.

Facciamo una piccola parentesi su come i viaggi nel tempo vengono illustrati. I libri, come sappiamo, sono degli strumenti per facilitare il nostro accesso alla narrativa, mentre il cinema e la televisione utilizzano strumenti più complessi e moderni per fare lo stesso. Cine e Tele mostrano immagini in movimento mentre i libri usano parole statiche (anche se le parole non sono mai ‘statiche’). Di fatti il concetto stesso di “viaggio” (come movimento) nel tempo rende chiara la differenza di applicazione: la facilità con cui delle immagini possono scorrere in avanti o indietro può rappresentare l’apparente movimento nel tempo. Non solo: queste immagini, questi “spezzoni di tempo” possono essere delle foto (cioè immagini statiche) od il consueto scorrere della pellicola.
Un esempio (anche di ricerca estetica) del primo caso lo abbiamo con il film di Chris Marker “La Jetée” (si tratta del termine che indica uno spazio, in questo caso una terrazza, che consente, ai visitatori di un aeroporto, la veduta del traffico aereo). Il “film” del 1963 si svolge in un mondo devastato dalla Terza Guerra Mondiale. Un prigioniero (Davos Hanich) è inviato decenni indietro nel tempo nella Parigi pre-guerra, dove scoprirà la verità su una memoria che lo assilla dalla sua infanzia: era accanto ad una donna (Helene Chatelain) sulla terrazza (la jetée) dell’aeroporto di Orly mentre un uomo viene ucciso. Viene definito come film ma in realtà è composto quasi esclusivamente da foto in bianco e nero, una modalità di realizzazione che contrasta con la “fluidità temporale” del cinema convenzionale, ma che evoca la umana abitudine di consultare il nostro passato, guardando vecchie foto in bianco e nero, poiché è una riflessione sulle memorie ed i traumi dell’infanzia e di come esse si schiudano, mostrando il loro significato, quando si è adulti. Ovviamente l’uomo ucciso nella memoria del protagonista, da bambino, è se stesso, un riferimento esistenzialista d’inevitabilità, di come la nostra morte sia predeterminata. Il titolo stesso ‘La Jetée’ evoca il passato: ‘là j’étais’ ovvero ‘ero là’.



Gli adattamenti cinematografici della narrativa dei viaggi nel tempo sono estremamente numerosi, anche se la pietra miliare fu l’adattamento fatto da George Pal, nel 1960 della storia di Wells “La macchina del tempo”. A dire il vero questo film primeggiava più per i costumi di scena ed allestimenti di età Edwardiana che per le sue caratteristiche di “fantascienza”… come in fondo anche alcune serie TV della BBC come Doctor Who e Adam Adamant Lives! (1966-68).
Negli anni ’80 vi fu un ritorno di fiamma relativo ai viaggi temporali, scatenato da un blockbuster particolare, non più un esercizio di nostalgia Edwardiana ma con del sano terrore Cyber tecnologico. Parliamo ovviamente di Terminator di James Cameron (1984) il quale collega i viaggi nel tempo con il senso di pericolosità (ed ansia) dovuto al crescente aumento di meccanizzazione e di computerizzazione che stava dominando l’Occidente. Di nuovo, il “desiderio di controllo”, come già successo ad inizio secolo ?

La trama la conoscete sicuramente: Arnold Schwarzenegger è un robot umanoide proveniente dal futuro, un Terminator, inviato nel passato da un malvagio network di computer “Skynet”, per uccidere una donna chiamata Sarah Connor che, nella Los Angeles del 1980, darà la luce a John Connor, il bambino che crescerà fino a divenire l’artefice della sconfitta dei computer nella loro lotta contro l’umanità. Dal futuro gli uomini inviano uno dei loro soldati a proteggere Sarah Connor. Il colpo di scena è che Kyle Reese, il soldato, e Sarah Connor, si innamorano; è lui il padre di John Connor e, nel tentativo di distruggere il figlio di Sarah Connor, Skynet non fa altro che provocare la sua stessa sconfitta. Reese si era innamorato di Sarah guardando, nel futuro, una sua foto. Come ne “La Jetée”, troviamo una certa simmetria narrativa e la nostra sensibilità ne esce rincuorata dal fatto che, nonostante la cronologia sia stata perturbata, si aggiusta tutto fino ad arrivare ad una linea temporale dove la razza umana vince. Il tema di “Terminator” è l’implacabilità. Reese descrive il Terminator a Sarah Connor :”non si può patteggiare con lui, non si può ragionare con lui, non conosce pietà, ne rimorso, ne paura… niente lo fermerà prima di averti eliminato, non si fermerà mai.”
Questo aspetto immaginativo deriva dalla tradizione culturale del “memento mori”, ovvero “ricordati che devi morire”. D’altronde la vera forma del Terminator, tolta la finta carne che lo riveste, è quella di uno scheletro cromato, completo di teschio ghignante. Nella tradizione storica l’implacabilità della morte viene spesso associata ad un concetto naturale, malattia, carestia, vecchiaia. Ora è invece trasfigurata in un ordigno creato dall’uomo, il che lo rende ancora più spaventoso.

L’altro grande franchising cinematografico degli anni 80 è “Ritorno al Futuro” di Robert Zemeckis, che giocava con i paradossi del viaggio temporale, creando trame complesse e più che piacevoli; una ragione del suo successo era anche dovuta al suo appigliarsi alla possibilità di esaminare il passato della propria famiglia, una sorta di “Happy Days”, in una piccola cittadina americana. Il secondo episodio (forse il meno riuscito) mostrava una visione satirica sulla società dei consumi del prossimo futuro (quello che stiamo vivendo ora?), per concludersi poi con il nostalgico e romantico finale del terzo episodio, sulla scia de “C’era una volta il West”.

Comunque sia, nonostante le differenze stilistiche ed il tono ovviamente più allegro, anche il succo di questa serie non si discosta da quello di Terminator. La “storia” (la successione degli eventi) non deve essere modificata – la linea temporale registra questi cambiamenti fino a cancellare lentamente Marty McFly da una fotografia, denotando il suo passaggio a creatura inesistente. Ciò che deve cambiare invece è la personalità degli individui. In particolare, il padre di Marty deve imparare ad affrontare i bulletti che lo assillano (“Pronto, McFly, c’è nessuno in casa?”) e a vincere la sua codardia, mentre Marty deve imparare qualcosa di diametralmente opposto – controllare la sua irascibilità, resistere alla provocazioni (“Nessuno può chiamarmi fifone!”) ed in generale comportarsi in modo meno aggressivo e sconsiderato. Entrambi gli uomini imparano queste lezioni e sono ricompensati – non solo il padre di Marty è nel presente un uomo di successo, ma ha realizzato il suo sogno di diventare un scrittore di fantascienza. Marty torna dalla sua fidanzata ed evita di essere annullato. C’è, in altre parole, una sorta di conservazione esistenziale nei viaggi del tempo del cinema, qualcosa che torna ad essere quello che è. Alcuni critici hanno esplorato le analogie fra le qualità formali della rappresentazione cinematografica ed il viaggio nel tempo.

Nei film si può facilmente velocizzare o rallentare l’apparente passaggio del tempo; far andare un film a ritroso da il senso di come il mondo esterno possa apparire a qualcuno che viaggia contro il vettore della freccia del tempo. Tagliare alcune scene permette di “tagliare” senza sforzo momenti (o eoni) di tempo (forse uno dei più famosi tagli cinematografici è quello fra l’uomo preistorico che lancia l’osso in aria e l’astronave che percorre la sua orbita in 2001: Odissea nello spazio (1968). Mentre guardiamo un film non viaggiamo letteralmente avanti di migliaia di anni.. ma l’illusione incanta maggiormente lo spettatore perchè viene resa in modo visuale.

A questo proposito citiamo un film di Rene Clair “Paris qui dort” (Parigi che dorme) del 1925. Si tratta di un film muto, della durata di 35 minuti, rilasciato in Inghilterra con il nome “The Crazy Ray”. Uno scienziato pazzo ha inventato un raggio misterioso che sperimenta su Parigi, facendo addormentare tutta la popolazione cittadina, con le persone che rimangono congelate, immobili come statue. Albert, il guardiano di notte della Torre Eiffel – rimasto immune assieme alla nipote dello scienziato grazie all’altezza – si accorge, al suo risveglio, che la capitale è paralizzata. Solo cinque persone arrivate in aeroplano sono sfuggite all’incantesimo e camminano per la città deserta. Anche se non si tratta nello specifico di narrativa “dei viaggi del tempo”, mostra le possibilità “ludiche” dell’obbiettivo fotografico: la stessa macchina che crea l’illusione del movimento è in grado di fermarlo, accelerarlo, rallentarlo, mandarlo a ritroso. Il rapporto fra le immagini statiche de “La Jetée” e le riprese in costante movimento di “Terminator” è incarnato nella iterazione fra i parigini “congelati” e quelli in movimento di questo divertente film. E’ certamente una pellicola che parla della cinematografia.

Abbiamo iniziato a parlare dei viaggi nel tempo con H.G.Wells nel 1890.. ma non è una strana coincidenza che in quegli stessi anni i film diventano una forma d’arte e non più una “curiosità” ? Vi sono quindi dei punti di contatto, sia metaforici che reali, fra fotoni e tachioni?

Nel prossimo articolo parleremo dei nostri deliri sul viaggio nel tempo.. a presto (si fa per dire).

P.S. Ho iniziato a scrivere questo articolo a Novembre 2016… più viaggio nel tempo di così..

Alien 5: l’eterno (mancato) ritorno..

E prima si fa..

E poi non si fa perchè Ridley Scott ha detto “Gnò! Prima deve uscire Covenant, sennò lo dico alla maestra!

E poi Covenant fa flop (e ce credo… già Prometheus non era un bijoux).. ed allora noi fan ad esultare.. “forse Blomkamp ci ripensa.. magari anche Sigourney..”..

No no.. niente da fare.. Neill Blomkamp ha confermato definitivamente che il suo interesse si è spostato altrove, pur avendo tweettato dal suo account alcuni concept di quello che poteva essere Alien5:

Terrificante, no?
Purtroppo ecco il tweet in cui Neill ci da la conferma definitiva:

“Si, ho deciso di dedicarmi ad altro. Mi sarebbe piaciuto mostrare ai fan un po’ delle cose che abbiamo creato.. E’ stata una incredibile opportunità di lavorare nel mondo che Ridley (Scott) e James Cameron hanno creato. E di collaborare con Sigourney.”

Beh.. non ci resta che sperare nella Disney, ora che è la proprietaria del franchising (dopo l’acquisizione della Fox)..

Gli ultimi Jedi: cosa ne pensate?

Insomma.. lo avete visto? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti, spoiler compresi!

Personalmente (CMDR Nijal) ho deciso di non andare a vederlo al cinema.. la delusione de “Il risveglio della forza” mi ha decisamente tolto la voglia di assistere all’ulteriore scempio di questa saga.
Per quanto mi riguarda, Star Wars è morto con Darth Vader in “Il Ritorno dello Jedi”.

Vi lascio per il momento con una visione dei giorni che verranno.. quando la Disney ribalterà tutto.. in una galassia lontana lontana.

Gli ultimi Jedi

13 Dicembre 2017.
No, non è la data della fine del mondo, prevista da qualche stregone maya o da Giacobbo..
E’ la data in cui verrà proiettato nelle sale Episodio VIII, il penultimo della nuova trilogia..

Cosa sappiamo di questo film ?
Luke passerà al lato oscuro ?
O forse lo farà Ray..?
Forse Chewbacca ?

Beh, mi spiace dirlo ma le mie aspettative per questa trilogia (e per quella successiva…!) sono molto basse.
Disney ha infatti annunciato una nuova trilogia, con personaggi completamente nuovi, scritta e diretta da Rian Johnson.
Purtroppo questo “frustare il cavallo morto”, per spremere soldi e vendere merchandising a tutti i costi, mi ha fatto disamorare di Guerre Stellari.

Ma vediamo il trailer in italiano.

Alien Day 2017

Saluti da LV426! Oggi celebriamo l’Alien Day 2017.

Perché oggi? Perché gli americani (maestri di celebrazioni e simili), conteggiando la data nel formato Mese/Giorno, hanno colto la corrispondenza fra il 26 Aprile, per loro il 04/26 ed il nome del planetoide dove si svolge il primo Alien, ovvero l’LV426.

In tutto il mondo ci saranno proiezioni del film del 1979.. ed in Italia non saremo da meno:

L’Alien Day arriva anche al Cinema Arcadia di Melzo (MI)! Il 26 Aprile (oggi) vi aspettiamo dalle 20:00 per celebrare il ritorno della saga Alien con la proiezione della versione rimasterizzata di Alien (1979), seguita da un saluto e un’introduzione di Ridley Scott e da due lunghe scene in esclusiva del nuovo Alien: Covenant.

A Roma, al cinema Adriano, verrà riprodotta l’ambientazione del film con un allestimento, in forma di tunnel, dedicato all’iconica grotta dove lo Xenomorfo si riproduce. Un’esperienza da non perdere con scenografia, audio e video. In tutte le sale dove sarà celebrato l’Alien Day i fan potranno ricevere l’albo speciale di Alien edito da saldaPress ed un codice per vedere Prometheus su Wuaki, la piattaforma digitale che permette di acquistare e noleggiare i propri film, le ultime novità e preordinare i film al cinema con un’eccezionale alta definizione e senza abbonamento.

In attesa di Alien: Covenant

Alien Legacy: ovvero, in attesa di Alien: Covenant! su Rai 4 tutti i film in versione integrale.

In attesa di Alien: Covenant, dal 24 aprile al 5 giugno, Rai 4 dedicherà la prima e seconda serata del lunedì alla proiezione di tutti i film della saga

Manca ormai meno di un mese all’arrivo nelle sale cinematografiche – previsto per l’11 maggio –  di Alien: Covenant, nuovo capitolo (ne abbiamo parlato in numerosi articoli) della saga cult Alien iniziata dal maestro Ridley Scott, regista anche di quest’ultimo film. Le vicende dell’ extraterrestre più celebre e terrificante di sempre arrivano su Rai4 a partire da 24 aprile, con un eccezionale appuntamento settimanale in prima serata che proporrà, ogni lunedì alle 21.05, tutti i film in versione integrale.

Il ciclo Alien Legacy inizierà naturalmente  dall’indimenticabile Alien, diretto da Ridley Scott nel 1979 e vincitore di un Oscar per gli effetti speciali, e si concluderà il 5 giugno con Prometheus. Rai4 sarà partner di 20th Century Fox anche per l’Alien Day il 26 aprile, il giorno dedicato in tutto il mondo alle celebrazioni della saga di Alien.

Per quanto riguarda l’Italia, l’Alien Day sarà celebrato in 6 cinema, in 6 diverse città: Roma (Cinema Adriano); Milano (Arcadia di Melzo); Firenze (The Space); Modena (Cinema Victoria); Torino (UCI); Bari (UCI) e comprenderà la proiezione del primo Alien (1979), in versione Director’s Cut rimasterizzata, il saluto e l’ introduzione di Ridley Scott e la proiezione di lunghe scene in esclusiva del nuovo Alien: Covenant.

L’evento sarà ad ingresso gratuito, in modo che qualunque fan possa rivivere sul grande schermo (o scoprire per la prima volta) le forti emozioni della pellicola che ha ridefinito i canoni del genere sci-fi, pregustando inoltre i primi 15 minuti del nuovo attesissimo capitolo della saga.

A Roma, presso il cinema Adriano, verrà riprodotta l’ambientazione del film con un allestimento, in forma di tunnel, copia della grotta dove Alien si riproduce. In tutte le sale dove sarà celebrato l’Alien Day i fan potranno ricevere l’albo speciale di Alien edito da saldaPress. L’evento sarà seguito da Rai4 sia per i Social sia per il programma Kudos che dedicherà la sua prima puntata dell’8 maggio al film, con un servizio su Alien Covenant.

L’appuntamento con il  ciclo Alien Legacy  è per ogni lunedì a partire dal 24 aprile, alle h 21:05

Aprile

24/04: Alien di Ridley Scott

26/04: Alien – Director’s Cut di Ridley Scott (in seconda serata)

Maggio

01/05: Aliens – Scontro finale di James Cameron

08/05: Alien 3 di David Fincher

15/05: Alien – La clonazione di Jean-Pierre Jeunet

22/05: Alien vs Predator di Paul W.S. Anderson

29/05: Predators di Nimród Antal

Giugno

05/06: Prometheus di Ridley Scott

Link all’articolo originale su Cinematographe.it:

https://www.cinematographe.it/153467/cinema-in-tv/alien-legacy-alien-covenant-rai-4-film-versione-integrale.html

Noi ovviamente faremo il possibile per non farci mancare questo evento! (anche se poi sarà dura dormire la notte…)

Ghost in the Shell: il Film [Recensione]

Era da un po’ che non riuscivo ad andare al cinema per qualche filmetto di Fatanscienza ma nei giorni scorsi sono riuscito a trovare il tempo: a dire il vero ero indeciso se vedere Life o Ghost in the Shell… alla fine la mai passione per il Giappone e per l’anime in questione l’ha avuta vinta. Ed eccomi così a parlarvi della trasposizione cinematografica del famoso Manga (prima) e anime (poi nel 1995) di Masamune Shirow. Anche il fatto di avere l’opportunità di vedere il film in IMAX mi ha dato un incentivo in più: di solito l’effetto WOW è garantito!

C’è ancora qualcuno che non conosce Ghost in the Shell? beh con questo film avrete tutte le risposte che nel manga/anime erano solo nel vostro immaginario! e anche troppo! il Film in versione Fanta-supereroi-americani vi spiattella tutto fin dall’inizio e addio immaginazione che tanto ci aveva affascinato in passato. Eh sì, perché c’è un motivo per il quale Ghost in the Shell (assieme ad Akira, e per la TV, Neon Genesis Evangelion) è considerato l’esponente più rappresentativo di una certa era dell’anime nipponico, nonché di un modo di trattare i temi della fantascienza animistica. Ed è proprio questo stile narrativo giapponese che amiamo tanto perché lascia ampio margine di interpretazione, suggerendo le trame senza spiegarle fino in fondo. Ingarbugliati, spesso poco chiari e di forte impatto visivo, piuttosto che attenti alla chiarezza narrativa, questi film/serie sono le punte massime di un cinema misterioso che evoca più che narrare linearmente. Qui non si evoca invece proprio nulla ma si dà largo spazio all’immagine spettacolarizzata e all’azione (neanche troppo frenetica)

Invece mentre guardavo l’originale Ghost in the Shell e lo stesso Blade Runner (due opere fondamentali del genere cyberpunk tra gli anni ’80 e ’90) immaginavo (devo ammettere un po’ terrorizzato) il futuro e mi chiedevo se il ventunesimo secolo sarebbe stato come quello grigio e “malandato” dipinto da molta della narrativa di fantascienza. (Ma per fortuna un po’ di positività mi arrivava dal futuro descritto in Star Trek). Ora che siamo giunti al 2017, il cinema di stampo statunitense ci fa guardare indietro sull’onda di quel fenomeno nostalgia che porta a riproporre franchise di successo in assenza di nuove idee. Infatti, proprio quest’anno, quei due capolavori di fantascienza tornano sul grande schermo. In attesa del sequel di Blade Runner, in arrivo il prossimo autunno, il manga di Masamune Shirow, già trasposto nel sontuoso film d’animazione di Mamoru Oshii, diventa appunto un live-action ma le tematiche filosofiche e metafisiche dell’opera originale si perdono completamente e ci si conforma alle convenzioni più dozzinali del cinema d’intrattenimento per un pubblico generalista.

Per chi non ne sapesse nulla di questo genere fantascientifico: vi troverete immersi in un futuro non troppo lontano dove gli impianti cibernetici che amplificano le capacità umane sono ormai la prassi. In questo Ghost in the Shell, Il Maggiore Mira Killian è un cyborg fornito di un cervello umano anziché di un’intelligenza artificiale, singolare risultato di un esperimento della Hanka Robotics (e quindi munita di uno spirito chiamato “Ghost”). Mira collabora con la task force della Sezione 9, un’agenzia che combatte il cyberterrorismo, e dà la caccia al misterioso Kuze, un hacker che prende di mira tutti coloro che sono coinvolti nel Progetto 2501.
Inoltre quasi tutti gli abitanti di questo futuro sono “aumentati” con componenti cibernetiche (ma non si capisce perché mai queste componenti dovrebbero essere così visivamente invasive?!) ma il Maggiore, in mezzo a tutti, è un essere unico e come tale solo! Essa è anche l’unica a soffrire di allucinazioni… ma non vi dirò altro altrimenti vi svelerei quel poco che resta della vostra immaginazione! Comunque l’intera trama è incentrata su due aspetti. Da un lato essa si concentra sulla ricerca della protagonista del suo passato dimenticato (da cui appunto le allucinazioni). Dall’altro, e qui si semplifica ancora eccessivamente il messaggio dell’opera originale, si riduce tutto all’idea che la sostituzione dei corpi umani con shell artificiali sia un male.. (paura più che motivata negli anni 80-90… ora forse un po’ meno).. In definitiva si riprende parte dalla traccia del film del ’95, tentando invano di rendere la vicenda imprevedibile anche per gli appassionati, ma si tratta dell’ennesima storia delle origini dell’eroina di turno con un arco narrativo che a qualcuno potrebbe ricordare anche RoboCop…

Riguardo all’ambientazione diamo per scontato che si tratti di Tokyo così come lo è stato per il manga/anime e il film fa un lavoro notevole nella creazione della metropoli futuristica. E’ umida e grigia, vagamente retrofuturistica, nonostante lo sfarfallio eccessivo di realtà aumentata, ricordandoci vagamente Blade Runner. Direi che il fascino del disegno animato resta inarrivabile ma è stato fatto un lavoro enorme per riprodurre la stessa visione: la Tokyo del futuro, perde la decadenza e la tangibilità della versione originale divenendo una cacofonia kitsch di ologrammi pubblicitari in realtà aumentata che sembra voler rifare il verso più al sopracitato film di Ridley Scott che all’apparato visivo del manga-anime.

Il film ha anche dovuto affrontare la spinosa controversia sul whitewashing per la scelta di affidare a Scarlett Johansson il ruolo della protagonista, Motoko Kusanagi, qui ribattezzata Mira Killian. Siamo anche disposti a passare sopra al discorso etnico, in fin dei conti si tratta di un cyborg dall’aspetto sintetico, se non fosse che il whitewashing invade anche la trama relativa al background della protagonista. Potremmo definirlo un meta-whitewashing! Ma personalmente lo posso perdonare solo perché la Johansson è una delle attrici più pagate (nonché più belle) di Hollywood ed è ovvio che garantisce da sola ritorni importanti al botteghino. Molti la hanno ritenuta fisicamente inappropriata al ruolo ma io mi chiedo chi lo sarebbe stata per avvicinarsi alle proporzioni irreali dell’androide originale? Invece io ritengo che non sia affatto semplice interpretare un ruolo del genere: riuscire a essere gelida come un robot ma al tempo stesso esprimere un certo malessere interiore non è cosa da poco…

Per quanto riguarda invece il rendering grafico delle parti cibernetiche sono davvero poche le critiche che si possono muovere. Non vi è alcuna percezione di stacco tra gli elementi reali e quelli in computer grafica. Bellissimo il concept della Geisha-robot, felice coniugazione di robotica e tradizione.

Anche la caratterizzazione grafica dei personaggi risulta essere di alto profilo: la fantasia mostrata sugli impianti cibernetici è molto ampia… Forse però c’è da chiedersi perché in tutta questa fantasia di grafica e colori sfavillante, abbiano usato 2 tappi neri come occhi del (ben caratterizzato) Batou: ok che il suo personaggio originale era così ma il tutto stona in un contesto così rimodernizzato…. Molto belli poi i mezzi di trasporto, mantengono un certo stile retrò/spigoloso/aerodinamico pur con una veste moderna anche se  il mecha-design del blindo-ragno, perde la mobilità del concept originario e assomiglia a uno stile più vicino a Metal Gear.

I dialoghi tra le parti sono purtroppo alquanto ripetitivi e monotoni ma la fanno da padrone le buone scene d’azione a risvegliare l’interesse e l’effetto 3D dell’IMAX è usato con grande effetto e mi fa restare sempre vigile sulle immagini più che sulla trama.

D’altra parte, alcune immagini sono molto belle e richiamano fortemente la versione animata… tuttavia sono mostrate di fretta e senza l’enfasi che meriterebbero, come se si avesse paura di rallentare il ritmo e disturbare il pubblico moderno… Un esempio su tutti è la scena finale che è pressochè identica all’originale, dove si mette in scena la forza di volontà umana capace di travalicare un corpo disumano, spingendolo al massimo, fino a gonfiarlo e sventrarlo per mostrare tutta la propria determinazione… Questa scena così epica e emotivamente forte nell’originale passa qui invece quasi senza lasciare traccia nella nostra mente…

Insomma per dare un giudizio su una trasposizione cinematografica di un fumetto (o di una serie), va tenuto sempre tenere conto che si devono comprimere i contenuti  in due ore. Nel film Ghost in the Shell, questa compressione ha purtroppo (come immaginavo già prima della visione stessa) svilito lo spessore e la profondità del lavoro di Shirow. Esigenze di mercato impongono che il messaggio sia diluito per abbracciare la più grande fetta di pubblico possibile tuttavia se questo era l’intento credo si abbia comunque fatto un discreto lavoro. Nota positiva sui titoli di coda potrete riascoltare la colonna sonora originale dell’anime: una goduria per i sensi!

Ghost in the Shell risulta essere un film comunque godibile solo se non si conosce il manga e il successivo anime. Se invece l’opera originale è nota, il film vi lascerà con un grosso nodo alla gola e l’amaro in bocca! (e mi limito a questo) Tuttavia per i più giovani che non conoscono l’opera originale può anche essere un ottimo incentivo per conoscere successivamente meglio le sue straordinarie origini.

Vi lascio col trailer del film in italiano… a presto!

Alien Covenant : trailer italiano e prequel

Allora.. è uscito il secondo trailer di Covenant, che è il sequel di Prometheus, che è il prequel di Alien.

Già mi gira la testa.

Non solo.
Di Covenant hanno fatto un mini prequel, chiamato “l’ultima cena”.
Eccovelo, in versione sottotitolata in Italiano.

Piaciuto? Beh, almeno ci sono dei personaggi un po’ più reali di Prometheus.. ah ah ah..

Comunque ecco, per la gioia dei vostri occhi (e per le palpitazioni del vostro cuore bionico), il secondo trailer di Covenant, in Italiano.

..ma il secondo trailer sarebbe come un sequel del primo trailer..?

Una canaglia spaziale: qualche news del film su Han Solo

Con una data di uscita nelle sale non ancora confermata (chi parla del 25 Maggio 2018, chi del 13 Dicembre 2018), il film farà parte della serie “A Star Wars Story” come il precedente “Rogue One” (ne avevamo parlato in numerosi articoli…).

Il cast del film, riunito nello stretto abitacolo del Millennium Falcon!

I registi di “The Lego Movie” (Phil Lord e Chris Miller) stanno già lavorando al film stand-alone su Han Solo, per la sceneggiatura di Lawrence e Jon Kasdan. Siamo ancora nelle prime fasi delle riprese ed il cast non è ancora al completo. Nella foto vediamo Alden Ehrenreich nel ruolo di Han Solo, Donald Glover sarà Lando Calrissian, Woody Harrelson, ed Emilia Clarke (nota a tutti per il suo importante ruolo in Game of Thrones).

A quanto sembra il film non ci farà vedere la storia di Han da bambino ma si svolgerà sugli anni appena precedenti al suo incontro con l’alleanza ribelle (ovvero Star Wars: una nuova speranza).
Anche il ruolo di Lando Calrissian, interpretato da Donald Glover, lo conferma: “Questo film mostrerà Lando e Han negli anni in ci sono diventati delle canaglie, dei contrabbandieri di prim’ordine nella malavita galattica.”
“Nessuno vuole cambiare ciò che già conosciamo di Han” dice il boss della Lucasfilm, Kathleen Kennedy: “Identificheremo degli aspetti chiave della vita di Han per farvi capire come e perché è diventato il personaggio che tutti noi amiamo”.
Lawrence Kasdan, che è il co-sceneggiatore del film ha detto un paio di cose in merito, durante una intervista a The Empire Podcast. : “Non credo che vi dobbiate preoccupare, non sarà un film su come è nato e chi lo ha cresciuto. Vi faremo vedere invece come era 10 anni prima, magari ci sarà qualche piccolo flashback, ma vogliamo principalmente farvi vedere cosa lo ha fatto diventare la persona che Ben e Luke incontrano nel bar su Tatooine. Il film non è tanto sulla sua storia specifica ma sui processi che lo hanno plasmato. Anche in Star Wars: una nuova speranza, Han non ha ancora raggiunto una sua maturazione: difatti si trasformerà da contrabbandiere ad eroe dellla Ribellione.

Kurosawa ha detto una volta che :”gli eroi sono quelli che subiscono un cambiamento, mentre i cattivi, i nemici sono quelli che sono bloccati, pietrificati nel loro ruolo”. Harrison Ford, nella sua ultima e tragica apparizione in “Il risveglio della forza” (qui la nostra recensione) non ha ancora trovato una sua collocazione interiore.. che sia essa come contrabbandiere, marito o padre.”

In ogni caso, ricordatevi che Han spara sempre per primo!

Fantascienza su Netflix


Non sapete cosa guardare in TV? Avete consumato tutti i vostri blu-ray? Gandalf ormai ve lo sognate di notte?

Nessun problema vi consiglio qualche programma scientifico-fantascientifico su Netflix!

Documentari

Nella categoria documentari vi consiglio moltissimo la serie Cosmos:odissea nello spazio.

Presentato dal famoso astrofisico Neil deGrasse Tyson, amico del grande Carl Sagan, che tra l’altro presentò lo show originale Cosmos.

Diretto e prodotto da Brannon Braga (Star Trek )

Questo show vi catapulterà indietro nel tempo, milioni di anni fà!  nel cuore della  storia del nostro universo, conoscerete grandi personaggi come appunto Carl Sagan, e non solo… Insomma è un Must.

Ve lo consiglio vivamente, c’è da imparare molto.

Serie TV

Netflix è una piattaforma perlopiù famosa per le sue innumerevoli serie, perciò ve ne consiglio qualcuna…

  • Stranger Things la nostra recensione qui
  • Star trek: tutte le serie comprese quella animata sono disponibili su Netflix, perciò se non l’avete mai viste approfittatene!

Film

  • Star trek: l’ira di khan e Rotta verso la terra, sono gli unici due film Trek disponibili, gli altri la cui licenza è terminata tempo fà, attualmente non sono presenti, ma probabilmente verranno riassortiti in futuro.
  • Spectral (Netflix original), è un buon film, ambientato sulla terra, in un non specificato paese dell’est Europa, devastato da guerre, qui i protagonisti dovranno capire e soprattutto sconfiggere dei “fantasmi” per così dire, che vagano e uccidono. (Niente di sovrannaturale, si basa su una reale teoria scientifica) se siete curiosi, vi invito a guardare il film. 🙂

  • Punto di non ritorno, è ormai un classico del cinema horror, ha ispirato in parte il videogioco Dead Space, (di cui ne ho parlato qui) non rappresenta nelle sue scene il massimo realismo cosmico, ma nonostante degli erroracci, è un film da vedere.

Per il momento è tutto! Buona visione.

Un organismo perfetto, tutto fatto di mattoncini

L’immagine sopra riportata esprime perfettamente la mia sensazione dopo aver letto l’ultimo tweet di Neil Blomkamp:

Nel tweet un fan chiede a Neil Blomkamp quali siano le possibilità che Alien 5 (con Sigourney Weaver) sia realizzato e la lapidaria risposta è stata.. “scarse”.

Vabbè… tutta colpa dei ritardi causati dal divieto dato da Ridely Scott alla realizzazione di Alien5, per dare precedenza a Prometheus 2 (aka Alien Covenant)?

Ma consoliamoci con alcune chicche, sempre inerenti il mio amato Xenomorfo. In molti si sono cimentati nella realizzazione de “un organismo perfetto” (tanto per citare Ash) fatto in mattoncini Lego.

Un facehugger (a dimensioni reali)

Il chestburster

Un alien che appare dal basso

Ed infine Alien realizzato dagli Arvo Brothers.

Mi sono soffermato su questa opera d’arte degli Arvo Brothers, vista la qualità e la dimensione finale dell’oggetto. Più di 50 cm di cattiveria aliena. Sul loro sito è possibile acquistare, per €26, il libro sulla realizzazione, lo studio e le foto fatte a questo set. Inoltre sono incluse le istruzioni per realizzarlo. Sono stato molto tentato all’acquisto ma poi ho scoperto che ordinare tutti i pezzi necessari per la costruzione, sarebbe costato attorno ai €350. Inoltre si tratta di pezzi abbastanza rari da trovare. Chi lo ha costruito, li ha ordinati da 15 negozi diversi, sparsi per il mondo.
E’ anche vero che nulla vieta di realizzarlo a modo proprio, sostituendo alcune parti.

Ma è così difficile realizzarlo? Giudicate voi da questo timelapse della costruzione:

E per finire una galleria di immagini su Flickr, realizzata da Brothers Brick, con alcune scene di Aliens, tutte fatte con il Lego.

Bilancio del secondo anno

Eccoci, esattamente un anno dopo il nostro primo bilancio, a raccontarvi come stiamo e a fare il punto della situazione. Come stiamo ? a parte le influenze venusiane e le indigestioni di conigli arturiani, tutto bene, grazie. E voi ?

Durante il 2016:

Abbiamo partecipato alla spedizione Distant Worlds, con risultati divergenti (io sono morto…), ma alla fine siamo riusciti ad incontrarci a Sag A.

In Elite abbiamo scoperto i primi segni di vita aliena, vi abbiamo parlato di The Engineers, del messaggio nascosto nella Unknown Probe, della caccia ai segnali alieni. Vi abbiamo inoltre parlato delle scoperte dei relitti alieni,

Come per l’anno scorso, le traduzioni in italiano delle newsletter ufficiali di Frontier ci hanno portato molti accessi.

Dal punto di vista cinematografico vi abbiamo presentato le recensioni di “Il risveglio della forza“, di “Gravity“, di “Deadpool“, di “Star Trek Beyond” e “Passengers

Vi abbiamo parlato di Fangs, il fumetto ispirato da Elite Dangerous e ne abbiamo anche tradotto alcune uscite.

In ambito videoludico il nostro CMDR 10Bad ha recensito il gioco “Star Trek: timelines” e “Tom Clancy’s The division“.

E nel mondo reale ? Il 2016 si è portato via David Bowie, il giovane Anton Yelchin, abbiamo osservato le onde gravitazionali, abbiamo partecipato allo Star Wars day, e alla Star Wars music parade. Non dimentichiamo la partecipazione di Wolf974 alla conferenza “Spazio e Design“.

Veniamo ai numeri, ecco la statistica sugli accessi che mostra quanti di voi si sono collegati al nostro blog.

I risultati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso? 92% di sessioni in più, 117% di visualizzazioni delle pagine in più, ed è aumentato del 62% il tempo di permanenza sul sito.

Beh, cosa ci aspetta per il 2017 ? Sicuramente festeggeremo il nostro anniversario e posteremo un reportage dell’evento. Stay tuned!!

Passengers [Recensione]

Rieccoci tornati su questi schermi dopo le scorpacciate natalizie… e, a proposito, colgo l’occasione per augurare Buon Anno a tutti i nostri lettori.

Tuttavia noi Spacejokers non siamo mai fermi e abbiamo approfittato di qualche giorni di meritata vacanza interstellare per andare al cinema. Tuttavia, come saprà bene chi mi segue, non sono un’amante di Star Wars e quindi non ve ne parlerò… invece sono andato a guardare Passengers. Annunciato come Blockbuster d’autore natalizio, ma stroncato dalla critica, ero curioso di vederlo con i miei occhi non offuscati da opinioni esterne.

Come di consueto, eviterò di riportare Spoiler importanti sugli avvenimenti della trama ma nel caso che avessi il bisogno di farne, vi avviserò per tempo e la parte in questione sarà evidenziata in colore azzurro.

Il primo Spoiler che mi sento di fare è nei confronti del Trailer: quindi questa parte vi consiglio di leggerla ad ogni modo poiché vi permetterà di capire se è un film che fa per voi oppure no: in pratica il film non viene promosso nel trailer e nei poster per come poi è realmente! In questi, da sempre, si tende a dare una versione più commerciale (ahimè!) possibile del film. Stavolta esiste una differenza clamorosa che mi sembra importante spiegare anche se implica quasi rivelare il finale della storia…. (ma tranquilli non lo farò!)
In pratica, il trailer completo spiega più o meno la storia per come è ma alla fine su schermo nero si sente la voce del protagonista maschile Chris Pratt affermare che i due sono stati risvegliati per una ragione. Messo lì, alla fine, il dettaglio è fondamentale perché dà al film un tono avventuroso, implica un nemico o un complotto, implica la lotta contro qualcuno o qualcosa, un mistero da svelare, un piano ordito, insomma l’avventura classica. Niente di tutto ciò. Quella frase non è presente e nemmeno quel concetto. È un’invenzione del trailer che non ha nessun legame e nessun contatto con quello che il film è realmente. (qui di seguito il trailer “incriminato”)

Fatta questa premessa, è difficile imbrigliare la pellicola come puro film di fantascienza: poiché da un lato il film ha ambizioni “esistenziali” riguardanti le complessità del vivere umano, combattuto tra il proprio essere indipendente e solo, e il suo istinto di animale sociale; Dall’altro il romanzo fatto di aneliti, amplessi, conflitti e riappacificazioni tra uomo e donna. Molti critici hanno evidenziato in questo un perfetto dualismo che riporta a film del calibro di Gravity, e dall’altro di Titanic. Il dualismo continua poi con da un lato l’uomo (Chris Pratt appunto), dall’altro la donna (e che donna! Jennifer Lawrence); da un lato il meccanico che sa costruire e aggiustare tutto con le mani, dall’altro la scrittrice che pensa, interpreta, immagina, racconta. Tutto questo viene ambientato nello spazio profondo su una nave stellare (che sembra quasi più una base spaziale) con aree rotanti falciformi: il design della nave (chiamata Avalon) mi è parso abbastanza inconsueto per l’estetica esterna mentre si sposa poco con la pulizia delle forme e gli interni chic-minimal in stile Wall-è.

il salone super lusso della astronave Avalon

la progettazione esterna dell’astronave Avalon

Il film si muove inizialmente come una commedia romantica, a dire il vero piuttosto lentamente, e ha quindi l’andamento classico della storie d’amore, dall’euforia iniziale alla fase di stanchezza, alla rottura intermedia e ai necessari conflitti fino alla creazione di un equilibrio con il quale convivere. E così Passengers mette due personaggi nel posto più assurdo (in viaggio verso un nuovo pianeta da colonizzare) e poggia tutta l’umanità sulle loro spalle (i due si sono svegliati mentre gli altri dormono un sonno criogenico per altri 90 anni).

Della fantascienza a cui siamo abituati quindi ci resta solo l’ambientazione e le scene di azione, il succo della storia è invece attorno a un uomo solo, abbandonato, come chiunque desideri una storia d’amore senza trovarla, disposto a tutto per averne… e qui non aggiungo altro per non spoilerare troppo…. E in questo Passengers non è niente male, è molto in linea con la “nuova” fantascienza (priva di nemici e avventure nel senso classico, ma densa dell’ansia di scoperta di qualcosa di nuovo), porta avanti il suo non-intreccio (di fatto non accade niente di cui non si possa già immaginare poi) per tre quarti del lungometraggio con grande abilità e sviluppando un interesse potentissimo per i corpi e il loro contatto. Il film non mostra niente ma lavora tantissimo nel rendere sublime il desiderio (ovvero la sua assenza), sulla presenza carnale di due esseri umani davanti all’obiettivo che non potranno che finire insieme, e sembrano saperlo tanto quanto il pubblico nonostante il continuo rimandare.

Ovviamente nel finale la parte d’azione ha il sopravvento mostrando il terribile disastro imminente (e in questo c’è un po’ di Titanic), il tutto condito dalla fobia (quella vista in Gravity) di essere persi per sempre nello spazio alla deriva. È lì però che qualcosa si rompe: l’avventura è condotta su binari poco plausibili utilizzando espedienti a dir poco incredibili più che fantascientifici… (Spoiler: tute spaziali che resistono alla temperatura di un motore a fusione, portelloni manuali proprio davanti allo scarico dei reattori, lanci nello spazio con traiettorie precise grazie alla propria spinta con le gambe, cavi presi alla cieca…). Peccato! I buoni presupposti sono stati immediatamente cancellati da soluzioni della trama alquanto tirate per i capelli (Spoiler: possibile che il sistema di diagnostica della nave, al primo guasto serio, non avvisi nessuno dell’equipaggio svegliandolo dall’ibernazione?!) …e così Passengers si affretta a finire in una chiusa improvvisa e priva di soddisfazione o di sorpresa… senza dare quindi un senso o una morale.

In definitiva un film godibile, ma non aspettatevi di uscirne particolarmente soddisfatti per il prezzo del biglietto speso… Anzi, mi scuso, un buon motivo per vederlo resta a noi maschietti per vedere la bella Jennifer Lawrence sempre con un trucco impeccabile e in costume da bagno! 🙂

 

 

Il trailer di Alien Covenant

Merry Xenom… ehm… Buon Natale, CMDRS!

Per entrare senza troppi preamboli nello spirito natalizio di bontà che ci contraddistingue, vi proponiamo il (lungamente atteso) trailer di Alien Covenant.

Vi basterà cliccare sul faccione dello Xenomorfo quì sotto, per farlo partire.

Per il momento non inseriremo i nostri commenti per evitare di fare da spoiler, ma fateci sapere cosa ne pensate.

Da gli Spacejokers, Buon Natale!

Ecco il prima trailer di Blade Runner 2049

Da poco pubblicato, si trova online il primo breve (teaser) trailer del seguito di uno dei nostri film di fantascienza preferiti.

Il film originale si tratta forse di una delle pellicole più belle in assoluto… e di questo (nostra grave mancanza) ne abbiamo parlato raramente.

Stiamo parlando di Blade Runner. Ora Online trovate appunto l’atteso sequel del film culto (diretto nel 1982 da Ridley Scott) che arriverà nei cinema italiani e di tutto il mondo nel mese di ottobre 2017, diretto da Denis Villeneuve (di cui vedremo a breve Arrival), con protagonisti Ryan Gosling, Harrison Ford, Robin Wright, Mackenzie Davis, Dave Bautista e Jared Leto.

Qui il primo trailer in italiano:

 

e qui in lingua originale per i puristi del genere:

Trent’anni dopo gli eventi del primo film avremo un nuovo blade runner, ovvero l’Agente K della Polizia di Los Angeles (Ryan Gosling), il quale scoprirà un segreto sepolto da tempo che ha il potenziale di far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. La scoperta di K lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard (Harrison Ford), un ex-blade runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla da 30 anni… (in realtà era impegnato con Star Wars 😀 )

Sinceramente credo che questi sequel dopo così tanti anni difficilmente potranno onorare la prima pellicola… Tuttavia rimango speranzoso più che ottimista… Ovviamente andremo a vederlo e vi daremo la nostra personale opinione, non ci resta che attendere il trailer definitivo e l’uscita al cinema… Ottobre 2017 non è poi così lontano…

rivelato il Teaser poster di Alien: Covenant

La 20Th Century Fox ha diffuso online il primo teaser poster di Alien: Covenant, il sequel di Prometheus che allo stesso tempo sarà anche prequel di Alien.

Nell’artwork, che trovate qua sotto, ci viene suggerito di scappare e, considerato il volto poco rassicurante dello Xenomorfo presente su di esso, ci pare un consiglio saggio. L’immagine ci permette anche di scoprire la nuova data di uscita della pellicola, 19 Maggio 2017, in largo anticipo rispetto a quanto era stato comunicato inizialmente, ovvero 6 Ottobre 2017.

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Ecco quel poco che si sa della trama: Diretta verso un pianeta remoto ai confini estremi della galassia, la ciurma della navicella Covenant scopre un presunto paradiso inesplorato che in realtà è un mondo oscuro e pericoloso. L’unico abitante è il “sintetico” David (Michael Fassbender), sopravvissuto della fallimentare spedizione Prometheus (e vi rimandiamo alla nostra recensione)

Le riprese sono iniziate ad aprile 2016 e si sono svolte in Nuova Zelanda. La sceneggiatura è di Jack Paglen e Michael Green.

Ecco un paio di immagini pubblicate a Maggio 2016, con i set del film

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 Secondo quanto dichiarato da Ridley Scott, nei sequel di Prometheus (perché ce ne sarà ancora uno) si rivelerà chi ha creato i nostri simpatici mostriciattoli.

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Alien vs Predator (parte 2)

Nello spazio nessuno può sentirti ridere.

Dopo il nostro primo articolo (quasi serio) sulle differenze fra Film e Fumetto, ecco alcune divertenti immagini e filmati sulla nostra simpatica coppia di Alieni.

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Vi segnalo anche il fumetto in Inglese (ormai fermo da anni) : Alien Loves Predator, che racconta le (dis)avventure di Abe (Alien) e Preston (Predator), conviventi a New York.

Alien vs Predator

Niente da fare.. Alien 5 è stato rimandato a tempo indefinito. Dopo le buone notizie riguardo la sua produzione ed uscita e dopo le anteprime alquanto ottimiste di Sigourney Weaver, la notizia ferale è arrivata la settimana scorsa.
C’era stato un primo stop voluto da Ridely Scott per permettere l’uscita di Alien:Covenant e poi ora la notiza che, visto che sia Sigourney che il regista Neill Blomkamp non possono aspettare a tempo indefinito, entrambi si dedicheranno ad altri progetti.

No ma dico… non vedrò Alien 5 perchè deve uscire il seguito di.. di questa roba quì? Ma non è neanche fantascienza.. Blah!

Per consolarmi e consolarvi, vi parlo brevemente di un altro aspetto della saga di Alien, ovvero Alien VS Predator.

Il film omonimo è uscito nel 2004, un crossover fra le 2 saghe, quella degli Xenomorfi e quella degli Yautja.
Il concetto di Alien vs. Predator ha origine dal fumetto omonimo del 1989 (questo che ho sul tavolo):

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Un incontro fra le due razze era già stato suggerito in Predator 2, nella scena in cui, nella astronave dei Predator, era esposto, insieme ad altri trofei, l’oblungo teschio di uno xenomorfo. Lo sceneggiatore Peter Briggs creo una stesura originale, basata sulla prima serie di fumetti, già nel 1990. Nel 1991 la cosa suscitò l’interesse della 20th Century Fox, che possedeva i diritti sul franchising, anche se poi non ne fecerò nulla fino al 2002. Il progetto fu rimandato principalmente perchè la 20th Century Fox stava già lavorando ad Alien: Resurrection. Una bozza realizzata da James DeMonaco e Kevin Fox fu rifiutata dal produttore John Davis, che sperava di dare al film una svolta originale, ambientandolo sul nostro pianeta.

Dato che c’erano ben 6 produttori coinvolti nel franchising dei film, Davis si trovava in difficoltà a gestire la presenza delle due creature in contemporanea. Paul W. S. Anderson mostrò a Davis una storia alla quale stava lavorando da 8 anni e gli mostrò delle concept art create da Randy Bowen. Impressionato dall’idea di Anderson, Davis paragonò la storia a quella di Jaws (Lo Squalo) “ti trascinava dentro, dentro alla storia”. Anderson cominciò a lavorare al film subito dopo aver terminato la stesura del copione di Resident Evil: Apocalypse, avendo come co-sceneggiatore Shane Salerno, il quale seguì il film fino alla fase finale.

Ma com’è il film ? Se non avessi letto il fumetto (e se quindi non avessi avuto delle grandi aspettative) potrei dire “non male”.

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Ma…. ho letto il fumetto.

A mio parere il film è un po’ troppo “splatter” senza spaventare, senza essere un horror.
Dialogo pessimo.. ma perchè in una situazione come quella, i personaggi chiedono a Raoul Bova di fare le traduzioni in Italiano?
Vi ricordate il primo film di Predator ? Frasi come “non ho tempo per sanguinare” sono rimaste nella storia (almeno in quella di noi nerd).
Citereste mai frasi da questo film ? “La luna del cacciatore” ? mah…
Vogliamo parlare di Raoul Bova? No.
Vogliamo parlare del personaggio di Ewen Bremner ? Appena tira fuori la foto della famigliola, si capisce già che morirà (se fossimo nell’universo di Star Trek, avrebbe addosso la maglia rossa).
Vogliamo parlare del personaggio di Sanaa Lathan – Alexa, la protagonista ? Piatto.
Per riassumere.. non ci si affeziona a nessuno dei protagonisti.

Qualche critica da fare anche sulle scene di combattimento, spesso tagliate e montate in modo da risultare troppo veloci per essere comprensibili (nota dolente di molti altri film di azione) ed anche sulla illuminazione dei set: “creatura nera che combatte contro altra creatura nera, nel buio”.

Anche le due creature sono state “alienate” (HA HA HA..) : da quando Predator si mette a difesa degli umani? Pur essendo di allineamento (D&D aiutami) legale malvagio, dovrebbe considerare gli umani come insetti, ignorarli. Ma no, andiamo verso il tramonto, mano nella mano, con l’eroina del film. Batman e Robin ? No, dai.
Almeno nel fumetto il Predator non uccide gli umani perchè lo aiutano, lo salvano, lo curano e lo accompagnano ad uccidere gli Xenomorfi.
Anche il ciclo vitale di quest’ultimi è stato rivisto: da chestburster a drone in 40 secondi. Complimenti per lo sviluppo! Ah, per completare il paragone con D&D, Alien è caotico malvagio.

In sintesi, film d’azione per teenagers.
Per tirarvi su il morale, allego qualche immagine del fumetto.
I disegni non sono il massimo (ho visto di meglio) ma la storia ed i dialoghi sono molto più avvicenti: l’inizio del fumetto è un dialogo fra due piloti sulla forza della natura, alternate da immagini della regina che depone le uova, con un paragone (non voluto) fra il cobra (Alien) e la mangusta (Predator).
Buona visione!

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Ma ora passiamo al lato divertente di questo eterno conflitto tra razze aliene, dando un occhio al nostro articolo successivo.

Stranger Things [Recensione]

Per chi ancora non ne avesse sentito parlare, Stranger Things è una serie TV in otto episodi, che può rientrare nel genere Horror-fantascientifico, mostrata su Netflix da luglio di quest’anno.

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Se ne è parlato benissimo sia negli Stati Uniti che in Italia e così, incoraggiato dai compagni di gioco di Dungeons and Dragons di vecchia data, da qualche giorno ho iniziato la visione… Sappiate che, soprattutto se vi piacciono gli anni Ottanta (e come me eravate dei ragazzini all’epoca), e vi piace E.T., War Games, Stand by me, i Goonies… allora è una serie che fa per voi!
Oltre ad avere una storia piuttosto avvincente, gli 8 episodi della prima stagione di Stranger Things sono infatti pieni zeppa di riferimenti, rimandi e citazioni degli anni Ottanta: ci sono misteri da risolvere, fenomeni soprannaturali (universi paralleli?!), dei protagonisti bambini, i giochi di ruolo a me cari, la musica giusta, ed è stata girata con uno stile cinematografico che riprende moltissimo quello di quel periodo, a partire dai titoli di testa che sembrano quelli dei libri di Stephen King. A me poi, in qualche modo, ricorda anche i Visitors… e non so perché la sigla iniziale già quelli mi mette angoscia! (quella positiva si fa per dire.. si veda il video qui di seguito)

Ma andiamo all’inizio della storia (non non ci saranno spoiler tranquilli!): già qui ho avuto un fremito (non dalla paura ma dalla sorpresa positiva): in uno scantinato dell’Indiana, nella cittadina di Hawkins, a poche settimane dal Natale, quattro bambini giocano a Dungeons & Dragons: una quest, un mago contro un Demogorgone e un tiro di dadi…
e poi tutto girerà attorno a un mistero: la scomparsa successiva di uno di questi bambini (tra l’altro appassionati anche di Star Wars…). I suoi amici cominciano a cercarlo e incontrano la piccola Eleven (Undici da noi), Elle (Undi) per abbreviare, taciturna e “weird” (ovvero strana, stramba). Intanto, in un centro di ricerca del Governo poco lontano dalla città, agenti e scienziati sono in allarme: qualcosa, nei loro esperimenti, è andato male; e ora le persone stanno scomparendo.
Lo sceriffo si mette al lavoro insieme ai suoi uomini e la madre (interpretata da Wynona Rider, icona degli anni 80) è pronta a tutto pur di ritrovare suo figlio. E adolescenti eccitati cominciano la loro danza dell’amore in un turbinio fatto di party, birre e baci rubati (che fa un po’ “Tempo delle mele”). Intanto in sottofondo risuona la meravigliosa “Should I stay or should I go?” dei Clash. Ed è tutta qui Stranger Things: una storia che sa di estate (rubata e già passata), amicizia e coraggio.

Stranger Things è stata pensata, scritta, diretta e prodotta dai fratelli Matt e Ross Duffer, che in passato diressero un Horror ma con ben poca fortuna… pare invece che qui abbiano azzeccato su tutta la linea nonostante si sia puntato tutto su un racconto già visto e già sentito (esperimenti governativi? Mostri da X-files? Bambini che scompaiono nel nulla?), ma che riesce comunque a districarsi nel fitto groviglio di prodotti standardizzati. Qui non c’è alcuna velleità di essere innovativi a tutti costi… Forse è proprio il riproporre un genere mai ben realizzato a tutto tondo a rendere vincente questa serie.

Infatti ora il successo è innegabile e, nonostante non ci siano conferme ufficiali su una data d’uscita precisa per la seconda stagione di Stranger Things
, si vocifera che sarà nel 2017. Su IMDb – il più importante sito al mondo per recensioni di cinema e serie tv – Stranger Things è stata votata da più di 40mila persone e il voto medio è 9,2 su 10, ed è anche la serie tv più popolare del sito, davanti a Game of Thrones e Mr. Robot. (Anche se per me, Game of Thrones resta la serie insuperabile per eccellenza! almeno negli ultimi 20anni).

Quindi nell’attesa della seconda stagione di Stranger Things, molti critici hanno parlato benissimo della serie: ne hanno apprezzato gli attori (soprattutto i ragazzini) e il modo in cui la storia è girata e raccontata. Le riprese, in particolare, sono fatte con uno stile anni Ottanta: movimenti di camera, luci, lenti e altre cose tecniche sono appositamente fatte per dare alla storia toni, ritmi e colori dei film di quegli anni. Non è solo una questione di ambientazione o citazione di film, libri o canzoni di quel periodo… è proprio l’atmosfera generale che aleggia e permea tutto il contesto.. Qualche critica negativa a dire il vero c’è stata: in particolare sugli effetti speciali: forse per questioni di budget talvolta funzionano e talvolta no (il mostro, per esempio, è troppo plastico e troppo finto nelle scene in cui viene ricreato con la computer grafica) ma dire che è un fattore trascurabile… anzi…. pure questo aspetto, in un certo senso, è un rimando al cinema e alla televisione del genere. (Ricordate quanto erano plasticosi i mostri/canidi di Ghostbusters?)

Una piccola critica va fatta anche ai doppiatori italiani… solo io mi sono accorto che nel secondo episodio, durante la battuta di ricerca del bambinio scomparso, uno dei poliziotti dice di aver trovato solo un cellulare scarico???? da quando negli anni ’80 esistevano i cellulari? Sarei curioso di rivedere la scena in originale per capire se si tratti di un errore di traduzione… Certo che se così fosse è un errore madornale! neanche ci si prende la briga di capire una serie prima di doppiarla?

In conclusione non posso che consigliarvela.. soprattutto per la personalità dei ragazzini protagonisti: dei piccoli Nerd, un po’ Spacejokers, che crescono bene! Buona visione! (vi lascio col trailer ufficiale per farvi venire un po’ di acquolina in bocca..)

Star Trek IV, Ultima pellicola della timeline Kelvin?

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La timeline Kelvin, iniziata ufficialmente nel 2009 con Star Trek: il futuro ha inizio, seguito da Into Darkness e Beyond, come ben sapete avrà un 4° capitolo (ne abbiamo parlato anche noi qui) . Ma non solo!

Secondo le ultime indiscrezioni la Paramount avrebbe deciso di chiudere questa nuova “era” di Star Trek con il prossimo 4° capitolo.

Nel 2009 con un ottimo successo al botteghino, questa saga ad oggi, è andata via via a calare (a livello di incassi), con Beyond, che tra poco dovrebbe andare in pari con i costi di produzione/marketing. A tal proposito la Paramount avrebbe deciso di terminare questa saga, chiudendo questa timeline alternativa, riallacciandola con l’original timeline!

Magari la paramount non vuole perdere i Fan storici, creando un film con uno spirito “originale”, viste le lamentele ricevute nei film precedenti.

Basti guardare il Fanfilm ST:Axanar , questo, con uno spirito fortemente legato ai “vecchi” film, e con una qualità visiva degna di film AAA, è stato più volte boicottato dalla CBS/Paramount per aver infranto il Copyright, dopo aver ricevuto le ire dei fan, e grazie a Justin Lin, è stato annunciato che la causa legale verso il film verrà chiusa, stabilendo nuove linee guida per i fanfilm.

Solo il tempo, ci dirà come andrà, intanto aspettiamo con ansia Star Trek: Discovery armandoci di pazienza, e soprattutto di Netflix, che trasmetterà la suddetta serie in Italia 😉

Rogue One: il secondo trailer

Ed eccolo quì, fresco fresco, il nuovo trailer di Rogue One, uno degli spinoff di Guerre Stellari.
Ne avevamo già parlato a suo tempo ed avevamo discusso il trailer.

Ma vediamo velocemente il video..

Ci sarà anche (come sembra) Darth Vader ?

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Non ci resta che attendere!

Noomi Rapace è nel cast di Alien: Covenant

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Beh, a differenza di quanto era stato pubblicato qualche settimana fa, Noomi Rapace sarà fra il cast di Alien: Covenant!
Avevamo lasciato il suo personaggio mentre decollava da LV-223 assieme all’androide David.. poi sembrava che si fosse ritirata dal cast.. ma ora sembra che sia in Australia, pronta a prendere parte alle riprese.

Prometheus

Gli altri membri del cast (conosciuti) sono : Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride e Demian Bichir (oltre a Michael Fassbender). Non sono disponibili al momento ulteriori informazioni, per cui aspetteremo il 4 Agosto 2017 per vedere chi c’è e di cosa parlerà il seguito di Prometheus.

fonte: http://www.avpgalaxy.net/2016/06/21/noomi-rapace-will-appear-alien-covenant/

STAR WARS MUSIC PARADE : noi c’eravamo

Beh, ce l’abbiamo fatta. Come avevamo preannunciato qualche giorno fa, gli Spacejokers sono usciti nuovamente dal tenuo calore dell’ipersonno e si sono mescolati con i comuni mortali. Ovviamente questo ha causato alcune problematiche meteo..

Il punto di ritrovo era in Largo Marinai d’Italia, alle 16:00. E sono stati puntualissimi.

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La banda precedeva il gruppo dei cosplayer, molto più nutrito rispetto allo Star Wars Day.

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Molto bello l’effetto “vissuto” sulla armatura dello Stormtrooper!
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Un grandissimo Darth Vader.. prima o poi anche io..
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Scout Troopers
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Pilota di caccia TIE, Luke Skywalker e Leia Organa
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Padme e Han Solo
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Un bellissimo costume da Ahsoka Tano!
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C’era veramente molta gente.
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Darth Vader e le sue guardie del corpo.
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Boba Fett !
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Bene, dopo pochi minuti si è scatenato il diluvio, per cui non abbiamo assistito all’arrivo previsto al WOW Spazio Fumetto.
Un plauso va come sempre ai membri della Rebel Legion Italian Base e della 501St Legion Italica Garrison.
Un saluto dagli Spacejokers e… a presto!
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Towel day

Towelday-Innsbruck

Oggi, 25 Maggio, si ricorda la scomparsa di Douglas Adams, lo scrittore di fantascienza conosciuto prevalentemente per la sua opera “Guida galattica per gli autostoppisti”.

La ricorrenza venne festeggiata la prima volta nel 2001, due settimane dopo la morte dello scrittore, avvenuta l’11 maggio dello stesso anno. In seguito si trasformò in una ricorrenza annuale, durante la quale i fan di Adams portano tutto il giorno con loro un asciugamano, un oggetto che ha la sua importanza nella famosa serie di libri Guida galattica per gli autostoppisti.

Altre date che sono state proposte per il Towel Day sono l’11 febbraio (il quarantaduesimo giorno dell’anno), 11 marzo (giorno di nascita di Adams), il 4 febbraio (il 4/2), il 2 aprile (letto dagli americani come 4/2), l’11 maggio (giorno della sua morte), 22 giugno (42 giorni dopo la morte) e il 18 ottobre (il quarantaduesimo giovedì del 2001).

I Pink Floyd ebbero una notevole influenza sui suoi lavori; Adams infatti, era amico del chitarrista David Gilmour, e per il suo quarantaduesimo compleanno, fece una apparizione come ospite ad uno dei concerti finali dei Pink Floyd, tenutosi all’Earls Court di Londra la sera del 28 ottobre 1994, suonando la chitarra in Brain Damage ed Eclipse. Adams, inoltre, diede il titolo definitivo all’album dei Pink Floyd The Division Bell, traendo le parole dal testo del brano High Hopes contenuto nel disco.

Addio e grazie per tutto il pesce.

STAR WARS MUSIC PARADE Milano

Domenica 5 giugno, dalle 15:00 alle 20:00 – Ingresso libero

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In occasione della chiusura della mostra Star Wars: dal fumetto al cinema… e ritorno, WOW Spazio Fumetto, con il sostegno del Consiglio di Zona 4 del Comune di Milano, in collaborazione con 501st Legion Italica Garrison e Rebel Legion Italian Base, gli unici due gruppi ufficiali di costuming Star Wars, organizza un evento unico dedicato a tutti i fans della saga stellare più amata di tutti i tempi.

Alle ore 16.00 i figuranti delle due Legioni, vestendo i loro accuratissimi abiti che riproducono fedelmente i costumi di scena dei protagonisti dei film della saga (Darth Vader, gli Stormtroopers, i cavalieri Jedi, Kylo Ren, i piloti ribelli e tanti altri) partiranno in parata dal Parco di Largo Marinai d’Italia fino a raggiungere il Museo del Fumetto (Viale Campania 12) sede della mostra. Con loro saranno presenti gli elementi della Banda Batticinque, presentata dall’Associazione ICM Insieme con la Musica, diretta dal M° Fabio Rossi: più di 50 ragazzi e adulti che precederanno i figuranti suonando dal vivo i temi più famosi della colonna sonora scritta dal Premio Oscar John Williams, dal mitico tema dei titoli di testa alla Marcia imperiale.

Al termine della parata i figuranti delle Legioni saranno disponibili per foto ricordo all’interno dei Giardini Oreste Del Buono adiacenti il museo.

Noi Spacejokers cercheremo di uscire nuovamente dall’ipersonno, come abbiamo già fatto in occasione dello Star Wars Day, e partecipare all’evento.
Stay tuned!

Link all’articolo originale

Star trek 50°: film in edizione steelbook

Come ben sapete in previsione del 50° anniversario di star trek, CBS/Paramount oltre ad organizzare eventi speciali, quali concerti e convention, servendosi di vari aziende postali (USA/Canada) sta rilasciando nuovi francobolli e monete commemorative…. Ma non solo!


 

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La splendida copertina de l’ira di khan

Infatti per il mercato italiano sono già disponibili in preordine (vedi link ad Amazon qui sotto) le versioni blu-ray dei 10 (fantastici) film! Al prezzo di 17,55€ Cad.

Attualmente le nuove versioni, oltre ad aver una splendida custodia in metallo e disegni fatti a mano come copertina, non si sà se avranno nuovi extra e magari una miglior qualità video… (Magari come TNG, Sembra girata ieri)

Le nuove edizioni, su amazon, saranno disponibili a luglio , quindi non ci resta che aspettare!

Restate connessi per nuovi aggiornamenti!

Un saluto da 10Bad

Gli Spacejokers allo Star Wars Day

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Bene, come avevamo promesso, gli Spacejokers sono usciti dal loro stato di ipersonno perenne, hanno abbandonato le loro capsule di sostentamento vitale e si sono mischiati in mezzo alla (sudata) gente per fare un reportage di almeno 2 dei 4 momenti di ritrovo inerenti lo Star Wars Day 2016.

Ma come è andata ? Le nostre aspettative sono state soddisfatte ?

Ci siamo recati in zona Piola, Politecnico di Milano fin dalle prime ore dell’alba (le 11:00) per avere tutto il tempo di cercare cosplayer e fan.. e qual’è stato il risultato ? L’auto, con la colorazione di R2D2, è arrivata all’improvviso alle 13:00.. senza un minimo di pre-allestimento. Si è infilata di traverso fra 2 auto i sosta, con le 4 frecce accese ed i promoter hanno iniziato il loro lavoro.

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Dopo che i promoter hanno sistemato i banner, ci siamo messi in fila per fare la foto con le spade laser (da inviare poi su instagram per avere l’ambita maglietta).

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E finalmente è toccato a noi!

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Superbi come sempre i costumi della Rebel Legion Italian Base:

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Ma dove sono i gruppi di Cosplayer visti l’anno scorso ? E la marcia sul Duomo ? E Darth Vader ? (da CMDR Wolf974: secondo me si sarebbe sciolto sotto il caldo milanese di ieri…)

Finita alle 14:00 questa parte dell’evento, ci siamo spostati zona Cairoli, Piazza Castello, fiduciosi in una affluenza maggiore sia da parte dei fan che dei gruppi di appassionati. (anche qui la zona non era meglio precisata e, come vedete dalla foto qui sotto, il solo allestimento del tanto decantato evento è stata la Fiat500 parcheggiata in divieto di sosta con 2 ruote sul marciapiedi! complimenti! Per non parlare della coda all'”italiana” che si è formata: ovvero tutti intorno all’assalto!)

Purtroppo siamo rimasti delusi. Folla ce n’era (maglietta gratis = mi metto in coda anche 3 ore), ma di Cosplayer meno di prima. Sono sopravvissuti solo Padme e lo Stormtrooper.

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Il risultato della giornata, per quello che abbiamo potuto vedere, è stato deludente. Siamo passati anche al Disney Store, dove abbiamo visto più personaggi di Star Wars che in giro, ovviamente erano giocattoli… non abbiamo potuto partecipare agli altri eventi serali (in Darsena ed al WOW Spazio Fumetto), dato che il crio-sonno ci chiamava.

Il bottino della giornata..

Il bottino della giornata..

Da programma, la giornata continuava con un’altro checkpoint presso la Darsena e poi presso Wow Spazio Fumetto, dove si poteva giocare a X:Wing e ad altri giochi a tema Star Wars. Non sappiamo al momento se l’evento si è “risollevato” in serata.
Va comunque reso atto della gentilezza e disponibilità assoluta dei promoter e dei cosplayer presenti che si sono prestati, sotto un sole cocente, per tutti i fan accorsi.

Ecco qualche foto dei cosplayer… (p.s. complimenti alla ragazza! 🙂 )

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Alien 5: aggiornamenti sul cast

Come vi avevamo già detto, Neill Blomkamp (che dirigerà Alien 5), in occasione dell’Alien Day, ha pubblicato su Instagram una bozza su carta di come potrebbe apparire il personaggio di Newt, ammesso che sia presente, nel nuovo film.

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Secondo il sito Cinema Blend, l’apparizione del personaggio di Newt in “Alien 5” ha risvegliato i quesiti che i fan della serie si sono posti, dopo che il suo personaggio (in Aliens di James Cameron) era stato messo in ipersonno, assieme a Hicks e Ripley (e a quello che restava dell’androide Bishop).

Difatti Newt (impersonata dall’attrice Carrie Henn) è rimasta uccisa, assieme ad Hicks in Alien3, quando il modulo di salvataggio si è schiantato su Fiorina 161. Al momento dell’uscita del film (Alien3), questo aveva fatto infuriare un gran numero di fan, dato che Newt era stata introdotta come un surrogato di figlia per Ripley, rendendola ancora più profonda ed umana; inoltre il personaggio di Ripley era stato ben sviluppato durante il film.

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Se Carrie Henn non dovesse riprendere il ruolo di Newt, la casa cinematografica Fox dovrà cercare un’altra attrice per prenderne il posto. Una possibilità potrebbe essere (ma sono solo voci per il momento) l’attrice Jennifer Lawrence, che ha ultimato la saga di “The Hunger Games” e il film di Bryan Singer “X-Men: Apocalypse.” L’attrice potrebbe essere disponibile ed adatta al ruolo, se non avrà altri progetti futuri con la serie “X-Men”.

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Altri interpreti di “Alien 5” saranno Sigourney Weaver, che già conosciamo per i suoi ruoli nei film della serie Alien, per Avatar, Ghostbusters, etc etc.. Michael Biehn (“Aliens,” “Terminator,” “The Abyss,”, “The Rock.”). I dettagli sulla trama, personaggi e cast sono ancora sconosciuti anche se “Alien 5” dovrebbe uscire negli USA nel 2017.

Star Wars Day 2016

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Iniziano i preparativi per lo Star Wars Day 2016, ovvero la celebrazione del mondo di Star Wars che in realtà si celebra il 4 maggio di ogni anno (giocando con l’assonanza fra “May the force” e “May the fourth”). Dopo il successo dell’ edizione 2015

Per ora il programma prevede la presenza di 10 auto “checkpoint” in 10 città Italiane, dove avrete la possibilità di farvi delle foto con le spade laser Hasbro e ricevere gadget della Lego.
A Milano il programma prevede 3 incontri:
dalle 13:00 alle 14:00 presso l’Università Politecnico di Milano
dalle 15:00 alle 16:00 in Cairoli, Piazza Castello
dalle 18:00 alle 19:00 in zona Darsena, Navigli
dalle 21:00 al WOW Spazio Fumetto, Viale Campania 12

Ovviamente noi Spacejokers cercheremo di esserci e di fare dei succosi reportage.

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Per eventuali aggiornamenit vi rimandiamo al sito ufficiale.

 

Alien day

Beh, oggi per noi è il 26 Aprile, ovvero il 26/4.. un giorno come tanti altri. Ma negli Stati Uniti, c’è qualche bontempone munito di calendario che ne pensa una dietro l’altra.

Quindi, considerando che in USA il 26 Aprile si dice “April, the 26th”, ovvero 4/26…. da quì hanno tirato fuori l’assonanza con LV426, il pianeta dove nel primo film di Alien, atterra la Nostromo.

Cosa ci aspetta quindi per la giornata odierna ?

Beh, la NECA ha annunciato il lancio di una nuova serie di action figure (ne avevamo già parlato). Poi ovviamente quale giornata migliore per fare una partita ad Alien Isolation?

Neill Blomkamp (che dirigerà Alien 5) ha pubblicato su Instagram una bozza su carta di come dovrebbe apparire Newt. Resta da vedere se sarà presente nel film.

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La Reebok commercializzerà una edizione delle scarpe indossate da Sigourney Weaver in Aliens.

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Per concludere, cosa ne dite del passamontagna con Facehugger incluso ?

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Happy Alien Day !!

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Alien 5 – Sigourney Weaver conferma: “sarà un capolavoro”.

Come abbiamo già detto, “Alien 5” di Neill Blomkamp non uscirà subito al cinema, ma, durante l’evento condotto da VMware, Sigourney Weaver ha detto che il film è ancora vivo e che varrà la pena aspettare. Precedentemente si era pensato che il film potesse essere messo in attesa a tempo indeterminato ma la Weaver ha chiarito che Ridley Scott ha chiesto a Neill Blomkamp di far uscire Alien 5 solo dopo il sequel di Prometheus, Alien: Covenant. Sigourney Weaver afferma anche che lo script che hanno preparato per il quinto episodio di Alien è grande e sarà sicuramente apprezzato ed accettato dai fan del mio xenomorfo preferito.
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“Beh, io credo che sarà un grande film. Ridley ha chiesto a Neill di aspettare e di tenere il nostro Alien pronto non appena sarà uscito Alien: Covenant. Egli (Ridley) ha voluto che il suo film uscisse prima rispetto a quello di Neill. Ma è uno script incredibile, e Neill ed io siamo davvero entusiasti di farlo. Stiamo facendo altre cose in attesa di andare avanti su questo progetto. Sarei davvero sorpresa se non se ne facesse nulla, perché è un grande copione e ci piace lavorare insieme. Quindi, è solo questione di tempo prima che il film possa vedere la luce, ma sarà valsa la pena di aspettare”.

Comunque, leggermente off-topic, ci piace guardare queste foto di Sigourney.. da ragazza acqua e sapone..

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..a bellissima donna..

Sigourney Weaver

..fino a “santa subito”…

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..ma senza esagerare..

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Terminator 6

La guerra contro Skynet non è ancora finita, lo stesso Terminator originale è ancora ufficialmente in missione.
Resta da capire in quale linea temporale lo ritroveremo.

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Il 2015 è stato l’anno del ritorno in grande stile di titoli storici come Jurassic World e ovviamente Star Wars, insieme ai quali ha fatto la sua comparsa il lungamente atteso ritorno della saga di Terminator dopo che Salvation aveva ricevuto pareri contrastanti, portando la produzione prima a vendere i diritti cinematografici e poi premere il tasto reset.

Con un incasso globale di 440 milioni a fronte di un budget di 155, in realtà non avrebbero dovuto esserci dubbi sull’annuncio di un ulteriore capitolo per Terminator Genisys, ma la casa di produzione Skydance decise invece che era meglio ripensare a fondo il futuro della lotta a Skynet, probabilmente a causa di pareri leggermente migliori di quelli relativi a Salvation, ma senza l’auspicato supersuccesso sia commerciale che di approvazione da parte dei fan.

Caduta nel dimenticatoio la prevista serie tv, sparisce silenziosamente la data comunicata dalla Paramount per il sequel, ovvero il 19 maggio 2017

Almeno fino al un paio di week end fa: mentre si trovava in Australia, Arnold Schwarzenegger è stato intervistato da Channel 9 e alla domanda sulle chance che venga realizzato un nuovo sequel per Terminator la sua risposta è stata:

«Assolutamente sì, ne sto seguendo gli sviluppi.»

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Ovviamente non ha approfondito oltre, ma oltre a essere stata la prima conferma ufficiale dell’esistenza del progetto, il dettaglio interessante è dato dal fatto che si parli di un generico Terminator 6 invece di Genisys 2, il che non risponde ancora alla domanda vera e propria, ovvero se assisteremo al proseguimento delle avventure di Sarah Connor con il volto di Emilia Clarke o se il T-800 farà un salto in un’altra timeline. O tornerà nella sua.

Voi cosa preferireste: proseguire o resettare di nuovo?

Rogue One: il trailer

Finalmente è stato rilasciato!
Vi avevamo già parlato di Rogue One in passato, come uno degli spinoff di Guerre Stellari.
Il film narrerà gli eventi immediatamente precedenti all’Episodio IV “Una nuova speranza” (ovvero il primo film di Guerre Stellari), cioè di come i Ribelli si sono impadroniti dei piani della Morte Nera.

Il trailer inizia con una voce narrante che elenca le accuse contro Jyn Erso, il personaggio principale. Viene portata, ammanettata, nella base ribelle di Yavin IV, che conosciamo già dal film “Una nuova speranza”.

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“Vivi contando solo su di te da quando avevi 15 anni. Avventata, aggressiva e indisciplinata.” dice Mon Mothma, il leader della Ribellione contro l’Impero galattico.

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A metà della scena si vede Jyn che combatte contro alcuni stormtroopers con un mix di corpo a corpo, pistola laser ed esplosivi.

Da quello che sappiamo, Jyn Erso non fa parte ufficialmente dell’Alleanza, ma è un combattente per la libertà che agisce in modo indipendente. Invece il personaggio interpretato da Diego Luna è un ufficiale dei ribelli.

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“Abbiamo una missione per te,” dice Mon Mothma mentre si vedono dei Star Destroyers vicino alla Morte Nera. “Un test delle armi è in programma a brevissimo. Abbimo bisogno di sapere di cosa si tratta e di come distruggerlo.”

Si, quella è la prima Morte nera, da “Una nuova speranza”, mentre le viene installato (come optional a pagamento) il superraggio laser da miliardi di gigawatt (si vede che ai tempi dell’Impero galattico, le energie rinnovabili erano a buon punto…). Mon Mothma spiega quali sono le premesse del film : Jyn Erso dovrà rubare i piani della Morte nera, assieme ad altri loschi figuri.

Jyn e Luna, assime ad altri Ribelli, escono fuori dalla base.

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Un ammiraglio dell’Impero, che sarà il “cattivo” di “Rogue One,” interpretato da Ben Mendelsohn, viene mostrato in uniforme bianca e mantello.

Forest Whitaker, un attore che è una garanzia, solo per la sua espressione e mimica facciale.

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Un soldato imperiale, tutto in nero. Non sappiamo ancora se è uno Stormtrooper o uno Shadowtrooper.

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Donnie Yen, che interpreta uno dei membri del gruppo di Jyn, mentre fa fuori alcuni stormtrooper, come fosse un samurai.

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Ecco uno dei primi misteri. Chi è la figura incappucciata che si vede inginocchiarsi, vicino alle Guardie Imperiali (quelle in rosso) ?
E’ Darth Vader ?

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E mentre Whitaker recita l’ultima parte della sua narrazione (“Che cosa diverrai?”), vediamo Jyn Erso indossare l’uniforme di un pilota imperiale di caccia TIE.

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Cosa starà a significare ? Jyn si unirà all’Impero ? Oppure è solo un barbatrucco ?
Stay tuned, appena sapremo di più, ve lo faremo sapere !

Alien: molte novità dalla NECA e da Kotobukiya

Una valanga di novità arriverà prossimamente dalla NECA e da Kotobukiya per celebrare il 30esimo anniversario del film Aliens. Il nostro xenomorfo preferito sembra essere sempre di moda. Vediamo in dettaglio cosa uscirà nei prossimi mesi:

Aliens 30th Anniversary Deluxe Creature Pack Price: $18.99

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Per celebrare il 30esimo anniversario del film Aline, la NECA ha rilasciato il “deluxe creature pack” che include alcune icone di questo film terrificante! Questi sei pezzi potranno essere usati per la costruzione di diorami, dato che sono in scala con gli altri personaggi di Alien da 7 pollici (17,5 centimetri). Il set include: 2 tubi di stasi con luci a LED (premete un bottone per illuminare il facehugger conservato all’interno), che potete anche riempire di acqua se lo desiderate. Il facehugger può anche essere rimosso dal tubo di stasi. Inoltre sono inclusi 2 Chestbursters e 2 Facehuggers con coda pieghevole.

Alien Light-Up Egg and Facehugger Life-Size Foam and Latex Prop Replica Price: $428.99

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Trasformate ogni stanza in una terrificante nursery di alieni con questo uovo a dimensioni reali, completo di illuminazione e facehugger. Si tratta di una fedele replica tratta dal film Aliens del 1986, alta 90 centimetri e con dei lembi articolati che permettono l’apertura e la chiusura della parte superiore dell’uovo. Il facehugger incluso ha una coda pieghevole, quindi è possibile sistemarlo all’interno dell’uovo oppure sopra, mentre si prepara a scagliarsi verso la sua preda! L’uovo è realizzato con una particolare schiuma plastica, dipinto a mano e non ha bisogno di supporti particolari. Un interruttore aziona i LED interni, per dargli il suo classico aspetto minaccioso ed extraterrestre.

Alien Big Chap ArtFX+ Statue Price: $89.99

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Nello spazio (della vostra collezione di Alien) nessuno può sentirvi urlare per la bellezza di questo modello, denominato Alien Big Chap. La statua, prodotta da Kotobukiya, rappresenta lo xenomorfo che tanto amiamo. Alta più di 20 centimetri, questa scultura altamente dettagliata, porterà sui vostri scaffali la magia (e l’orrore) del film Alien. La statua include una base scolpita come il pavimento di una delle astronavi viste nei film della serie; essa include una luce LED e gli accessori per renderla utilizzabile anche con la scultura Alien Warrior ARTFX+ (venduta separatemente).

Aliens Warrior 1986 Version 1:4 Scale Action Figure Price: $89.99

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Se invece preferite una action figure posabile, ecco Alien in una straordinaria rappresentazione in scala 1:4! E’ la prima volta che Alien entra nella linea di prodotti NECA in questa scala, rivelando così in pieno il suo aspetto minaccioso. E’alto circa 50 centimetri, ha la mascella che si apre per mostrare la bocca interna, 30 punti di articolazione (incluso il doppio snodo al ginocchio) e la coda pieghevole. E’ inoltre rappresentato accuratamente, compresa la tonalità bluastra utilizzata nel film, per far risaltare la natura aliena e fredda di queste creature.

Alien 3 7-Inch Series 8 Action Figure Set Price: $79.99 (per il set da 4 action figures)
Alien 3 7-Inch Series 8 Action Figure Set Price: $279.99 (per il set da 14 action figures)

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La linea di prodotti di maggior successo della NECA, si arricchisce di nuove action figures: la serie 8 si concentra sui personaggi del film Alien3 e include un Commando della Weyland Yutani, due Dog Alien, e la prima action figure di Ellen Ripley che assomiglia alla Sigourney Weaver di Alien3. Ripley indossa l’uniforme da prigioniera, con la giacca rimovibile, due set di braccia, una lampada tascabile ed una torcia. Il Commando ha gli occhialoni rimovibili, un fucile ad impulsi customizzato ed un coltello che entra nella fodera dello stivale. Il Dog Alien è fornito nella variante marrone e nella variante grigia, con oltre 30 punti di articolazione e la coda pieghevole. Le action figure sono articolate e misurano circa 17 centimetri (il Dog Alien misura 22 cm).
E’ previsto anche il rilascio di un set da 14 personaggi, ma non è stato ancora chiarito quali essi siano.

Aliens M41A1 Pulse Rifle Brown Bess Weathered Prop Replica Price: $499.99

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“Voglio presentarti un mio amico personale. Questo è un fucile a impulsi M41 da 10 mm, con un lanciagranate da 30 mm con movimenti a pompa..”
Il fucile ad impulsi M41 è l’arma principale dei Colonial Marines in “Alies” di James Cameron. Per crearne una replica fedele, è stato utilizzato uno dei fucili presi dal film, che è stato meticolosamente fotografato e misurato in modo da ricreare ogni singolo dettaglio. Questa replica (non sparante) è quindi fedelissima nell’aspetto alle armi utilizzate nel film e pesa solo 2,5 kilogrammi, rendendolo ideale per essere mostrato su uno scaffale o per il cosplay! Il display delle munizioni mostra il numero 95. La replica del Pulse Rifle M41 è lunga 67 centimetri, è realizzata in poliuretano, non ha parti mobili nè elettronica. Viene fornito completo di un supporto.

Aliens Alien Egg Bank Price: $19.99

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Infine, per i più piccini, un delizioso salvadanaio a forma di uovo, completo di facehugger appoggiato alla superficie.
Non entrerà MAI in casa mia !!

Cartoomics 2016 – fiera Rho-Milano

Nella giornata di ieri, si è concluso il Cartoomics 2016 a Milano: ovvero la rassegna dedicata al divertimento basato su fumetti, giochi, cinema e tanto altro.

Ormai si tratta di un evento storico che sta arrivando ai fasti di Lucca Comics. La fiera ha preso piede nei padiglioni di Rho-Fiera.

cartoomics-2016-posterOspite d’eccezione è stato Milo Manara, a cui è stato consegnato il Cartoomics Artists Award nel corso di un incontro con il pubblico, sabato 12 marzo. Per l’occasione, Manara consegnerà a Bona un’illustrazione ispirata a Star Wars che il direttore di WOW Spazio Fumetto esporrà successivamente nella mostra “Star Wars dal fumetto al cinema…e ritorno!” che sarà inaugurata il 19 marzo 2016.

sbam_milomanara-cartoomics3-750x400Novità assoluta era quest’anno il VideogameShow, evento dedicato al mondo dei videogames e degli youtubers.

Il centro dell’attenzione era ovviamente per i fumetti ma non sono mancate aree dedicate a Giochi da tavolo, cosplay, videogame e cinema… Per quanto ci riguarda ovviamente l’attenzione è per l’area fantascienza. Gli appassionati di Star Wars, Star Trek, DoctorWho hanno ritrovato i vari gruppi ufficiali italiani, ormai ospiti abituali dell’evento milanese dedicato al mondo dei comics, ma anche spazi dedicati all’editoria legata al mondo della fantascienza. Attesissimo è stato anche il debutto di una nuova area dedicata alla serie sempre più cult, DoctorWho, con un tardis a grandezza naturale in cui vivere l’ebbrezza di un salto tempo-dimensionale in piena regola.

I nostri “inviati” sul posto ci stanno inviando un po’ di foto dell’evento appena trascorso che condivideremo con voi in questo post appena possibile… qui di seguito…

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Prometheus 2 si farà senza Noomi Rapace

A quanto sembra la dottoressa Elizabeth Shaw (alias Noomi Rapace) che abbiamo già visto in Prometheus, non sarà presente nel seguito del film.

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Un po’ a sorpresa, Ridley Scott ha dichiarato che l’attrice (che starà ancora smaltendo gli effetti della sua operazione di “estrazione-di-alieno-senza-anestesia”) non farà parte del cast per il secondo prequel di Alien e che il casting è ancora aperto.

La dottoressa Shaw e l’androide David erano i soli sopravvisuti del film precedente.. ci si chiede ora come la sua assenza verrà giustificata nella trama.

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Visto che il primo prequel “Prometheus” ci è piaciuto così tanto (leggi quì la nostra recensione) stiamo piangendo lacrime di dispiacere.. magari qualche altro attore si rifiuterà di partecipare.. magari non lo faranno neanche.. magari Alien si mangerà Ridley Scott..

La speranza è dura a morire.

SSSSSSStar Wars (eventi organizzati da Esselunga)

Se ancora non sapete cosa sono i Rollinz..

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..e se siete ignari della martellante (nonchè geniale) inziativa di marketing Esselunga..

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..vuol dire che è ora che usciate dal vostro gulag, respiriate l’aria marzolina e prendiate mano alla tessera Fidaty.

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Si, perchè dopo i Rollinz (fra parentesi.. la collezione, completa di astronave porta-rollinz, è in vendita su Ebay a partire da €35 ma si arriva anche a €50 !!)
il marketing Esselunga, cavalcando giustamente l’onda mediatica di Star Wars, ha organizzato una serie di eventi:

Esselunga presenta il primo evento ufficiale, che si svolgerà il prossimo Sabato 5 Marzo dalle 11.00 alle 18.30, dedicato a Star Wars e allo scambio delle simpatiche statuette dedicate ai personaggi della Saga. Nel corso della giornata i fan, grandi e piccoli, potranno anche vedere i ragazzi della 501St Legion Italica Garrison e della Rebel Legion Italian Base, assistere ad alcune dimostrazioni e partecipare ad attività dedicate. Questo il programma della giornata:

 

PIAZZA CITTÀ DI LOMBARDIA (SPAZIO COPERTO)

Ore 11.00: arrivo della 501st Legion Italica Garrison e Rebel Legion Italian Base.
Caccia X-Wing, Speeder Bike e Landspeeder in esposizione.
Dimostrazioni per tutta la giornata.

 

UNICREDIT PAVILION (PIAZZA GAE AULENTI – SPAZIO COPERTO)

ha il piacere di accogliere l’evento di Scambio dei Rollinz.
Inoltre: mostra scenografica, spada laser di Kylo Ren alta 5 metri, giochi, trucca bimbi e presenza della Legione.

 

PIAZZA GAE AULENTI (PALCO COPERTO)

Addestramento con Maestri Jedi con spade laser per tutti i giovani allievi fino ai 12 anni.

TUTTI GLI EVENTI SI SVOLGERANNO ANCHE IN CASO DI MALTEMPO.

Questo Star Wars Event è solo uno dei tanti appuntamenti Star Wars a cui si potrà partecipare nel mese di Marzo. Infatti, vi ricordiamo che la settimana successiva si terrà Cartoomics (qui il programma con gli appuntamenti dedicati alla Saga) e dal 19 verrà inaugurata al Museo del Fumetto di Milano la mostra “Star Wars dal fumetto al cinema…e ritorno”.
Che dire… tanta carne (di Bantha) al fuoco!

Star Trek: Horizon – fan film – disponibile!

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Come da titolo il Fan film Star Trek: Horizon è appena sbarcato su YouTube!

Si, YouTube! ed è completamente gratuito, visto che i fan film non possono essere venduti né tantomeno creare un profitto ai produttori tramite il merchandising. In questo caso si tratta di un lungometraggio realizzato dal fan di Star Trek e regista/scrittore Tommy Kraft.

Il film è ambientato qualche anno dopo la serie  Star Trek: Enterprise dove l’equipaggio, comandato dal capitano Harrison Hawke, sarà alla guida di una nave classe NX, precisamente la NX-04 Discovery, il loro compito, sventare un grande piano dei Romulani contro la Terra…

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Nonostante non abbia un budget hollywoodiano il film si presenta abbastanza bene, non ci resta che guardarlo…

Per ulteriori info riguardo la Trama e Cast vi riporto il link del sito ufficiale.

Mentre questo è il link di YouTube per visualizzare il film!


Buona Visione


[LT10bad] Pro & Contro

Pro

>Il film mostra una trama “azzardata” per un film Trek, ma non cade nel banale

>I Vari set sono molto fedeli, soprattutto la nave Discovery, sembra di guardare una puntata di ST:Enterprise

>Il cast è abbastanza credibile

Contro

>La qualità tecnica non è di alto livello (budget), quindi per mascherare le mancanze, l’immagine risulta troppo “appannata” e piena di flare luminosi….


 

Deadpool [recensione]

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Wade Wilson è un ex-combattente congedato con disonore, che si guadagna da vivere come mercenario, accettando anche gli incarichi più ridicoli quali lo spaventare adolescenti stalker di proprie coetanee.
Quando gli viene diagnosticato un tumore in metastasi che gli avrebbe lasciato poco da vivere, decide di sottoporsi ad un esperimento per diventare un mutante, così da poter acquisire la facoltà di autoguarirsi dalla propria malattia; la ragione che lo spinge a questa scelta è il non dover far soffrire la propria amata nel vederlo spegnersi lentamente accanto a lei.. e questo è l’unico gesto altruista dell’intero film.
Tutto il resto del film è un susseguirsi di scene di violenza, battute volgari e a sfondo sessuale e autoironia sugli autori e la produzione del film; viene continuamente sfondata la quarta dimensione ed il protagonista parla spesso con gli spettatori, criticando anche la scarsità del budget fornito per la realizzazione del film che gli impone di limitare la presenza a due soli X-Men, o lamentandosi della scarsa capacità recitativa di Ryan Reynolds (che tra parentesi è lui stesso attore protagonista e principale produttore).

Ryan-Reynolds as Wade Wilson

Ryan Reynolds nei panni di Wade Wilson, prima del trattamento che gli avrebbe conferito i superpoteri

Le motivazioni che spingono il protagonista del film a combinare tutti i disastri che si vedono sono il costringere chi lo ha sottoposto all’esperimento a ridargli l’aspetto originale, ora deformato come effetto collaterale delle capacità acquisite, e vendicarsi dell’essere diventato così mostruoso.

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Tutto il fascino di Wade Wilson, una volta acquisiti i superpoteri

Il film è assolutamente riuscito: ricalca perfettamente il personaggio tratto dal fumetto, diverte e strappa continue risate senza mai scadere nella noia o nella ripetività. Si discosta completamente da tutti gli altri film della Marvel realizzati finora e rilancia il personaggio di Deadpool per ciò che è nel fumetto, dopo la mostruosa storpiatura che esso ha dovuto subire nel film “Wolverine: Le Origini”.

[Nota di CMDR Wolf974: grazie a Lt Dino per la compagnia nella visione del film. Direi che ci siamo fatti un bel po’ di risate nel vederlo… Anche a mio parere uno dei film più azzeccati degli ultimi anni (ma resta un prodotto dedicato soprattutto ai nerd di sesso maschile per quanto lui sia così pansessuale!), finalmente un Anti-Eroe che si rispetti! Tuttavia qualche pecca per me resta…: 1. nel doppiaggio italiano del personaggio di Deadpool, forse gli è stata data una voce un po troppo pulita e giovanile (per non dire bimbominkiosa!) e 2. il finale forse un po’ troppo romantico e scontato stona col resto del film così “normalmente” fuori dalle righe… Infine, considerato il solito finale aggiuntivo dopo i titoli di coda (fantastici quanto quelli di inizio film) non possiamo che aspettarci un seguito…]

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A sinistra il personaggio di Deadpool tratto dall’omonimo film, a destra la versione del film “Wolverine: Le Origini”

Un paio di curiosità sul film: la produzione è stata voluta da Ryan Reynolds, che per riuscire a racimolare altri investitori (e probabilmente anche il consenso della Marvel alla realizzazione del film) ha postato sui vari social network delle sue foto con l’abito di scena, scatenando il visibilio dei fan e dimostrando così che sarebbe potuto essere un film di successo, molto benvoluto dagli spettatori.. E a giudicare dalle cifre degli incassi che sta avendo, le previsioni di Ryan sono state decisamente azzeccate: pare infatti che sia vicino ad aver guadagnato 500 milioni di dollari solo negli Stati Uniti, rischiando di superare gli incassi di “Captain America: Winter Soldier” e “X-Men: Giorni di un Futuro Passato”.

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Una delle diverse foto postate sui social network da Ryan Reynolds per promuovere il proprio film

NetCityShop

“Se una notte d’inverno un viaggiatore” è il titolo di un famoso romanzo di Italo Calvino, pubblicato nel 1979. L’opera è una riflessione sulle molteplici possibilità offerte dalla letteratura e sulla impossibilità di giungere a una conoscenza della realtà. Parallelamente, si potrebbe trasportare questa riflessione anche nel più circoscritto mondo reale che ci contorna : non riusciremo mai ad avere una conoscenza della realtà univoca, troppi sono gli elementi che ci circondano, ci influenzano e ci distraggono. Così, è possibile che la nostra visione della realtà sia sopraffatta dalla memoria o, a volte per pigrizia, dalle più familiari consuetudini.
Trasporto questo mia riflessione alla mia città natale, Terni, dove trovare qualcosa al di fuori dell’ordinario è già una esperienza che sfiora il mistico. Abituato quindi al suo tran-tran “standard”, è stato soprendente per me imbattermi, nella sua piccola realtà cittadina, nel negozio NetCity.

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Ecco alcune foto del vastissimo assortimento:

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NetCityShop esiste dal 2001, ma è stato rilevato a Giugno 2015 dagli attuali proprietari.

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La tuta di Actarus è in realtà una tuta da moto. Incredibile!

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Lo riconoscete il casco nella vetrina ?

I caschi che vedete nelle foto, sono stati realizzati su commissione da un loro artista, una produzione artigianale di altissima qualità.

 

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E questo “oggettino”, lasciatemelo dire, avrei tanto voluto portarmelo a casa..

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Il titolare, Alberto, con in mano uno dei caschi più desiderati..

Sono molti i servizi, oltre alla vendita, offerti da NetCityShop. Per aiutare tutti i cosplayers, ad esempio, hanno contatti con una sarta specializzata, sia per la realizzazione completa dei costumi, sia per la sistemazione. Possono realizzare anche peluche su misura a tema. Inoltre sono in grado di offrire un servizio di progettazione e realizzazione di teche per blaster e prop, oltre a vetrinette per collezionisti.

Uno dei servizi che mi ha maggiormente interessato è lo “scouting” di oggetti da collezione su Internet, ovvero NetCityShop si può occupare di ricercare, esaminare e consigliare per l’acquisto, tramite internet, di articoli da collezione e/o prop e articoli per cosplayers.

Ho avuto la fortuna di incontrarli e conoscerli durante il periodo natalizio, subito dopo l’uscita di Episodio VII, del quale abbiamo discusso nei minimi particolari e ne ho approfittato per fare qualche piccolo regalo di Natale.

Il negozio è anche online : www.netcityonline.com

Su Facebook : https://www.facebook.com/netcityshopterni

Su ebay: http://stores.ebay.it/NetcityShop-Terni

Vedere tanta passione e disponibilità nel proprio lavoro, in un settore che nella realtà di Terni, ha sempre faticato a decollare, è stato come vedere un faro nella notte, cogliendomi veramente di sorpresa.
A presto!

Gravity [Recensione]

Ieri ho approfittato del fatto che andasse in onda per la prima volta Gravity sulla Tv generalista e mi sono finalmente deciso a vederlo… Al cinema mi era sfuggito ma, a dire il vero, col senno di poi, non mi sono poi perso un gran chè! ma come? mi direte: “ha vinto un sacco di Oscar ed è stato il film più discusso nel 2013/14!”… beh che dire tutto questo gran parlare aveva montato in me una serie di aspettative che sono state in gran parte deluse… Ma andiamo con ordine e veniamo al film così che io vi possa esporre le mie teorie…

GRAVITY

Inanzitutto la trama giusto per capire di cosa stiamo parlando (attenzione agli spoiler per chi non lo avesse ancora visto): questa è piuttosto semplice e segue per tutto il film le vicende della dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock), un ingegnere biomedico alla sua prima missione in orbita, al lavoro con il collega Matt Kowalsky (George Clooney) intorno al telescopio spaziale Hubble, che ha bisogno di alcuni lavori di manutenzione. Da lì a poco, dalla Terra viene segnalato che un missile russo ha distrutto un vecchio satellite.., purtroppo per loro i detriti crati nell’esplosione hanno creato una sorta di reazione a catena con tutti i satelliti in orbita andando di conseguenza a distruggerli e creando così altri detriti. Questio detriti ad alta velocità, come se non bastasse, si stanno avvicinando molto veloci a Hubble. I due astronauti così cercano di tornare nello Shuttle che li ha trasportati in orbita, ma non ce la fanno e vengono investiti dai detriti, che distruggono l’astronave e causano la morte degli altri astronauti a bordo. Stone e Kowalsky (che qui non è un pinguino parlante!) raggiungono a fatica la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che ha subìto seri danni, e in seguito Kowalsky si sacrifica per consentire alla collega di sopravvivere. Stone parte dalla ISS con una navetta russa e raggiunge una stazione spaziale cinese, da lì organizza il suo rientro sulla Terra tra altre difficoltà e colpi di scena.

Il film ha giustamente ricevuto critiche molto positive per al regia (niente da dire, alcune riprese ti tengono col fiato sospeso) e per i suoi effetti speciali spettacolari e i panorami della Terra osservata dall’orbita, utilizzando immagini della NASA e di altri enti spaziali, mentre ha sollevato qualche perplessità tra astrofisici e appassionati di Spazio per alcune licenze scientifiche che si è preso, come quelle che di seguito vedremo assieme. (va detto, tuttavia se avessero considerato queste restrizioni, lo stesso film non avrebbe avuto più ragione di esistere e sarebbe stato un puro e, forse noioso, documentario scientifico)

Inanzitutto la gravità: proprio sul tema che dà il titolo al film ci si è un po persi dal punto di vista scientifico: In Gravity i protagonisti si spostano utilizzando i razzi sui loro jet pack in modo lineare, dando l’idea che ci si possa spostare da un’orbita all’altra (quindi variare la propria distanza verticale dalla Terra) con relativa facilità. Come aveva spiegato l’astronomo Phil Plait su Slate, le cose funzionano diversamente e sono molto più complicate (qui vi riportiamo le traduzioni riprese da ilpost.it:

Gli oggetti in orbita intorno alla Terra si muovono ad alta velocità, molti chilometri al secondo, per restare nella loro orbita. Se vuoi andare da A a B non puoi solo trovarti nel posto giusto al momento giusto; devi anche avere stesse velocità dei due punti. Se i due oggetti si trovano in orbite diverse, questo rende tutto più difficile. La velocità orbitale dipende dall’altitudine, quindi gli oggetti a differenti altezze si muovono a velocità ampiamente diverse tra loro, aggiungendo centinaia se non migliaia di chilometri all’ora. Le orbite possono essere anche inclinate tra l’una e l’altra, rendendo ancora più difficile trovare la giusta direzione. Le forme stesse delle orbite possono essere diverse, complicando ulteriormente le possibilità di un corretto incontro.

Il telescopio spaziale Hubble, che negli ultimi 25 anni ci ha permesso di vedere meglio lo Spazio senza le interferenze dell’atmosfera terrestre, ha un’orbita superiore rispetto a quella della ISS di almeno 200 chilometri: ne consegue che la sua velocità è di circa 100 metri al secondo più lenta rispetto a quella della Stazione. È quindi impossibile che un jet pack (se non fantascientifico) permetta di raggiungere velocità di manovra compatibili con un avvicinamento dal telescopio alla ISS. La NASA ha in effetti sperimentato nello spazio un jet pack, ma non certo con l’autonomia e le capacità di quelli utilizzati nel film.

Per non parlare poi delle orbite diverse: L’orbita di Hubble è inclinata di meno di 30 gradi rispetto all’equatore terrestre, mentre quella della ISS è intorno ai 52 gradi. Questo significa che vanno in direzioni diverse, cosa che complica ulteriormente la possibilità di saltare da una all’altra a una velocità intorno ai 400 chilometri orari con un jet pack. E non sarebbe praticabile nemmeno il salto dalla ISS alla stazione spaziale cinese utilizzando una navetta Soyuz, come fa Stone per cercare di mettersi in salvo: l’orbita della ISS è inclinata diversamente rispetto alla base cinese e non basterebbero i retrorazzi della Soyuz (che esistono davvero e servono per attutire il colpo con il suolo al suo rientro sulla Terra) per farcela.

GRAVITY

Ma diciamo che sui primi due esempi potremmo sorvolare non essendo noi degli scienziati ma solo dei poveri SpaceJokers! 🙂 Tuttavia c’è una scena che ho notato e mi ha fatto subito arricciare un sopracciglio “modello Spock”! In questa scena, che dovrebbe essere una delle più emozionanti del film, la Stone e Kowalsky sono collegati da un cavo e cercano di trovare un appiglio per agganciarsi alla ISS e fermarsi, dopo essersi spostati a grande velocità dal punto in cui si trovavano vicino ad Hubble. Dopo svariati tentativi, una gamba di Stone si impiglia in un filo dei paracadute della Soyuz, che si sono aperti in seguito al forte impatto dei detriti dei satelliti con la ISS, cui la capsula spaziale russa è collegata. È una presa molto precaria anche perché all’altra estremità c’è Kowalsky con il cavo che lo collega a Stone. Per permettere a Stone di salvarsi, Kowalsky scollega il cavo e viaggia alla deriva nello Spazio… Sarebbe molto emozionante se non fosse per il risolino sotto i baffi di Clooney che proprio non riesco a sopportare: troppo superficiale e superiore per essere un astronauta veritiero rispetto alle circostanze. Comunque è pur sempre una scena bella dal punto di vista della tensione che genera nello spettatore ma scientificamente non regge. Quando la gamba di Stone si incastra, si vede chiaramente che i due astronauti hanno smesso di muoversi (in termini relativi). La loro velocità relativa è quindi pari a zero: non stanno andando da nessuna parte. Sulla Terra se uno scalatore perde la presa può trascinare verso il basso anche il suo compagno che si trova più in alto, proprio per via della forza di gravità, ma in orbita le cose vanno diversamente: Stone avrebbe potuto salvare Kowalsky semplicemente tirando verso di sé il cavo che la collega al suo “collega”. Quì CMDR Nijal.. mi ricevete Houston ? Tanto per aggiungere la mia.. inizialmente credevo che fosse la forza di gravità terrestre a trascinarlo via, ma dato che entrambi viaggiano di fianco alla ISS (quindi la loro velocità relativa è simile a quella della stazione che è in orbita) non si tratta di questo. Inoltre mi sarei aspettato, subito dopo che Kowalsky si sgancia, di vederlo sparire, attratto da questa misteriosa forza.. e invece resta lì sospeso nello spazio.. la forza che lo stava risucchiando via è sparita..

Clooney sgancia la sua tuta per "salvare" la collega da una spinta che li distanzierebbe dalla ISS... spinta che in teoria non ci sarebbe...

Kowalsky sgancia la sua tuta per “salvare” la collega da una spinta che li distanzierebbe dalla ISS… spinta che in teoria non ci sarebbe…

Infine altre piccole disattenzioni dal punto di vista scientifico, un esempio su tutti le lacrime: dopo tutte le peripezie e avere perso Kowalsky, Stone nella Soyuz ha comprensibilmente un crollo e si mette a piangere. Le sue lacrime, in parziale assenza di gravità, iniziano a galleggiare nell’abitacolo della capsula creando un effetto molto suggestivo ma in realtà le lacrime dovrebbero restare attaccate al corpo per via della sua tensione superficiale (così come mostrato dall’astronauta Chris Hadfield sulla Stazione Spaziale Internazionale, si veda foto). Anche in questo caso è quindi una licenza per rendere più coinvolgente ed emozionante il film.. ce ne erà bisogno?

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Chris Hadfield mostra le lacrime che in assenza di gravità restano incollate alla sua faccia

Ma torniamo al principio del mio articolo: le mie aspettative disattese, non sono state soltanto le pecche a livello scientifico, ma ciò che mi ha deluso di più è stata proprio la trama: iniziamo col dire che è tutto tranne che un film di Fantascienza nel senso stretto del termine, ma è più un Thriller/drammatico… poi diciamo che, se non era per tutte le sf…ortune capitate all’equipaggio, il film (torno a ripetermi) non sarebbe esistito… e per questo, più che un film sulla gravità e le leggi della fisica, è un film sulla legge di Murphy: cioè se qualcosa può andare male di sicuro sarà anche peggio! CMDR Nijal: ve li ricordate i vecchi film della serie Airport ? Ne hanno fatti almeno 3, dove una serie di sfighe colpiva aerei che perdevano passeggeri in volo, etc etc.. ? Ecco, questo è un altro “disaster movie”.. Mi aspettavo di più… Ormai è chiaro a tutti che lo spazio non sia certamente un luogo ospitale, qui si ribadisce in pratica solo questo concetto! Passatemi il paragone: forse in Interstellar (di cui abbiamo parlato qui) sembrava tutto troppo “facile” nello spazio, ma per lo meno la trama intricata ci faceva fantasticare e immaginare a cosa il film avrebbe portato… qui invece è talmente tutto lineare che sappiamo già dove si andrà a parare…

 

Blade Runner… 2?!

E’ da tempo che si sente parlare di un seguito di questo magnifico film ma di poche ore fa la conferma che le riprese di Blade Runner 2 (anche se il titolo definitivo non è ancora stato annunciato) inizieranno a luglio, per un’uscita nel 2017: quindi proprio in occasione del 35° anniversario. Il comunicato ufficiale Sony Pictures conferma il coinvolgimento di Harrison Ford nei panni di Rick Deckard, nonché di Ryan Gosling in un ruolo imprecisato.  Mentre la regia sarà di Denis Villeneuve, stimato autore di Prisoners e Sicario: da notare che Villeneuve potrebbe portare a Cannes quest’anno il suo nuovo film, guardacaso di fantascienza, intitolato Story of Your Life; sarebbe una buona occasione per verificarne le capacità anche in questo contesto.

Villeneuve porterà ancora con sè il direttore della fotografia Roger Deakins, tredici volte nomination all’Oscar, uno dei più quotati autori dell’immagine contemporanei.

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La sceneggiatura è scritta da Michael Green e Hampton Fancher, già cosceneggiatore del primo Blade Runner, da una sua idea sviluppata con Ridley Scott, qui executive producer. Poco si sa sulla trama se non che sarà ambientato ancora più nel futuro (anche perchè Harrison Ford nella sua parte è ovviamente invecchiato…); Inoltre è comprensibile che si voglia mantenere il massimo riserbo fino all’ultimo momento. Crediamo tuttavia che non avrà nulla a che fare con i libri connessi e seguiti all’originale “Cacciatore di Androidi” che ispirò il primo film… Noi cercheremo di rimanere sul pezzo per tenerci informati qualora qualcosa trapelasse…

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Nel comunicato stampa emerge un particolare che ci fa un po pensare…: i diritti di Blade Runner sono passati all’Alcon Entertainment, che li ha acquistati dalla famiglia dello scomparso producer Bud Yorkin, con il presumibile scopo di creare prequel e sequel all’iconica storia di fantascienza. Blade Runner 2 potrebbe così essere solo l’inizio? speriamo proprio che facciano ben attenzione a non rovinare qualcosa che è entrato nella storia del cinema e nell’immaginario collettivo come uno dei film migliori in assoluto e non solo per la Fantascienza. Ma ciò che più c’è da chiedersi: è mai possibile che sia così a corto di idee originali?