Star Trek: Picard

Creata per il canale streaming CBS All Access by Kirsten Beyer, Akiva Goldsman, Michael Chabon ed Alex Kurtzman, è l’ottava serie del franchise Star Trek e si basa principalmente sul personaggio di Jean-Luc Picard. Ha luogo alla fine del 24esimo secolo, 18 anni dopo gli eventi di Star Trek: Nemesis (2002) e si ricollega alla morte del Comandante Data che è avvenuta alla fine del film, così come alla distruzione del pianeta Romulus, avvenuta nel film Star Trek del 2009.

Potrei andare avanti per ore ad inserire fatti, nomi degli attori, curiosità.. andando sia a memoria che cercando dati su Wikipedia.. ma non è così che funziona, non con Star Trek (e ancora di meno con Picard). Si, perchè contrariamente ai suoi delatori (dopo aver forse visto un solo episodio della serie), Picard è una serie che si aggrappa (e mi auguro che continuerà a farlo) a delle emozioni fortissime: nostalgia, vecchiaia, il senso della vita.

Ha senso continuare ad alzarsi ogni mattina dopo aver esplorato la galassia, dopo essere stato al comando prima di una nave di classe Galaxy (la mitica Enterprise D, che si vede nelle sequenze iniziali…) e poi di una classe Sovereign come la Enterprise-E, dopo essere stato nominato ammiraglio, dopo aver lasciato Starfleet sbattendo la porta? Ha senso ricercare a forza una pace che non hai dentro di te, camminando fra le vigne con il tuo cane (di nome Numero Uno, così come usava chiamare il suo fidato primo ufficiale, William Riker), ricordando, rivivendo ogni notte i momenti migliori e più drammatici della tua vita? Quando Laris (non vi anticipo chi è) gli chiede: “Brutti sogni?” – lui risponde :”I miei sogni sono bellissimi. E’ il risveglio che sta diventando insopportabile.”

Cosa altro puoi fare, quando sei ormai fuori dal gioco, vecchio e sfiduciato dal mondo, quando ogni mattina apri la finestra e vedi sempre lo stesso vigneto? E’ vivere? Oppure, come dice Picard stesso :”..questo non è vivere, è aspettare di morire..” ?

Se sei il Capitano Jean-Luc Picard, classe 2305, puoi cogliere al volo un’occasione, forse l’ultima che il destino ti presenterà, per tornare in sella e svelare un nuovo mistero, in memoria di un vecchio amico.

C’è un altro aspetto che ho apprezzato molto in questo episodio: combattere il negazionismo, combattere l’ignoranza di chi non ha appreso nulla dalla storia passata e non è in grado di mostrare un minimo di empatia. Durante un’intervista Picard, infuriato con la giornalista, risponde: “Lei non ha chiaramente idea di cosa sia successo a Dunkirk, non è vero? Non conosce la storia. Non conosce la guerra. Per lei è così facile passare sopra tutto questo come se non esistesse. Beh, non è stato facile per chi ha perso la vita e per chi è stato lasciato indietro!”

In conclusione? Un primo episodio stellare!

Spoiler Alert!

da qui in poi vi descriveremo alcuni Estear Egg che noi fan potremo riconoscere nel primo episodio… ma attenzione! se non avete ancora visto l’episodio vi sconsigliamo di proseguire la lettura fino alla sua visione…

La canzone iniziale “Blue Skies”: questa canzone classica appare nelle riprese iniziali del primo episodio, 18 anni dopo che abbiamo sentito Data cantarla per la prima volta al matrimonio di Riker e Troi in Star Trek: Nemesis. Il brano è stato anche ripreso alla fine di quel film, quando la copia inferiore di Data, B-4, la canta pigramente al Capitano Picard a seguito di un tentativo di inserire la memoria di Data nell’androide infantile. Nella stessa scena rivediamo anche per la prima volta sugli schermi la nostra amata Enterprise 1701 D. Rivedremo B-4 smantellato nel famoso Daystrom Institute.

Il gioco del Poker: così caro a tutto l’equipaggio della Next Generation tranne che al capitano Picard, il quale iniziò a partecipare al gioco con il resto degli ufficiali sono nell’ultimo episodio della serie. Ricordiamo anche la famosa partita a Poker di Data con I più gloriosi mostri sacri della Fisica sul ponte ologrammi. In quella scena prese parte come special guest star, il grande Stephen Hawking nei suoi stessi panni.

Tè Earl Grey… una costante universale per il nostro Capitano Picard… ora diventa Deca… passa l’età, si pensa alla salute ma i gusti non cambiano!

La visita di Picard nell’archivio quantico della Flotta Stellare è pieno di riferimenti per noi fan: qui si intravede l’arma a lama di Worf, il bat’leth e il pugnale cerimoniale Klingon, chiave nell’episodio “Sins of the Father”, dove il nostro Capitano svolge un’importante missione diplomatica (come si vedrà durante l’intervista a lui dedicata).
Vediamo anche il suo libro di Shakespeare, un modello di nave dettagliato dell’Enterprise-E, un modello dello Yacht del Capitano della stessa Enterprise (chiamato The Cousteau, visto per la prima volta in Insurrection del 1998), lo striscione “Captain Picard Day” che i giovani studenti a bordo della Enterprise D avevano realizzato nell’episodio “The Pegasus” e un modello dell’USS Stargazer, il primo comando di Picard.

Ai tempi un Picard emozionato e quasi infastidito… si scopre oggi invece che conservò lo striscione come una reliquia…

il dottor Bruce Maddox è un ricordo profondo per i fan: è apparso nel famoso episodio della seconda stagione di TNG “La misura di un uomo”. Qui, Maddox vuole sezionare e vedere se è in grado di replicare Data sulla base del fatto che l’androide non è altro che proprietà della Flotta Stellare.
Picard affrontò in tribunale Maddox e vinse per il suo amico Data dimostrandone la sua “umanità”. Secondo quanto risulta nel primo episodio di Picard, Maddox è scomparso dopo il divieto dei sintetici, ma ha continuato il suo lavoro anche dopo la morte di Data (in Nemesis).

il Dr. Maddox, questo sconosciuto…

Il pensiero di Picard su come Data “abbia sempre desiderato una figlia” è un riferimento a “The Offspring”, l’episodio della terza stagione di TNG in cui Data ha costruito il suo primo figlio (una femmina adulta di nome Lal). Tuttavia la sua creazione si rivelò malfunzionante e tragicamente, in modo straziante, fu costretto a disattivarla.

Lal, la figlia inconclusa di Data

Infine la sequenza finale è un puro colpo di scena magistrale che mette insieme temi cari al passato di Picard: i Romulani e i Borg; la lista di episodi in cui egli venne coinvolto direttamente con entrambe le razze nemiche è lunghissima ma con entrambi Picard non ha mai avuto pace. Ancora non è chiaro come i Romulani si siano integrati e abbiano preso possesso di un intero e gigantesco cubo Borg e ne abbiano fatto la loro base operativa. Un puro utilizzo della tecnologia Borg o una vera e propria alleanza? Di sicuro con i nuovi “Borgulani” ne vedremo delle belle!

Sicuramente ci sono molti altri riferimenti alle serie di Star Trek. Voi cosa avete notato?

In arrivo Star Trek 4

Noah Hawley sarà lo sceneggiatore e regista del nuovo film di Star Trek.

Il creatore di “Fargo” e “Legion”, Noah Hawley è stato contattato per scrivere e dirigere il prossimo capitolo del franchise “Star Trek”, secondo quanto pubblicato dal sito Variety.
I dettagli della trama sono ovviamente ancora sconosciuti, ma ci aspettiamo di rivedere, al comando della Enterprise Chris Pine, Zachary Quinto, Karl Urban, Zoe Saldana e Simone Pegg.

Il film sarà una co-produzione Bad Robot (J.J. Abrams) e 26 Keys production (dello stesso Noah Hawley). Sarà il quarto film nella serie del reboot cinematografico ed è un film completamente separato da quello che la Paramount sta sviluppando con Quentin Tarantino.

A Gennaio 2019 era stato comunicato che il film era stato “archiviato” a causa del non entusiasmante riscontro di Star Trek Beyond, oltre che ai dubbi sul ritorno di Chris Pine nei panni di James T. Kirk. A quanto sembra la Paramount ha deciso di fare il miracolo e di salvare questo quarto episodio.

Anche se è un’ottima notizia, questo vuol dire che non vedremo alla regia del franchising la regista SJ Clarkson, che era già stata contattata in precedenza. Noi SpaceJokers ne avevamo già parlato.

La regista SJ Clarkson

Il cast di Star Trek: ritorna Chris Pine!

La trama iniziale per questo film, prevedeva un viaggio nel tempo che portava Chris Pine ad incontrare il suo (deceduto) padre, Chris Hemswort, ma prima ancora della archiviazione del progetto, entrambi gli attori avevano dato forfait, poichè lo studio pretendeva che il loro compenso venisse abbassato. Hemsworth aveva in seguito commentato che: “Non mi sembra che vi sia un motivo valido per andare avanti con questa serie. Non voglio restare deluso da quello che porto in studio.” Purtroppo sembra che i produttori non siano riusciti a convincere Hemsworth a riprendere il suo ruolo, ma Hawley ha confermato che Chris Pine tornerà, assieme a Zachary Quinto (Spock), Zoe Saldana (Uhura), Karl Urban (Bones) e Simon Pegg (Scotty).

Star Trek 4: quando uscirà?

Al momento non c’è una data di uscita ufficiale.. ma il 2021 sembra essere una indicazione ragionevole. Anche se così fosse, la Paramount ha già Indiana Jones 5 e Mission: Impossible 7 in pista per l’estate 2021, quindi per evitare di avere troppa carne al fuoco (e scongiurare una concorrenza con se stessa) Star Trek 4 potrebbe slittare al 2022.

E il trailer? : Quando arriverà?

Sarebbe bello fare un viaggio nel tempo, come nei film di Star Trek e poter mostrare in anterprima un trailer… ma per il momento non abbiamo nulla da mostrarvi…
Vi terremo aggiornati!

“Braciolone” Kirk alla riscossa!

Il Capitano James T. Kirk (ovvero William Shatner) è tornato a sedere al suo posto, ovvero sulla poltrona della U.S.S. Enterprise NCC-1701. La sua presenza è stata richiesta per lo Star Trek: Original Series Set Tour a Ticonderoga, New York, dove James Cawley, Trekker super-fan ed impersonatore professionale di Elvis, nativo di Ticonderoga, ha ricreato lo Stage 9 della Desilu. E’ stato proprio alla Desilu che la Serie originale fu girata, più di 50 anni fa.

L’evento ha avuto inizio Venerdì 4 Maggio, con l’arrivo di Shatner al Set Tour, accompagnato da una calorosa ovazione dei fan. La giornata poi è proseguita con alcune chat private, una press conference, foto, e la firma di autografi.

La giornata successiva si è svolta nello stesso modo, con l’aggiunta di un Live Talk nell’auditorium della vicina Ticonderoga High School.

“Capitano sul ponte!”

Shatner si è accomodato sulla poltrona del capitano per parlare con un gruppo di fortunati VIP, ed è sembrato rientrare perfettamente nei suoi vecchi panni. “L’ultima volta che ho lasciato il set (la volta definitiva), credo avessi l’influenza”, ha ricordato la leggenda di Star Trek. “Credo fossi malato, così me ne sono andato.. ma ora sono tornato! Magari possiamo ricominciare da capo.”

Shatner solitamente evita di commentare e rispondere a domande su “essere Kirk” e di come il personaggio possa invecchiare con lui. Ma questa volta ha dato una risposta diretta. “Ci ho riflettuto su,” ha detto. “Cosa farei ora? Sicuramente sarei diverso, perchè sono passati 50 anni. Se non facessi qualcosa di diverso dopo 50 anni vorrebbe dire che sono bloccato in una anomalia temporale.. e questo è un po’ troppo fantascientifico per i miei gusti. Quindi.. ci deve essere una evoluzione nell’essere umano.. e se sei un bravo attore, riesci a trasmettere le tue esperienze di vita. Ero un po’ superficiale all’epoca e, 50 anni più tardi, ho più profondità, più spessore, avendo vissuto.. e spero di poter portare anche qualcosa in più.”

Uno dei momenti preferiti di tutti è stato quando Shatner ha dato ai fans la possibilità di sperimentare la “vita sul ponte di comando” (CMDR Nijal: e come si simulavano gli effetti speciali ai tempi) facendo inclinare tutti a destra e poi a sinistra.

Da tutto il mondo

In totale erano presenti più di 1000 fans, da località lontane come la Svizzera, Rio de Janeiro e Seattle, tutti accorsi a Ticonderoga per questo evento. Molti indossavano costumi del perdiodo TOS (CMDR Nijal : The Original Series), alcuni dei quali hanno particolarmente colpito Shatner.

Oltre alla partecipazione di Shatner, altri personaggi famosi come Denise e Michael Okuda, e Doug Drexler, hanno partecipato ai tour durante il weekend. E c’era anche Daren Dochterman.

Entrare nel sogno

Come mai Michael Okuda era presente a Ticonderoga? Cawley ha invitato lui e Denise Okuda, e non hanno potuto resistere. “La serie originale di Star Trek è quella con la quale sono cresciuto. Non fraintendetemi; sono orgoglioso di aver lavorato su The Next Generation e tutti gli altri show, ma quando ero bambino, questa era l’astronave nella quale viaggiavo con la mia immaginazione. Quindi essere quì, con tutti i set a pochi passi l’uno dall’altro, come erano una volta, è come entrare in un sogno.”

Denise Okuda sorride quando gli chiedono quale delle reazioni dei fan, durante i tour guidati da lei e da Michale, è stata la più interessante. “Il senso di meraviglia,” ha risposto. “Di solito chiediamo all’inizio del tour ‘chi viene quì per la prima volta?’ Mi diverto poi a vedere le reazioni proprio di queste persone.. ed è per loro una esperienza che gli cambia la vita. Lo vedi, lo senti, nelle loro reazioni fisiche. Alcuni di loro sono colpiti, quasi scioccati, e tutti molto eccitati. Non avrebbero mai pensato di poter camminare nei corridoi della Enterprise.. ma ora sono lì. E’ uno di quei momenti da sogno, dove chiedi a qualcuno di darti un pizzicotto per essere svegliati. Ma è la realtà.”

Nel cuore e nell’anima

Doug Drexler descrive Star Trek, i suoi set e Shatner come se facessero parte del suo DNA. Ha anche ammesso che questa combinazione di fattori, è stato ciò che lo ha spinto ad entrare nel mondo del cinema. Di conseguenza, quando gli hanno chiesto quale dei set sia il suo preferito, non ha saputo scegliere.

“Ognuno di essi ha un significato speciale, per diverse ragioni,” ha detto. “Chiaramente il ponte è il pezzo principale, ma ogni set, in diversi momenti, ha raggiunto il mio cuore in qualche modo, anche i corridoi.”

“Amo parlare di tutto ciò e potrei andare avanti per giorni e giorni.. ma una delle cose che preferisco, quando conduco i tour e ho tutti attorno a me, è condividere cosa questi set significano per me, tutte le cose che ho imparato da queste persone e tutto ciò che esse mi rivelano sull’essere vivo.”

“E la cosa migliore di questa esperienza di condivisione,” continua Drexler “è che dico a tutte le persone che partecipano al tour ‘sono convinto che potrei fermarmi quì e parlare con uno qualsiasi di voi ed sarebbe come se ci conoscessimo da anni’. Questa è la cosa più straordinaria, che fa si che questi set siano nel mio cuore e nella mia anima.”

Più grande e più piccolo

Shatner, durante l’incontro con la stampa, ha dichiarato che i set sono fantastici, reputandoli assolutamente incredibile ed una replica autentica di quelli dell’epoca. Ha scherzato dicendo che “la poltrona del capitano è così comoda che non mi alzerei più.”

Ha poi continuato a parlare dei set, notando che “Il set è esattamente come lo era 50 e passa anni fa. Ed è come tornare indietro nella casa dove siete nati.. date un’occhiata in giro e dite: ‘Wow è più grande e più piccola di come la ricordassi.. eppure è sempre la stessa’. Per cui, se siete interessati a Star Trek, tutto ciò è straordinario.”

Live on Stage

Il weekend si è concluso con una conferenza dal vivo con Shatner, presso l’auditorium della vicina Ticonderoga High School.

Shatner conosce bene la zona di Ticonderoga, essendo cresciuto a Montreal. Ha raccontato di un viaggio fatto da ragazzo, quando assieme ad altri 8 coetanei ha percorso in canoa il fiume St. Lawrence, fino al fiume Richelieu, poi fino al lago Champlain, poi al lago George ed infine giù per il fiume Hudson fino a New York City. Shatner ha dichiarato, “Conosco questa nazione come le mie tasche!”

L’evento di Ticonderoga non è la sola attività di quest’anno per il Capitano Kirk. Shatner ha  terminato di registrare un album di musica country assieme ad uno dei fondatori del gruppo Alabama, Jeff Cook; il suo libro sul tema dell’invecchiamento, dal titolo “Senior Moments” uscirà quest’autunno; inoltre Shatner ha in uscita un album di musiche natalizie dal titolo “Shatner Claus”.

Shatner è stato testimone, durante questo fine settimana, di molte storie dei fan e su come Star Trek ha avuto un significato profondo nelle loro vite. “E’ stata una esperienza straordinaria potermi mescolare a voi ed ascoltare le storie ed i ricordi su come le vostre vite sono state influenzate, al punto che alcuni di voi hanno scelto la loro professione ed il loro stile di vita, da questo show televisivo. Non vi sono parole per dire quanto questo mi colpisca e mi commuova.”

Star Trek: The Original Series Set Tour è situato al 112 Montcalm Street in Ticonderoga, New York. Per ulteriori dettagli ed acquistare i biglietti, andate su www.StarTrekTour.com .

link all’articolo originale

Qualche indiscrezione su Star Trek 4 (reboot)

Al momento ci sono solo poche info sul nuovo capitolo di Star Trek (reboot iniziato da J.J.Abrams). La regista S.J. Clarkson (nella foto) è stata contattata per dirigere “Star Trek 4,” diventando così la prima regista donna a prendere le redini della franchise.

La Paramount Pictures non ha aggiunto commenti. Lo studio aveva annunciato durante il CinemaCon tenutosi Las Vegas che stava pianificando un quarto film con Chris Hemsworth, che era apparso come il padre di Chris Pine nel primo reboot del 2009. Tornerà anche Zachary Quinto. Resta invariato il piano della Paramount di sviluppare un altro film di Star Trek con la partecipazione di J.J. Abrams e Quentin Tarantino, ma le info attuali dicono che è ancora in fase di scrittura e verrà filmato dopo Star Trek 4.

I dettagli su Star Trek 4 sono ancora pochi e vaghi (manca ancora un titolo), ovviamente.. si presuppone che nella trama Chris Pine incontrerà suo padre (Hemsworth) grazie ad uno stratagemma della trama.

Sembra inoltre che il personaggio di Pavel Chekov, interpretato dal compianto Anton Yelchin, non comparirà nel film, dato che la produzione non vuole sostituirlo.

J.D. Payne e Patrick McKay hanno scritto la sceneggiatura. Abrams e Lindsey Weber cureranno la produzione tramite la Bad Robot Productions, mentre David Ellison e Dana Goldberg della Skydance Media saranno i produttori esecutivi.

Il reboot del 2009 aveva portato ad un incasso (globale) di circa 385 milioni di dollari, il suo sequel “Star Trek: Into Darkness” di $467 milioni ed il terzo film “Star Trek Beyond” di $343 milioni.

Clarkson è conosciuta per la regia di serie TV famose quali “Dexter,” “Bates Motel,” “Orange is the New Black,” e “Jessica Jones.”

Recentemente ha diretto alcuni episodi della serie Marvel’s “The Defenders”.

Nonostante Star Trek abbia ormai 52 anni (ne parlavamo quì) sembra che goda di ottima salute.

Tiriamo le somme sulla 1a stagione di Star Trek: Discovery

Data stellare 20180213 (sì, lo so, non è la data stellare corretta per la serie TV ma è la nostra data come SpaceJokers…)

Ieri sì è conclusa la messa in onda degli episodi della nuova serie di Star Trek, ovvero Discovery… Ne abbiamo parlato molto, mesi prima che venisse trasmessa per poi eclissarci nel nostro sonno criogenico… in questo periodo la prima stagione è arrivata alla sua conclusione e ho seguito con molta attenzione gli episodi. Da una parte ne sono rimasto affascinato mentre dall’altra un po’ scettico… ma devo ammettere che la conclusione di ieri ha sopito tutti i miei dubbi e lasciatemi dire che….

Questo è proprio… STAR TREK!!!

Non mi dilungherò qui sulla trama perché non voglio darvi alcun Spoiler, ma sappiate che all’inizio, come per molti fan, anche io ero scettico: alla visione dei primi episodi mi sembrava di assistere a una buona serie di fantascienza ma che avesse ben poco dello Star Trek che conoscevamo. Infatti le critiche mosse andavano dalla differenza evidente con i canoni tanto sacri al franchise; in primis, Gene Roddenberry cerco di far sì che il mondo utopico da lui creato fosse composto da una Federazione con dei legami forti e di amicizia tra i protagonisti quindi ogni tipo di conflitto (fisico o psicologico) doveva essere limitato… Qui, in Discovery, già dall’inizio si assiste a qualcosa di diametralmente opposto ma se vogliamo dirla tutta sicuramente più realista e umano. Ecco che molti, me compreso, avevano storto il naso… Dopo qualche episodio di buona azione visiva e dalla trama ben composta (anche se a tratti un po’ scontata) mi stavo rendendo conto che il lavoro svolto era davvero egregio e a livello, se non superiore, ad altre produzioni del franchise.

E arriviamo quindi all’ultima puntata della prima stagione che toglie ogni ulteriore dubbio! non tanto per la trama in sé (l’episodio poteva essere più articolato: certe prese di posizione sono troppo repentine), ma quanto per il suo finale…

[Qui mi tocca fare un piccolo spoiler quindi se non volete saperlo non andate oltre!]

La Federazione stava infatti per fare un errore molto grave: utilizzare un dispositivo che avrebbe portato alla distruzione del pianeta natale Klingon (civili compresi) pur di vincere la guerra! Lo stesso Sarek (padre di Spock) promuove questa ultima analisi come la sola conseguenza logica alla guerra… ma qui finalmente si rivedranno i vecchi valori di Star Trek, l’equipaggio della Discovery decide di ammutinarsi e riportare la Federazione sulla retta via, mostrando come ci sia sempre una scelta migliore.

Infine la scena che a noi fan a fatto letteralmente piangere: l’incontro tra la mitica Enterprise (a quell’epoca capitanata da Pike e non ancora da Kirk) e la Discovery… lasciando aperta ogni interpretazione sulla prossima stagione (confermata). Inoltre l’ultima chicca è la sigla finale con il primissimo motivo musicale degli anni 60…

A presto e… lunga vita e prosperità a Star Trek Discovery!

Qui il video dell’ultima scena conclusiva della stagione..

Bilancio del terzo anno

Beh, qualcuno non se l’aspettava, qualcuno ci contava molto.. ma anche quest’anno siamo sopravvissuti. Lanciati a 108.000 km/h, anche questa volta abbiamo percorso 940 milioni di chilometri, fino a tornare dov’eravamo prima..

..Dov’eravamo? Ah già! E’ il terzo compleanno degli Spacejokers!!

E’ stato un anno un po’al ribasso.
Abbiamo avuto problemi tecnici con il caricamento delle immagini, in origine hostato sui server di Site5 ed ora residente su Aruba.
Abbiamo avuto problemi tecnici di collegamento dal lavoro (non penserete mica che perdiamo tempo a scrivere durante l’orario di lavoro, assolutamento no, non si fa, mai! mai! mai).
Abbiamo avuto problemi familiari che ci hanno giocoforza distratto dal magnifico passatempo che è scrivere su questo spazio e che ci hanno allontanato anche da Elite.

Siamo tornati?
Un po’, ora che i problemi tecnici si sono risolti, continueremo a scrivere anche se la traduzione delle newsletter, con il tempo attualmente a nostra disposizione, difficilmente continuerà.
Cercheremo comunque, come abbiamo appena fatto in questo articolo, di tenervi aggiornati su cosa accade nell’universo di Elite.

Di cosa abbiamo parlato quest’anno?
Beh, di Ridley Scott e dei suoi pre-sequel di Alien, del tanto atteso (inutilmente) Alien 5, di viaggi nel tempo e viaggi nello spazio ..aspetta, ma non è la stessa cosa?

Abbiamo parlato di Star Trek, sia della nuova serie, sia del GdR ispirato a Star Trek.

E sul fronte Star Wars? Bleah.. Lasciamo stare.. l’unica cosa che mi entusiasma è il mio nuovo acquisto:

Per quanto riguarda Elite Dangerous, abbiamo parlato del Gdr, dell’arrivo della espansione “The Commanders”, ed abbiamo continuato a pubblicare delle guide, come quella sulle autostrade a neutroni e quella realizzata dal nostro nuovo collaboratore, CMDR Zack J White, su come realizzare crediti a palate.

Cosa ci aspetta per il nuovo anno?

Per ora un caloroso saluto (siamo a meno 2, freddo porco) da noi Spacejokers!

Il viaggio nel tempo (parte 2)

Rieccoci quì, dopo un breve articolo introduttivo, a parlare di come la tematica dei viaggi nel tempo abbia influenzato la fantascienza.

time_machine_04 “When I speak of time, I’m speaking of the fourth dimension.”

Iniziamo con H.G.Wells “The Time Machine” (1895) perché è da qui che il viaggio nel tempo assume una forma di romanzo. Questo non significa che non ci fossero storie di viaggi nel tempo prima di Wells, anzi ve ne sono numerosi esempi. Lo stesso Wells pubblico una prima versione della sua storia con un titolo meno orecchiabile “The Chronic Argonauts” già nel 1988. Alcuni anni prima Edward Page Mitchell pubblicò “The clock that went backward” (1881), la storia di un magico orologio a pendolo che permette ai personaggi di tornare all’assedio di Leiden (Olanda) nel 1572 e salvare la città. In “A Christmas Carol” (1844) di Dickens, spiriti magici mostrano a Scrooge degli scorci del suo passato e del suo futuro. Ma è “La macchina del tempo” di Wells che mette in moto un intero genere di storie, romanzi e film. Questo punto di partenza, tuttavia, suscita una serie di domande. Potremmo chiederci, come mai il viaggio nel tempo è apparso dal nulla nel 1894 ed è diventato uno degli argomenti principali della narrativa fantastica e fantascientifica del 20esimo e 21esimo secolo?

Da ormai più di una generazione, il viaggio nel tempo è entrato nella nostra cultura. In televisione abbiamo visto la straordinaria popolarità che serie come Doctor Who (1963-) e Star Trek (1966-) hanno riscontrato, senza dimenticare che proprio la serie ideata da Roddenberry spesso include, nella narrazione dei suoi episodi, storie di viaggi nel tempo. Questo avviene anche nei film che hanno seguito la serie TV, ad esempio Star Trek IV The Journey Home (1986) ed il reboot, diretto da J.J.Abrams, Star Trek (2009). L’utilizzo del viaggio nel tempo viene usato ancora in altri film di attualità, da The Time Traveller’s Wife (2009) fino ai film di Harry Potter (dove fra i trucchi magici troviamo il ‘time turner’). Nel primo indimenticabile film di Superman (1978), l’eroe (o meglio il supereroe) torna indietro nel tempo, invertendo ingenuamente (ma in maniera molto efficace per la narrazione) il senso di rotazione della Terra, per annullare l’opera di Lex Luthor (il lancio di un missile contro la Faglia di San Andrea… niente di che) e per resuscitare così la sua (eterna) fidanzata, deceduta nel terremoto scatenato dal missile. Nel fiorire di film basati sui supereroi Marvel (e D.C.Comics), ne troviamo anche uno che sfrutta il viaggio nel tempo come elemento narrativo X Men: Days of Future Past (2014).

Ciò che le storie precedenti a quella di Wells hanno in comune, è la casualità, l’arbitrarietà di questi “spostamenti temporali”. Non c’è un interesse attivo verso cosa ci attende nel futuro o una ricerca storica; inoltre in queste storie non traspare che il viaggio nel tempo possa appartenere in qualche modo al mondo materiale della scienza e della tecnologia, anzi essi sono “pilotati” da magie, sogni, fantasmi.

L’importanza del romanzo di Wells non sta nella narrazione (per quanto avvincente) ma per il suo rimettere ad un meccanismo, ad un “veicolo” realizzato dall’uomo, la potenzialità di spostarsi nel tempo. L’uomo decide (tranne eventuali guasti alla macchina stessa) dove andare. Questo è il motivo che spinge Wells a modificare il titolo della sua opera da “The Chronic Argonauts” a “The Time Machine”; è la macchina che permette lo svolgersi della storia, è verso la macchina che si rivolge la nostra attenzione. E come non possiamo allora citare la pura meraviglia ed onesta (e condivisibile) invidia che esprime Marty McFly nel memorabile Ritorno al Futuro (1985): ”Mi stai dicendo che hai costruito una macchina del tempo… con una DeLorean?”. E per tutti i numerosi fan di Doctor Who, il TARDIS è un personaggio reale come qualsiasi altro assistente del dottore stesso.

Una ragione per questa nuova attenzione sulla “macchina” è che rende controllabile qualcosa che, fino allora, era aldilà delle nostre capacità di controllo. I sogni, la magia.. sono cose che ricadono su di noi, che viviamo passivamente, come accade a Scrooge. La memoria, i ricordi del passato, possono tormentarci o farci sognare con nostalgia.. ma non possiamo fare nulla per modificarli. Una macchina del tempo, invece, è qualcosa che possiamo controllare. Questo è il sogno che cattura l’immaginario del ventesimo secolo. Si potrebbe fare un parallelismo storico fra questo “controllo” della macchina del tempo e la diffusione delle prime autovetture.

Non è possibile fare un resoconto completo dei racconti, dei romanzi e dei film in cui si parla del viaggio del tempo, ma fra il 1950 ed il 1960 furono scritte centinaia di storie, al punto da renderlo un concetto ben codificato nella cultura contemporanea. La maggior parte di queste storie ruota attorno alle due principali tipologie di paradossi temporali che, se il viaggio nel tempo fosse possibile, si potrebbero generare. Il primo è il paradosso del “loop temporale”, ovvero: potrei tornare indietro e diventare il mio stesso antenato se non addirittura genitore ?”. Il secondo è il “paradosso del nonno” : se tornassi indietro nel tempo ed uccidessi i miei nonni, i miei genitori non sarebbero mai nati e di conseguenza neanche io; ma se io non esistessi, non potrei tornare nel tempo per uccidere i miei nonni, di conseguenza io esisto e così potrei tornare indietro nel tempo per uccidere i miei nonni… etc. etc. Per quanto riguarda il primo paradosso, i testi chiave per la lettura sono due storie brevi di Robert Heinlein: By His Bootstraps (1941) ed All You Zombies (1958). Nel secondo, grazie allo svolgimento di una particolare trama temporale, il personaggio principale ha un figlio (che è se stesso) da una versione femminile di se stesso (precedentemente ad un cambio di sesso). Bizzarro. Potremmo anche dire che si tratta di un caso limite di “controllo” : la fantasia maschile di una perfetta autonomia ed autosufficienza; la propria esistenza scaturisce da se stessi, senza il bisogno di alcuna interazione con gli altri. Il fatto che questa fantasia sia “claustrofobica” (e anche un po’ psicopatologica) non ha impedito a questa storia breve di diventare uno degli esempi più significativi del genere. Il cinema si è spesso fatto “prendere” dalla bellezza strutturale di questo tipo di paradosso temporale: Groundhog Day (1993), Donnie Darko (2001), Deja Vu (2006), Source Code (2011) ed il recente Looper (2012) si appoggiano ad esso.

Qualsiasi paradosso invita alla ricerca di una soluzione. Quella più utilizzata nella narrativa è che il viaggio a ritroso nel tempo risulti in una realtà alternativa (o time-line) che parte e si dirama dal momento dell’arrivo del viaggiatore. Un esempio molto influente (e che è stato ripreso fino alla nausea) è il racconto di Ray Bradbury “A Sound of Thunder” (1952), nel quale un appassionato di caccia grossa, con licenza di viaggio nel tempo, durante una battuta al Tyrannosaurus Rex, accidentalmente calpesta una farfalla; al ritorno nel suo tempo di appartenenza trova che tutto è cambiato. Spesso sembra che tutto avvenga in maniera casuale, priva di controllo, ma l’importanza del protagonista, il suo ruolo centrale, ne esce rafforzato. Nel racconto di A.E. van Vogt “The Weapon Shops of Isher” (1951), un viaggiatore nel tempo perde il controllo della propria nave, iniziando ad altalenare fra gap temporali sempre più ampi, immagazzinando una energia così potente da proiettarlo verso un ultimo salto indietro nel tempo, fino al BigBang, il momento della creazione del cosmo, di cui lui stesso è artefice (e vittima). Come immagine dell’onnipotenza catastrofica dei viaggiatori nel tempo, ammetterete che questa è difficile da battere.

Facciamo una piccola parentesi su come i viaggi nel tempo vengono illustrati. I libri, come sappiamo, sono degli strumenti per facilitare il nostro accesso alla narrativa, mentre il cinema e la televisione utilizzano strumenti più complessi e moderni per fare lo stesso. Cine e Tele mostrano immagini in movimento mentre i libri usano parole statiche (anche se le parole non sono mai ‘statiche’). Di fatti il concetto stesso di “viaggio” (come movimento) nel tempo rende chiara la differenza di applicazione: la facilità con cui delle immagini possono scorrere in avanti o indietro può rappresentare l’apparente movimento nel tempo. Non solo: queste immagini, questi “spezzoni di tempo” possono essere delle foto (cioè immagini statiche) od il consueto scorrere della pellicola.
Un esempio (anche di ricerca estetica) del primo caso lo abbiamo con il film di Chris Marker “La Jetée” (si tratta del termine che indica uno spazio, in questo caso una terrazza, che consente, ai visitatori di un aeroporto, la veduta del traffico aereo). Il “film” del 1963 si svolge in un mondo devastato dalla Terza Guerra Mondiale. Un prigioniero (Davos Hanich) è inviato decenni indietro nel tempo nella Parigi pre-guerra, dove scoprirà la verità su una memoria che lo assilla dalla sua infanzia: era accanto ad una donna (Helene Chatelain) sulla terrazza (la jetée) dell’aeroporto di Orly mentre un uomo viene ucciso. Viene definito come film ma in realtà è composto quasi esclusivamente da foto in bianco e nero, una modalità di realizzazione che contrasta con la “fluidità temporale” del cinema convenzionale, ma che evoca la umana abitudine di consultare il nostro passato, guardando vecchie foto in bianco e nero, poiché è una riflessione sulle memorie ed i traumi dell’infanzia e di come esse si schiudano, mostrando il loro significato, quando si è adulti. Ovviamente l’uomo ucciso nella memoria del protagonista, da bambino, è se stesso, un riferimento esistenzialista d’inevitabilità, di come la nostra morte sia predeterminata. Il titolo stesso ‘La Jetée’ evoca il passato: ‘là j’étais’ ovvero ‘ero là’.



Gli adattamenti cinematografici della narrativa dei viaggi nel tempo sono estremamente numerosi, anche se la pietra miliare fu l’adattamento fatto da George Pal, nel 1960 della storia di Wells “La macchina del tempo”. A dire il vero questo film primeggiava più per i costumi di scena ed allestimenti di età Edwardiana che per le sue caratteristiche di “fantascienza”… come in fondo anche alcune serie TV della BBC come Doctor Who e Adam Adamant Lives! (1966-68).
Negli anni ’80 vi fu un ritorno di fiamma relativo ai viaggi temporali, scatenato da un blockbuster particolare, non più un esercizio di nostalgia Edwardiana ma con del sano terrore Cyber tecnologico. Parliamo ovviamente di Terminator di James Cameron (1984) il quale collega i viaggi nel tempo con il senso di pericolosità (ed ansia) dovuto al crescente aumento di meccanizzazione e di computerizzazione che stava dominando l’Occidente. Di nuovo, il “desiderio di controllo”, come già successo ad inizio secolo ?

La trama la conoscete sicuramente: Arnold Schwarzenegger è un robot umanoide proveniente dal futuro, un Terminator, inviato nel passato da un malvagio network di computer “Skynet”, per uccidere una donna chiamata Sarah Connor che, nella Los Angeles del 1980, darà la luce a John Connor, il bambino che crescerà fino a divenire l’artefice della sconfitta dei computer nella loro lotta contro l’umanità. Dal futuro gli uomini inviano uno dei loro soldati a proteggere Sarah Connor. Il colpo di scena è che Kyle Reese, il soldato, e Sarah Connor, si innamorano; è lui il padre di John Connor e, nel tentativo di distruggere il figlio di Sarah Connor, Skynet non fa altro che provocare la sua stessa sconfitta. Reese si era innamorato di Sarah guardando, nel futuro, una sua foto. Come ne “La Jetée”, troviamo una certa simmetria narrativa e la nostra sensibilità ne esce rincuorata dal fatto che, nonostante la cronologia sia stata perturbata, si aggiusta tutto fino ad arrivare ad una linea temporale dove la razza umana vince. Il tema di “Terminator” è l’implacabilità. Reese descrive il Terminator a Sarah Connor :”non si può patteggiare con lui, non si può ragionare con lui, non conosce pietà, ne rimorso, ne paura… niente lo fermerà prima di averti eliminato, non si fermerà mai.”
Questo aspetto immaginativo deriva dalla tradizione culturale del “memento mori”, ovvero “ricordati che devi morire”. D’altronde la vera forma del Terminator, tolta la finta carne che lo riveste, è quella di uno scheletro cromato, completo di teschio ghignante. Nella tradizione storica l’implacabilità della morte viene spesso associata ad un concetto naturale, malattia, carestia, vecchiaia. Ora è invece trasfigurata in un ordigno creato dall’uomo, il che lo rende ancora più spaventoso.

L’altro grande franchising cinematografico degli anni 80 è “Ritorno al Futuro” di Robert Zemeckis, che giocava con i paradossi del viaggio temporale, creando trame complesse e più che piacevoli; una ragione del suo successo era anche dovuta al suo appigliarsi alla possibilità di esaminare il passato della propria famiglia, una sorta di “Happy Days”, in una piccola cittadina americana. Il secondo episodio (forse il meno riuscito) mostrava una visione satirica sulla società dei consumi del prossimo futuro (quello che stiamo vivendo ora?), per concludersi poi con il nostalgico e romantico finale del terzo episodio, sulla scia de “C’era una volta il West”.

Comunque sia, nonostante le differenze stilistiche ed il tono ovviamente più allegro, anche il succo di questa serie non si discosta da quello di Terminator. La “storia” (la successione degli eventi) non deve essere modificata – la linea temporale registra questi cambiamenti fino a cancellare lentamente Marty McFly da una fotografia, denotando il suo passaggio a creatura inesistente. Ciò che deve cambiare invece è la personalità degli individui. In particolare, il padre di Marty deve imparare ad affrontare i bulletti che lo assillano (“Pronto, McFly, c’è nessuno in casa?”) e a vincere la sua codardia, mentre Marty deve imparare qualcosa di diametralmente opposto – controllare la sua irascibilità, resistere alla provocazioni (“Nessuno può chiamarmi fifone!”) ed in generale comportarsi in modo meno aggressivo e sconsiderato. Entrambi gli uomini imparano queste lezioni e sono ricompensati – non solo il padre di Marty è nel presente un uomo di successo, ma ha realizzato il suo sogno di diventare un scrittore di fantascienza. Marty torna dalla sua fidanzata ed evita di essere annullato. C’è, in altre parole, una sorta di conservazione esistenziale nei viaggi del tempo del cinema, qualcosa che torna ad essere quello che è. Alcuni critici hanno esplorato le analogie fra le qualità formali della rappresentazione cinematografica ed il viaggio nel tempo.

Nei film si può facilmente velocizzare o rallentare l’apparente passaggio del tempo; far andare un film a ritroso da il senso di come il mondo esterno possa apparire a qualcuno che viaggia contro il vettore della freccia del tempo. Tagliare alcune scene permette di “tagliare” senza sforzo momenti (o eoni) di tempo (forse uno dei più famosi tagli cinematografici è quello fra l’uomo preistorico che lancia l’osso in aria e l’astronave che percorre la sua orbita in 2001: Odissea nello spazio (1968). Mentre guardiamo un film non viaggiamo letteralmente avanti di migliaia di anni.. ma l’illusione incanta maggiormente lo spettatore perchè viene resa in modo visuale.

A questo proposito citiamo un film di Rene Clair “Paris qui dort” (Parigi che dorme) del 1925. Si tratta di un film muto, della durata di 35 minuti, rilasciato in Inghilterra con il nome “The Crazy Ray”. Uno scienziato pazzo ha inventato un raggio misterioso che sperimenta su Parigi, facendo addormentare tutta la popolazione cittadina, con le persone che rimangono congelate, immobili come statue. Albert, il guardiano di notte della Torre Eiffel – rimasto immune assieme alla nipote dello scienziato grazie all’altezza – si accorge, al suo risveglio, che la capitale è paralizzata. Solo cinque persone arrivate in aeroplano sono sfuggite all’incantesimo e camminano per la città deserta. Anche se non si tratta nello specifico di narrativa “dei viaggi del tempo”, mostra le possibilità “ludiche” dell’obbiettivo fotografico: la stessa macchina che crea l’illusione del movimento è in grado di fermarlo, accelerarlo, rallentarlo, mandarlo a ritroso. Il rapporto fra le immagini statiche de “La Jetée” e le riprese in costante movimento di “Terminator” è incarnato nella iterazione fra i parigini “congelati” e quelli in movimento di questo divertente film. E’ certamente una pellicola che parla della cinematografia.

Abbiamo iniziato a parlare dei viaggi nel tempo con H.G.Wells nel 1890.. ma non è una strana coincidenza che in quegli stessi anni i film diventano una forma d’arte e non più una “curiosità” ? Vi sono quindi dei punti di contatto, sia metaforici che reali, fra fotoni e tachioni?

Nel prossimo articolo parleremo dei nostri deliri sul viaggio nel tempo.. a presto (si fa per dire).

P.S. Ho iniziato a scrivere questo articolo a Novembre 2016… più viaggio nel tempo di così..

Navi Generazionali e Elite Dangerous

Parlare di navi generazionali è come narrare la storia degli avventurieri che per primi si lanciarono nel vuoto cosmico con vascelli di gran lunga più primitivi rispetto a quelli di cui godono i giocatori di Elite Dangerous nel 34° secolo.

Nella timeline di Elite Dangerous (che va da oggi all’anno in-game del 3303), i secoli tra 2200 e 2700 vengono considerati come il ‘periodo d’oro’ per l’esplorazione nonostante la tecnologia fosse primitiva per gli standard del 34° secolo, senza comunicazioni FTL (faster than light, ovvero più veloci della luce), senza iperspazio, con armi primitive e dure condizioni di vita.

un ipotetica Nave Generazionale per Elite Dangerous?!

Facciamo qui riferimento ad una componente importante per tutta la Fantascienza, da cui Elite ha preso spunto abilmente… le mitiche astronavi generazionali. Ma di cosa si tratta? Potremmo un po’ definirla come un’arca di Noè spaziale in grado di svolgere viaggi interstellari a velocità sub-luce e in grado di sostentare l’equipaggio e se stessa (ad esempio rimarrebbe il problema del propellente necessario..) per intere generazioni poiché questi viaggi potrebbero durare secoli.

Per assicurare la varietà genetica nel corso di un viaggio di diversi secoli (e quindi non avere decadimenti e anomalie genetiche) una nave generazionale dovrebbe ospitare almeno 500 individui (o una banca del seme). La nave dovrebbe inoltre disporre al proprio interno di una biosfera quasi completamente autosufficiente, in modo da produrre cibo, acqua ed un’atmosfera respirabile a sufficienza per tutti i suoi occupanti. Dovrebbe infine essere dotata di sistemi elettronici straordinariamente affidabili, in grado di resistere all’usura del tempo e di non danneggiarsi in maniera irreparabile nonostante l’uso continuo, oppure tali da essere riparabili anche con il semplice intervento degli abitanti della nave. (Si veda ad esempio dal recente film Passengers da noi recensito qui)

Nella Fantascienza è stato utilizzato come tema tipico quello dei discendenti dei primi occupanti di una simile nave che perdono la memoria storica della propria missione e ritengono che l’interno dell’astronave costituisca l’intero universo conosciuto e a tal riguardo consigliamo i romanzi del ciclo Universo (o “Orfani del cielo”) del 1941, capostipiti del genere. Poi va citata sicuramente la serie Rama (1973-1993) di Arthur C. Clarke (il mitico autore di 2001: Odissea nello spazio) dove appunto l’astronave Rama possiede un vero e proprio habitat con tanto di valli e mari interni sostenuti unicamente dalla forza centrifuga dovuta alla rotazione della sua enorme massa cilindrica…


Questo per quanto riguarda la Fantascienza scritta, ma gli esempi anche nella filmografia non mancano, anche nella nostra serie preferita, infatti, va ricordato un episodio della serie classica di Star Trek dal titolo “Ho toccato il cielo” oltre a due episodi della serie Star Trek: Voyager (“La malattia” e “La profezia”); e infine l’anime giapponese Last Exile.

Ma non solo Fantascienza: anche la NASA qualche anno fa dichiarò di essere intenzionata a studiare motori e navi in grado di svolgere viaggi interstellari di sola andata…Se ci pensiamo oggi, dalla scoperta recente di Trappist 1 (disponibile anche nella beta 2.3 di Elite Dangerous col nome Core Sys Sector XU-P A5-0), a “soli” 39 anni luce da noi, con il miglior motore per razzi spaziale disponibile (New Horizon che viaggia a 14,3Km/S), è stato calcolato ci vorrebbero 817 MILA anni per raggiungerlo (senza calcolare la decelerazione)… Insomma mi sembra ancora un po’ troppo presto per avventurarsi in questo progetto ma nel caso potrei farci un pensierino! 🙂

Ora che abbiamo capito cosa è una nave generazionale vorrei stravolgere un po’ il punto di vista e il sistema di riferimento a cui si è abituati: è interessante notare infatti che gli stessi pianeti popolati da esseri viventi potrebbero essere considerati una sorta di nave generazionale; questo concetto viene denominato come “Astronave Terra”.

Ma torniamo a Elite Dangerous, perché sarebbero così importanti queste navi?

Molte migliaia di navi generazionali avrebbero lasciato la Terra dalla fine del 21° secolo (la prima nel 2097), ma sembra che la preparazione al lancio nello spazio non fosse ben regolamentato. Molti non erano così preparati come avrebbero dovuto essere. In quei giorni la comunicazione più veloce della luce non esisteva e molti di quei potenziali coloni affrontavano da soli rischi terribili, viaggiando migliaia di anni luce nel vuoto, non diversamente da quanto accadeva alle carovane o alle navi che attraversavano continenti e mari nei secoli prima di loro. Le registrazioni indicavano che circa 70.000 di queste navi generazionali furono inviate nello spazio profondo.

Alcuni ebbero successo e fondarono nuovi mondi. Ma la maggior parte non lo furono altrettanto. Mentre alcuni riuscirono a tornare sulla Terra con i racconti delle loro avventure.

Molti quindi si sono persi nello spazio profondo, con la carcassa morta della loro nave che li trasporta su una traiettoria quasi infinita (nel vuoto ci si continua a muovere per inerzia una volta data una certa accelerazione) sempre più profondamente nello spazio. Altri sono riusciti a trovare una nuova Terra e sono sopravvissuti per molti decenni prima di essere sopraffatti da qualche disastro locale.

Alcuni potrebbero essere ancora vivi, ma limitati nelle comunicazioni, poiché la loro attrezzatura è divenuta obsoleta nel corso dei secoli. Diciamo che sono scomparsi senza lasciare traccia, ma è pur sempre possibile trovare qualche traccia di loro se sono ancora là fuori…

Alcuni sono nella loro 30a generazione. Si tratta di quelli che sono ancora sulla rotta programmata e viaggiano nel ‘normale’ spazio, a velocità relativistiche (più basse di quella della luce).

Comunemente questi viaggiatori sono noti come “The Missing” (i dispersi).

È interessante notare che, se si fanno quattro conti, scoprirete che a causa delle velocità relativistiche, il tempo a bordo delle navi generazionali sono in realtà compressi per gli occupanti. Un ulteriore risultato di osservazione di questa conclusione è che molte delle navi dovrebbero raggiungere le loro destinazioni proprio intorno all’anno 3300 se si assume che sono state puntate verso stelle a meno di 100 anni luce (ciò risulta plausibile per la tecnologia tra il 21° al 24° secolo). La distanza massima che potrebbero realisticamente viaggiare sarebbe intorno ai 1.000 anni luce (ma probabilmente molto meno); in questo modo le navi e la civiltà che ne è scaturita (sempre ce l’abbiano fatta) dovrebbero essere facilmente raggiungibili dagli esploratori attuali di Elite Dangerous.

Di più non si sa al momento, ma questo rimane uno dei misteri più intriganti in merito alla storia di Elite. Aspettiamo di saperne di più da qualche esploratore archeologo-spaziale! Nel frattempo se capite l’inglese vi consiglio questi due video ben fatti che descrivono la storia dei misteriosi “missing”!

Fly safe Commanders!

StarFinder vs Star Trek Adventures

il 2017 sembra proprio che sia l’anno che riporterà in auge la Fantascienza, anche nel mondo tipicamente Fantasy dei Giochi di Ruolo di tipo “pen-and-paper”, ovvero nel senso tradizionale e purista del termine, non parliamo ora di videogames da essi derivati.

Infatti per l’estate sono previste le uscite di ben 2 giochi di questo tipo, dopo un periodo dove a farla da padroni sono stati giochi fantasy / horror. Difatti di questo genere di gioco non esiste il solo e famosissimo Dungeons and Dragons, ma una schiera di altri giochi di ambientazione varia. Anche la Fantascienza ha fatto la sua comparsa in questo genere con giochi basati su Star Wars e Star Trek ma parliamo di più di 10 anni fa ormai… e con scarso successo.

Ora pare che 2 grandi case editrici del genere GdR si daranno battaglia di nuovo tendando questa strada. Da una parte la Paizo (famosa per aver utilizzato il sistema di gioco Open Source D20, nel suo glorioso PathFinder, degno successore del D&D 3ed., a cui gioco abitualmente) e Modiphius Entertainment (con alla sua una sfilza di giochi: https://www.modiphius.net/).

Andremo qui ad analizzare quanto si sa al momento sui 2 giochi che le case editrici in questione andranno a pubblicare a breve… Paizo ha presentato infatti StarFinder, un ambientazione fantasy/fantascientifica che si rifà al mondo usato nel suo PathFinder mentre Modiphius ha preso i diritti per pubblicare un gioco di ruolo basato su Star Trek. Ma andiamo ad analizzarli uno per volta…

StarFinder (Paizo)


Si tratterà semplicemente di un “Pathfinder nello spazio”? alla Paizo ci tengono ad assicurare che non sarà così e per essere certi che non lo diventi, gli sviluppatori prima di tutto hanno scelto di eliminare Golarion: sia chiaro, l’ambientazione sarà sempre quella del piano materiale a cui questo pianeta appartiene, ma tutto sarà ambientato in un possibile futuro dove gli dei hanno fatto sparire quel pianeta e non hanno intenzione di rivelarne il motivo. Così le razze base di Pathfinder (elfi, orchi, ovviamente umani, e via dicendo) si sono ritrovate a vivere su una base spaziale, l’Absalom Station, battezzata così in onore della metropoli al “Centro del Mondo” nell’isola di Kortos nell’ Inner Sea (mare interno). Cosa sia successo nei secoli tra la scomparsa di Golarion e il momento in cui avvengono le vicende di Starfinder, rimane un mistero: gli avvenimenti sono stati cancellati dalle menti degli abitanti di tutta la galassia e di tutti piani, e questo “buco” è conosciuto con il nome di “Gap”.
Ogni abitante dello spazio soffre per questa situazione, non importa che sia una razza nativa di Golarion, che ha visto il suo pianeta sparire nel nulla, o di individui di altri luoghi, spaventati dall’idea di dover, un giorno, vedere la propria casa svanire. Inoltre avere un buco di memoria di diversi millenni renderebbe turbato chiunque. A soffrirne di più, ha affermato James Sutter, Direttore Creativo della Paizo, sono ovviamente le razze più longeve come gli elfi, all’interno delle quali ci sono persone che ancora riescono a ricordare Golarion prima del Gap.
Il Gap, comunque, non vuole essere solamente un dettaglio storico, ma un vero e proprio espediente narrativo per i Master. Questo perché l’evento, che ha abbracciato tutto il multiverso, ha avuto un inizio e una fine diversi in base al luogo in cui si è verificato. Magari potrebbe esserci un pianeta nel quale gli abitanti ricordano gli ultimi 300 anni, mentre in un altro sistema le memorie potrebbero risalire a 400 anni prima. I giocatori, quindi, possono anche andare a caccia di informazioni storiche in merito al Gap, fino a scoprire tutta la verità. Ma come si fa a viaggiare nello spazio in un gioco dove esisteranno sia magia che tecnologia? Pare che in Starfinder un’intelligenza artificiale sia ascesa a divinità, e abbia concesso a tutti l’abilità di muoversi più velocemente della luce, così da poter affrontare i viaggi interstellari. Ma l’universo è buio e pieno di terrori e chissà quali avventure aspettano i viaggiatori…

All’interno di questo universo, oltre ad avere a che fare con le vecchie razze di Golarion, Sutter ha promesso anche creature che abbiamo già visto in passato, ma di altri pianeti e soprattutto cresciute nel tempo, come i ratti umanoidi del pianeta Akiton (che potete vedere nell’immagine qui in basso), creati con una psicologia simile a quella dei Jawa di Star Wars; oppure torneremo a vedere i Lashunta, già visti in Pathfinder e più simili agli umani. A queste si andranno ad aggiungere molte altre razze, che saranno sia giocabili, sia sfruttabili dai Master come avversari e PNG.

Nonostante le molte similitudini con il “fratello” più fantasy, diverse regole di Starfinder saranno modificate rispetto a quelle del classico Pathfinder. Non si sa ancora molto al riguardo, ma pare che, ad esempio, le statistiche delle armi e gli stessi oggetti saranno leggermente diversi da come li conosciamo. Tutto ciò per due ragioni fondamentali: la prima è che dopo dieci anni dall’uscita del suo GdR di punta, la Paizo ha intenzione di mettere a frutto ciò che ha imparato nel tempo, snellendo alcune meccaniche (e meno male!); la seconda, è che siccome Starfinder non sarà “Pathfinder nello spazio”, ma un prodotto con un suo DNA unico ambientato semplicemente nello stesso mondo, qualche differenza di regolamento servirà per dare una propria personalità al gioco. Sutter ha anche aggiunto che Starfinder sarà incentrato meno sulla consultazione delle regole e più verso il “senso di meraviglia“. Non mancherà, comunque, la possibilità di integrare materiale di Pathfinder, come i mostri di Golarion, adattabili seguendo le istruzioni che saranno incluse nel manuale base… Ma è proprio da questa possibilità che nasce un dubbio: insomma da una parte sembra un progetto interessante tuttavia ne parlandone l’altra sera con la compagnia (di merende) storica di GdR: spero che non cadano nell’errore fatto anni fa dalla stessa editrice di D&D (TSR all’epoca, oggi Wizard of the Coast) quando pubblicò SpellJammer: infatti la miscela Fantasy e Fantascienza rendeva le cose né carne né pesce… Quindi le mie perplessità sul gioco rimangano…

D’altra parte le immagini evocative del gioco e dei personaggi fino ad ora pubblicate fanno intendere un gran bel impegno da parte di Paizo; mi ricorda vagamente lo stile grafico del videogames “Phantasy Star Online” pubblicato anni fa da Sega; anche questo tra l’altro era ambientato in un futuro simil-fantasy…

Tuttavia per poterci giocare, e togliersi i dubbi qui sopra enunciati, si dovrà aspettare fino ad agosto 2017, mese in cui uscirà il primo manuale (almeno in versione inglese). Ovviamente vi terremo aggiornatissimi su tutti i futuri sviluppi, nella speranza di potervi annunciare l’arrivo del gioco anche in versione italiana: nel frattempo, ecco il sito ufficiale: https://paizo.com/starfinder

Star Trek Adventures

D’altra parte Modiphius con il suo Star Trek Adventures punta tutto sul grande universo e background costruito intorno al mondo di Star Trek, su cui non abbiamo molto altro da dire: chi ci segue, sa già quanto amiamo questa serie…. Da un punto di vista del background storico non ci sarà quindi molto da inventare perché il Narratore avrà da se la sconfinata mole di materiale presente in 50 anni di film e serie TV.

Tuttavia, c’è da chiedersi, il gioco di ruolo saprà riprendere il fascino di questa ambientazione e accontentare i super-mega-fan come noi? e magari avvicinarne di nuovi più legati ad altri GdR? Solo il tempo ce lo saprà dire… anche qui la data di uscita è prevista per fine estate… Ma andiamo a vedere cosa si sa per ora.

Star Trek Adventures sfrutterà il sistema nativo della Modiphius, già sperimentato per tutti i suoi titoli, e che viene chiamato banalmente 2d20. Come si può facilmente evincere dal nome stesso, esso è basato sul tiro contemporaneo di due dadi da 20, dei quali almeno uno deve risultare inferiore al valore dell’attributo (ogni personaggio ne ha 8) su cui si lancia, per poter ottenere il successo nell’azione intrapresa. Il lancio di 2 dadi funge da “paracadute”, in modo che uno dei due possa salvaguardare la riuscita nel tentativo. In presenza di una specifica abilità, il punteggio di questa va semplicemente a sommarsi a quello dell’attributo per determinare la possibilità di riuscita. Da menzionare i punti “oscura simmetria” coi quali il master potrà mettere in difficoltà i personaggi intervenendo su numerosi fattori di gioco, a fronte di “richieste d’aiuto” dei giocatori dopo lanci da epic-fail! Di primo acchito, sembra un sistema già ben collaudato, agile e snello che lascia spazi di manovra per la parte interpretativa. (altrimenti si rischia di diventare dei supertecnici del sistema di gioco più che dei giocatori di Ruolo!)

Come accennavamo prima, la Modiphius ha annunciato che Star Trek Adventures coprirà tutte e cinque le serie prodotte, dalla Originale a Enterprise, e tutti i film con protagonisti il cast originale e quello della Next Generation (ma non includerà gli episodi del reboot di J.J. Abrams, a cui facciamo seguire 92 minuti di applausi per questa dichiarazione!), implementando tutto lo scibile necessario a sviluppare campagne per ognuna di queste ambientazioni. Secondo la casa editrice, inoltre, i giocatori sperimenteranno differenti approcci al gioco in base alla nave e alla serie nella quale decideranno di ambientare le proprie avventure, con sfumature più o meno dark, improntate all’esplorazione oppure al combattimento, proprio come diverse tra loro sono le varie serie tv. Sarà possibile prendere il controllo di famosi personaggi come Kirk, Spock, Picard, Data tramite statistiche pre-generate, anche se il gioco sarà ottimizzato per la creazione di equipaggi e PG completamente nuovi, così da dar vita ad avventure del tutto originali. Il focus del Manuale Base sarà rivolto all’interpretazione di personale umano o alieno appartenente alla Federazione dei Pianeti Uniti, ma niente paura: se il vostro sogno è sempre stato quello di interpretare un guerriero Klingon (io, io, io!!!) o un laido Romulano, ne avrete la possibilità grazie a espansioni e supplementi futuri.

L’aspetto positivo fin qui è che l’editore sembra intenzionato a trattare con rispetto noi fan fornendo un’esperienza il più possibile completa dell’Universo Trek. Secondo quanto dichiarato, sarà implementato un efficace, e speriamo semplice, sistema di combattimento spaziale tra astronavi, così come l’esperienza di comandare una Squadra di Sbarco durante l’esplorazione di pianeti sconosciuti (dove non dovrà mancare la morte di uno della squadra che non sia del gruppo storico!). Soprattutto, sembra che il gioco sarà disegnato per agevolare in game la vera essenza di Star Trek: uscire da situazioni apparentemente irrisolvibili, scoprire cospirazioni e antiche civiltà galattiche, e avere a che fare con dilemmi morali sarà altrettanto importante che saper dirigere un’astronave dalla Poltrona del Capitano in plancia. Per esempio, la Prima Direttiva della Flotta Stellare (la norma fondamentale che vieta alle astronavi federali di interagire con civiltà e governi meno avanzati per evitare di influenzarne il naturale sviluppo) e le scelte che ne conseguono saranno spesso fonte di decisioni difficili per i Pg, proprio come accade nelle serie tv e nei film… e questo potrò irrimediabilmente portare a degli stravolgimenti della trama.

Infine (questa è la ciliegina sulla torta), nonostante non siano necessarie per giocare, la Modiphius ha annunciato la contestuale creazione di una linea di miniature dedicate in resina e metallo alte 32 mm, raffiguranti sia personaggi importanti che equipaggi, creature e alieni generici(ma purtroppo non ci saranno le miniature delle navi). Annunciata inoltre una serie di tiles riguardanti l’ambientazione, come relitti alla deriva nello spazio, astronavi, basi stellari e antiche rovine per costruirsi il proprio scenario di gioco.

il Playtest è già cominciato e per chi volesse basta iscriversi qui: http://www.modiphius.com/star-trek.html

Noi non vediamo l’ora di provare entrambi i giochi… vi saremo sapere! 😉 3, 2, 1…Engage!

Fantascienza su Netflix


Non sapete cosa guardare in TV? Avete consumato tutti i vostri blu-ray? Gandalf ormai ve lo sognate di notte?

Nessun problema vi consiglio qualche programma scientifico-fantascientifico su Netflix!

Documentari

Nella categoria documentari vi consiglio moltissimo la serie Cosmos:odissea nello spazio.

Presentato dal famoso astrofisico Neil deGrasse Tyson, amico del grande Carl Sagan, che tra l’altro presentò lo show originale Cosmos.

Diretto e prodotto da Brannon Braga (Star Trek )

Questo show vi catapulterà indietro nel tempo, milioni di anni fà!  nel cuore della  storia del nostro universo, conoscerete grandi personaggi come appunto Carl Sagan, e non solo… Insomma è un Must.

Ve lo consiglio vivamente, c’è da imparare molto.

Serie TV

Netflix è una piattaforma perlopiù famosa per le sue innumerevoli serie, perciò ve ne consiglio qualcuna…

  • Stranger Things la nostra recensione qui
  • Star trek: tutte le serie comprese quella animata sono disponibili su Netflix, perciò se non l’avete mai viste approfittatene!

Film

  • Star trek: l’ira di khan e Rotta verso la terra, sono gli unici due film Trek disponibili, gli altri la cui licenza è terminata tempo fà, attualmente non sono presenti, ma probabilmente verranno riassortiti in futuro.
  • Spectral (Netflix original), è un buon film, ambientato sulla terra, in un non specificato paese dell’est Europa, devastato da guerre, qui i protagonisti dovranno capire e soprattutto sconfiggere dei “fantasmi” per così dire, che vagano e uccidono. (Niente di sovrannaturale, si basa su una reale teoria scientifica) se siete curiosi, vi invito a guardare il film. 🙂

  • Punto di non ritorno, è ormai un classico del cinema horror, ha ispirato in parte il videogioco Dead Space, (di cui ne ho parlato qui) non rappresenta nelle sue scene il massimo realismo cosmico, ma nonostante degli erroracci, è un film da vedere.

Per il momento è tutto! Buona visione.

Se elimini l’impossibile….

…quel che resta, seppur improbabile dev’essere la verità…

 

Così scrisse Arthur Conan Doyle nei suoi libri su Sherlock Holmes, ma anche Data e Spock hanno pronunciato queste parole, per rendergli omaggio. Proprio quest’ultimi hanno influito molto su di me.

Quel che vi dirò oggi, è parte del mio piccolo “viaggio” che mi ha portato ad amare la fantascienza e Star Trek in particolare….

Mettetevi comodi! Ma non abbiate troppo Hype 🙂

Bhè cosa dire sin da piccolo (molto piccolo) con quei vecchi mattoni di computer armati di Windows 98, cominciai a interessarmi ai videogiochi e parlando di fantascienza il mio primo contatto, fú un vecchio gioco chiamato Far Gate, (se non lo avete giocato recuperatelo, non ve ne pentirete) per poi passare a quel “mostro” di gioco chiamato Alpha Centauri padre dei nuovi civilization, se non altro uno dei primi giochi di Sid Meyer. Questi mi insegnarono che in fondo lo spazio é davvero grande, e mi aprirono all’idea che sicuramente ci saranno altre civiltà e forme di vita…

Con questi videogiochi cominciai ad interessarmi, ma non mi smossero più di tanto, insomma avevo altri interessi!

Chi riuscì a farmi interessare alla fantascienza?

Sempre da piccolo ho scoperto Star Wars (che ho consumato) ma non mi ha ispirato più di tanto, visto che per me è e sarà più un action su sfondo spaziale che un film basato sulla fantascienza pura e realistica. Chiaramente il termine fantascienza può essere interpretato in vari modi da chiunque, la vastità di questa parola non ha limiti, proprio come lo spazio.

Ok ora andiamo molto in avanti, diciamo nel 2013, uscì Star Trek Into darkness….

Avevo visto Star Trek (2009) ma vedendo il seguito aprii gli occhi (per così dire 🙂 ) mi interessai molto a Star Trek, al punto che suscito in me molto interesse, e per citare DiCaprio:

 

Avevate la mia curiosità, ora avete la mia attenzione!

 

Però però, Stesso anno….

Sulla nostra TV nazionale, ogni venerdì sera trasmessero Star Trek (1-10)…. Inutile dire che mi cambiò, realizzai con l’ira di Khan la portata di questo franchise, facendomi cambiare idea sui nuovi film, (che ora definisco Fuffa), e così via con Enterprise-The Next Generation-Serie Classica. (In ordine di visione) 

Ancora non ho visto Voyager e DS9, ma non credo di perdermi molto… (Illuminatemi se sbaglio!)

In poche parole la mia visione di fantascienza è basata sull’ideale di Gene Roddenberry, nonostante guardo molti film niente è riuscito a superare Star Trek!  Parlando del suo incredible universo, se vi chiedete qual’è la mia serie preferita, nonostante sono molto critico ho molta difficoltà!

 

Dal trio perfetto inarrivabile Kirk- McCoy- Spock alla bravura e saggezza di Stewart/Picard…..

 

Forse non esiste la serie migliore, ma sta il fatto che data la brutta fine che ha fatto, supporto molto enterprise.

Mentre sul campo videoludico, il solo fatto che mi trovo su questo sito indica che mi piace molto Elite: Dangerous 🙂

Ma se vi chiedete a cos’altro gioco oltre ad Elite, la lista è molto lunga..

Non penserete mica che gioco solo ad Elite? Come molti di voi gioco un po’ di tutto! Quindi mi limito a dire che Fallout è nella mia Top list, per citarne uno… 😉

Vi invito a seguirci e per qualunque curiosità o altri motivi la chat è in basso, si lo so è incredibile ma vero 🙂

Se volete aggiungermi su Twitter sono: @andrea96ven

Ci vediamo nella distesa. ENGAGE!

 

Nota di CMDR Wolf974:

con questo articolo noi Spacejokers annunciamo che,

per lo sprezzo del pericolo dimostrato in battaglia,
per il preciso e puntuale compimento dei suoi doveri,
con la consapevolezza che ogni resistenza è inutile
e considerando che la Forza è grande in lui…

Lt 10Bad viene promosso sul campo a grado di Commander e da oggi ci si riferirà a lui come CMDR 10Bad. Con tutti gli onori e oneri che gli competono! (Ora devi lavorare di più! 😀 )

Star Trek: Enterprise Blu-ray [Recensione]

Enterprise è la quinta serie (in ordine di uscita) basata su Star Trek, esordì nel 2001 in USA sul network UPN, per sole (purtroppo) 4 stagioni, e terminò nel 2005.

ENTERPRISE

Semplicemente Enterprise, questa è la nomenclatura ufficiale della serie nelle prime due stagioni, ambientata circa un secolo prima della Serie Classica.

Cover Stagione-Uno

“Le prime due  stagioni contengono 26 episodi, compreso il “Pilota”, mentre la stagione tre ha 24 episodi e la quattro 22″

Stagione UNO-DUE

Extra:

L’edizione Blu-ray contiene svariati nuovi Extra in HD, oltre quelli della versione DVD, come consuetudine non sono doppiati, ma sono sottotitolati in italiano.

Stagione 1

• Arrivare coraggiosamente – Il varo di Enterprise: Un nuovo documentario in 3 parti che comprende interviste inedite al cast e ai produttori, immagini d’epoca dietro le quinte e molto altro! (HD)

• Conversazione: Rick Berman e Brannon Braga concedono una nuova intervista onesta e schietta. (HD)

• Sul Set – Star Trek: Enterprise: Prodotto per la TV, questo documentario che segue da vicino la produzione di un episodio.

• Nuovi commenti del cast e dei produttori in alcuni episodi selezionati! (Qui non sono disponibili i sottotitoli in italiano)

• Scene eliminate e Gag sul set (le mie preferite!)

Stagione 2

• Enterprise: Territorio inesplorato: Un nuovo documentario in 3 parti esplora l’evoluzione e le sfide della seconda stagione. Con interviste inedite al cast e ai produttori (HD)

• Conversazione: Il primo equipaggio: Tutti e 7 i membri del cast regolare in uno storico incontro con Brannon Braga (HD)

• Nuovi commenti del cast e dei produttori in alcuni episodi selezionati! (Anche qui non sono disponibili i sottotitoli in italiano)

• Scene eliminate e Gag sul set

•  Vari Extra gia presenti nella 1versione DVD

 

Audio:

Inglese in 5.1 DTS-HD, Italiano e Tedesco in 5.1 , mentre Francese Spagnolo e Giapponese in stereo surround

Video:

La Serie è stata girata in 16:9 in HD (digitale), pertanto l’upscale in 1080p mostra i suoi limiti, la verrà pecca a mio parere, sono gli effetti grafici identici alla versione DVD, se inserivano modelli più dettagliati con effetti moderni, sarebbe stato semplicemente fantastico.

Involucro:

Queste due versioni di enterprise sono dotate di una sovracopertura in cartoncino, come per The Next Generation , con la differenza che son fatte molto meglio, oltre ad aver effetti luminosi da riflesso, i personaggi e i vari oggetti hanno spessore così da aumentarne la qualità estetica, ottima al tatto.

Foto scattata con flash per far notare i dettagli sopracitati

Stagione TRE-QUATTRO 

Bhè cosa dire, queste due stagioni contengono solo le puntate!

Nessun extra neanche quelli presenti nei DVD, impossibile cambiare lingua senza ricominciare la puntata, menù scialbo…E niente sovracopertura in cartoncino.

Secondo le fonti, tutto a causa delle scarse vendite, vendute al D1 sulle 50€ ….

Verdetto:

L’edizione Blu-ray italiana di enterprise complessivamente è un Epic Fail clamoroso se analizziamo il tutto.

Vendute a prezzi folli manco fossero racchiuse tutte in un unico pacchetto. Mentre le prime due stagioni sono perfette a livello di extra e cover, le ultime due stagioni bellissime dal lato episodistico, sono pessime (a dir poco) a livello di contenuti. Personalmente trovo questa trovata della Universal Italia (la distributrice di ENT in Italia) una grossa fregatura per i consumatori, e soprattutto per i fan della fantastica serie Enterprise.

Per chi ha intenzione di comprare la versione Blu-ray di enterprise, consiglio di aspettare, poiché in USA tra qualche mese uscirà la versione completa, un cofanetto contenente tutte le quattro serie più extra, pertanto, nonostante non ne abbia la certezza assoluta, ci sono buone possibilità che esca in Italia.

Newsletter #153

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Benvenuti Commanders al settimanale riassunto della newsletter, tradotta in Italiano. Questa volta sarà il sottoscritto CMDR Wolf974 a condurvi in questo viaggio visto che CMDR Nijal è disperso chissà dove… Mi scuso in anticipo se il mio inglese nella traduzione non sarà altrettanto fluente… Ma andiamo alla traduzione. (CMDR Nijal : ..e l’ho fatto anche studiare ad Oxford… tutti soldi buttati… :p)

Stiamo dando il via alla stagione festiva e diamo questa settimana la possibilità di vincere esclusivi gadget di Elite Dangerous, e tutto in nome della beneficienza. Ne abbiamo parlato qui nel nostro precedente articolo.

Come sempre, è possibile leggere le ultime novità e aggiornamenti direttamente dal team di sviluppo sul nostro forum, Twitter, Facebook, Comunità Homepage, e proprio qui, nella newsletter (link all’articolo originale) ogni settimana, e siamo sempre desiderosi di ricevere i vostri commenti.

On the Horizon
Tutto ciò che c’è di nuovo su Elite Dangerous: Horizons

Siamo entusiasti di condividere con voi che il team di sviluppo questa settimana ha rilasciato pacchetti vocali HCS e alcuni nuovi strabilianti pacchetti.
Primo tra i nuovi pacchetti è “Eli”. Caratterizzato dal leggendario John de Lancie, noto per la sua interpretazione di “Q” in Star Trek (mitico!), insieme con l’autore di libri di Elite Dangerous, Drew Wager, Eli dispone di oltre 2500 risposte.

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Inoltre, vi è l’enorme aggiornamento per “Verity“, tra cui un aggiornato tour del Sistema Solare. HCS lavora sempre duramente per aggiornare i suoi prodotti con materiale nuovo e questo è un grande esempio del contenuto eccellente che si ottiene in ogni pacchetto.
Ricordiamo che i Pacchetti HCS vocali aumentano l’esperienza in Elite Dangerous in un modo davvero unico, consigliamo davvero di dare un occhio alla loro vasta gamma di pacchetti vocali che mostrano il talento di Tom Baker, Bryan Beato, William Shatner e altri ancora.

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IL Gioco da Tavolo di Elite Dangerous in sviluppo!

Siamo anche lieti di annunciare che il gioco da tavolo ufficiale di Elite è in sviluppo da parte dei talentuosi Spidermind games, questo gioco da tavolo RPG (GdR per noi italiani), vi porterà coi vostri amici in una battaglia per il dominio in una galassia spietata.
Spidermind ha lanciato un Kickstarter con alcuni incredibili bonus da finanziare fino a gennaio, quindi rimanete sintonizzati per ulteriori notizie.

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Quelli del Livestream
Restate aggiornati con i video del team

TERRITORIO UNTJAARTED

Questa settimana, Ed è stato raggiunto da Tjaart Kruger, artista di Elite Dangerous!

Dopo l’ingresso in Open Game in un sistema vicino a Sol, si sono attivati con le loro Asp da esplorazione e si sono buttati in una corsa per fare il maggior numero di crediti in un’ora.

Chi ha vinto? Guardate il canale YouTube qui per scoprirlo.

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Notizie dallo store
Gli ultimi arrivi nel Frontier Store

Nuovi paintjobs per la vostra KEELBACK

Per i commercianti  che vogliono ravvivare il loro fidato Keelback! Siete fortunati, ora il Keelback ha tre pacchetti di colorazione a disposizione: militare, tattico e vibrante tra cui scegliere. Fateci sapere qual’è la vostra preferita.

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Community Central
Tutto il meglio dalla comunità di Elite.

Evento di beneficenza natalizio

Per celebrare le festività, stiamo incoraggiando la nostra meravigliosa comunità a condividere alcuni fantastici premi e raccogliere fondi per una giusta causa… Ricordo che ne abbiamo già parlato abbondantente qui, quindi vi rimando al nostro precedente articolo.

Il punto sui community goal attivi.

N.B. i nomi dei CG vengono lasciati volutamente in lingua originale.

PEOPLE’S TUTUMU CONFEDERACY APPEAL

North Ring, Tutumu

Portate Gold, Pyrophyllite, o Mineral Oil a North Ring nel sistema Tutumu  per People’s Tutumu Confederacy.

COLONIA MIGRATION APPEAL, DECEMBER 3302

Jaques Station, Colonia

Fai guadagnare alla tua fazione un posto nella Regione della Colonia, trasportando Galactic Travel Guides da Bluford Orbital nel sistema LHS 3447 a Jacques Station nel sistema della Colonia.

Il tam tam della comunità
Una selezione del meglio del meglio del meglio, offerto dalla Comunità di Elite: Dangerous

FER-DE-LANCE Eye Candy

Recentemente abbiamo presentato alcuni ASP piuttosto spettacolari mentre sono in azione. Ebbene, anche i piloti della Fer-de-Lance avevano qualcosa da dire al riguardo, e ci hanno portato alla nostra attenzione alcune bellissime immagini… Le potete vedere tutte qui.

Avanti tutta oltre l’orizzonte!

CMDR Divergents ha scelto di andare ad esplorare, invece di far esplodere le cose. Scopri qui i panorami mozzafiato che ha vissuto… (N.B: link al momento della revisione non valido: https://i.reddituploads.com/0cfa95525baf4aa29ce5bb5f3dd1f6ec?fit=max&h=1536&w=1536&s=b968bae0bdcafdc6c1ed20607c80888d&utm_campaign=598645_Elite%20Dangerous%20-%20Newsletter%20153&utm_medium=email&utm_source=Frontier%20Developments%20Ltd&dm_i=3F35,CTX1,2UDZ89,19X73,1)

INTO THE ZONE

CMDR Moozipan ci mostra invece una meravigliosa Fan-art da lui realizzata…

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Questo è veramente tutto, Commanders.
Come sempre, controllate i forum ufficiali, la pagina twitter e la pagina Facebook per tutte le ultime novità dell’universo di Elite: Dangerous, noi vi terremo informati.

Ricordatevi inoltre che accettiamo i vostri consigli e suggerimenti per migliorare il nostro blog e la nostra newsletter.

Ci vediamo fra le stelle.

Michelle Yeoh sarà il capitano in Star Trek Discovery

Michelle Yeoh (conosciuta in Italia soprattutto per il suo ruolo di protagonista in La Tigre e il Dragone) è entrata a far parte del cast della nuova serie tv Star Trek Discovery nel ruolo di Han Bo, Comandante della nave Shenzhou della Flotta Stellare.

La rivelazione (finalmente ci sentiamo di dire) arriva da Nicholas Meyer, regista di Star Trek: L’ira di Khan, che collabora alla serie come consulente e sceneggiatore. Pare che l’attrice malese interpreterà il personaggio principale, il capitano di un’astronave della Flotta Stellare, ma questo dettaglio non è stato ancora confermato. Infatti in anticipazioni precedenti si era parlato che il ruolo principale sarebbe stato sì femminile ma che non sarebbe stato propriamente il capitano stesso… (ne avevamo parlato qui)

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Ricordiamo inoltre che avevamo già parlato del fatto che Bryan Fuller avesse lasciato il ruolo di showrunner di Star Trek: Discovery (sostituito da Aaron Harberts e Gretchen Berg), ma la produzione della serie continua… e aspettiamoci quindi a breve i primi nomi sul cast…

Rod Roddenberry e Trevor Roth, rispettivamente Presidente e COO della Roddenberry Entertainment, saranno quindi i produttori esecutivi della nuova serie di Star Trek insieme ad Alex Kurtzman, Heather Kadin e appunto, Bryan Fuller. Rod Roddenberry (figlio di Gene Roddenberry, leggendario creatore di Star Trek, scomparso nel 1991) ha dichiarato:

“Dilemmi morali, questioni umane, personaggi complessi ed un genuino senso di ottimismo. Queste sono le pietre angolari di Star Trek che lo hanno reso un franchise influente ed amato negli ultimi 50 anni. Sarò sempre intimidito dalla sua eredità e dalle legioni di fan che sono i guardiani della saga ed è un onore genuino unirmi ad un team di individui così incredibilmente capaci ed immaginifici che dovranno prendere le redini dell’eredità di Star Trek portandolo al pubblico della nuova era e su una piattaforma contemporanea.”

 

Star Trek: Discovery posticipato

Star Trek discovery, la nuova attesissima serie , verrà posticipata!

La première era prevista per gennaio , ora dovremmo attendere qualche mese in più… Precisamente fino a maggio!

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Il tutto dovuto dai tempi di produzione e post-produzione. L’inizio delle riprese sono previste per questo mese.

Il team ha dichiarato:

Riportare in televisione Star Trek rappresenta una responsabilità e una missione: creare un legame tra i fan nuovi e vecchi e la serie che ha alimentato la nostra immaginazione fin dall’infanzia. Aspiriamo a sognare in grande e a offrire quanto promettiamo, e questo significa essere certi che ci sia lo spazio per realizzare e lavorare in post-produzione su uno show che si svolge completamente nello spazio, senza però compromettere la qualità. Prima di iniziare la produzione abbiamo preso in considerazione queste realtà con i nostri partner della CBS ed erano d’accordo: Star Trek merita il meglio e questi mesi in più ci aiuteranno a raggiungere la visione di cui tutti potremo essere orgogliosi”.

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Buone vacanze!

Anche quest’anno siamo arrivati alla stagione estiva… e diciamo anche FINALMENTE!

Noi SpaceJokers, dopo l’estate scorsa passata in quel di “Riisa”, quest’anno ci muoveremo verso lidi alternativi.. là dove nessuno è mai giunto prima… ma soprattutto non abbiamo alcune idea se torneremo e in che stato saremo, considerando gli strani compagni di viaggio che stiamo incontrando (si veda la foto qui in basso).

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Scherzi a parte e bando alla ciance… ci risentiamo verso fine Agosto! quando riprenderemo possesso di una linea internet stabile… Confidando che nel frattempo non si dovrebbero avere particolari novità né sul fronte Elite Dangerous né per quanto riguarda Star Trek Discovery. Poi, chissà, magari avremo una simpatica invasione aliena!

BUONE FERIE!!! e direi che noi ce le siamo meritate tutte! 😉

 

Star Trek IV, Ultima pellicola della timeline Kelvin?

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La timeline Kelvin, iniziata ufficialmente nel 2009 con Star Trek: il futuro ha inizio, seguito da Into Darkness e Beyond, come ben sapete avrà un 4° capitolo (ne abbiamo parlato anche noi qui) . Ma non solo!

Secondo le ultime indiscrezioni la Paramount avrebbe deciso di chiudere questa nuova “era” di Star Trek con il prossimo 4° capitolo.

Nel 2009 con un ottimo successo al botteghino, questa saga ad oggi, è andata via via a calare (a livello di incassi), con Beyond, che tra poco dovrebbe andare in pari con i costi di produzione/marketing. A tal proposito la Paramount avrebbe deciso di terminare questa saga, chiudendo questa timeline alternativa, riallacciandola con l’original timeline!

Magari la paramount non vuole perdere i Fan storici, creando un film con uno spirito “originale”, viste le lamentele ricevute nei film precedenti.

Basti guardare il Fanfilm ST:Axanar , questo, con uno spirito fortemente legato ai “vecchi” film, e con una qualità visiva degna di film AAA, è stato più volte boicottato dalla CBS/Paramount per aver infranto il Copyright, dopo aver ricevuto le ire dei fan, e grazie a Justin Lin, è stato annunciato che la causa legale verso il film verrà chiusa, stabilendo nuove linee guida per i fanfilm.

Solo il tempo, ci dirà come andrà, intanto aspettiamo con ansia Star Trek: Discovery armandoci di pazienza, e soprattutto di Netflix, che trasmetterà la suddetta serie in Italia 😉

annunciato “Star Trek Discovery”!

Poche ore fa la notizia Comic-Con di San Diego… finalmente CBS studios ha rivelato qualche mistero in merito alla nuova serie TV su Star Trek…

si chiamerà quindi Star Trek Discovery così come la sua nuova nave… Ecco di seguito il Trailer con la nuova astronave…

Avevamo già detto che la produzione della nuova serie inizierà a Toronto nel mese di settembre e la premiere è fissata per gennaio 2017. Il franchising  tornerà in televisione per la prima volta dal 2005 (dopo Star Trek Enterprise) con una nuova nave, nuovi personaggi e nuove missioni, basato però dalla stessa ideologia e speranza per il futuro che ci ha sempre ispirato. Infatti le dichiarazioni del suo produttore Bryan Fuller parlano chiaro:

“Una delle cose più eccitanti per me è stata quella di raccontare la storia di Star Trek in modo moderno… Stiamo raccontando una storia composta da 13 capitoli ed è bello essere in grado di scavare in profondità nelle cose che sarebbero state affrontate con superficialità se avessimo dovuto fare un solo episodio. Stiamo continuando la tradizione [di Star Trek] fatta di fusione progressiva e lavoro sui personaggi; l’obiettivo è includere [tutti i mondi creati da Star Trek]; è una visione del futuro in cui facciamo in modo che tutto vada d’accordo”.

Rod Roddenberry e Trevor Roth, rispettivamente Presidente e COO della Roddenberry Entertainment, saranno i produttori esecutivi della nuova serie di Star Trek insieme ad Alex Kurtzman, Heather Kadin e Bryan Fuller. Rod Roddenberry, figlio di Gene Roddenberry, leggendario creatore di Star Trek, scomparso nel 1991 ha invece dichiarato:

“Dilemmi morali, questioni umane, personaggi complessi ed un genuino senso di ottimismo. Queste sono le pietre angolari di Star Trek che lo hanno reso un franchise influente ed amato negli ultimi 50 anni. Sarò sempre intimidito dalla sua eredità e dalle legioni di fan che sono i guardiani della saga ed è un onore genuino unirmi ad un team di individui così incredibilmente capaci ed immaginifici che dovranno prendere le redini dell’eredità di Star Trek portandolo al pubblico della nuova era e su una piattaforma contemporanea”.

Ricordiamo infine che la serie sarà trasmessa da Netflix in Italia quasi in contemporanea con l’originale.

Solo un piccolo commento da parte mia dopo aver visto il Trailer..: mi ha un po’ spiazzato il design della USS Discovery, forse troppo con uno stile militare, sembra quasi che abbiano avuto designer e ingegneri Klingon per progettarla… e per una nave da esplorazione è forse un po’ fuori luogo… Resta il fatto comunque che non vediamo l’ora di vederla solcare lo spazio profondo!

EDIT del 25 Luglio: secondo rumors vari pare che la serie si collochi nella timeline originale, nel periodo subito dopo Enterprise e prima della serie classica. Il numero di registro della Discovery, NCC 1031 dovrebbe determinare quel periodo di costruzione delle navi. Inoltre pare che il design sia una rivisitazione di alcuni progetti fatti negli anni settanta da Ralph McQuarrie, di cui vi mostriamo qui sotto un esempio.

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Stay tuned!

Nuovi dettagli sulla nuova serie di Star Trek…

Pochi giorni fa in un’intervista su Collider, Bryan Fuller (il produttore esecutivo della nuova serie di Star Trek), ha svelato nuovi dettagli di quanto andremo a vedere nel 2017…

Già in precedenti articoli avevamo mostrato il nostro entusiasmo per la notizia che la nuova serie sarebbe stata affidata a lui poiché è ormai un veterano di alcune vecchie serie (Deep Space Nine e Voyager), oggi vi proponiamo l’intervista tradotta da noi in modo da capire meglio cosa ci attende.

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  • Come è essere a bordo? E’ come ritrovarsi con le chiavi di un Lamborghini?!

E’ interessante che citi “Lamborghini” perché stiamo guardando un sacco di auto da corsa come ispirazione per le nostre astronavi. È meravigliosa. E’ surreale. Non volevo essere uno scrittore ma ho voluto essere uno scrittore di Star Trek, in modo da essere in grado di creare una nuova iterazione dello spettacolo con nuovi personaggi e una nuova avventura e un intero modo nuovo di raccontare storie che non sei stato in grado di dire altrimenti… Essere a bordo di Star Trek è un onore ed è un sogno che si avvera. E’ così difficile esprimerlo.

  • A che punto sei nel processo di scrittura dello spettacolo?

L’intero arco della prima stagione è stato interamente scritto e siamo già pronti a girare i primi sei episodi.

  • Saranno 13 o 22 episodi?

Tredici.

  • Sarà quindi una storia che si svolgerà su 13 episodi…

Sì.

  • Quando hai intenzione di rivelare le specifiche della timeline utilizzata e questo genere di cose?

Immagino al Comic-Con. E’ interessante perché normalmente mi piace parlare di tutto, e mi piace fare rivelazioni… ma ho la “museruola” della CBS su tutto questo, ecco perché faccio meno interviste, così posso dedicare più tempo a scrivere… Tuttavia mi piace parlare di Star Trek e mi piace esserne coinvolto, così sarò molto felice di condividere tutto non appena potrò di nuovo parlare liberamente…

  • Sai già a quali registi ti affiderai?

Non abbiamo ancora scelto i registi. Abbiamo coinvolto Vincenzo Natali, che sarà il nostro direttore di produzione, ma non sarà lui a dirigere il primo episodio.

  • Immagino tu abbia scelto i set…

Sì, e siamo molto avanti. Metteremo a punto i set in un paio di settimane.

  • Quindi hai già pronto tutto per la scelta del cast?

Ho incontrato un paio di attori, ed è un processo interessante. Ci sono alcune persone che ci piacciono e vogliamo portare avanti ciò che Star Trek sa fare meglio, ciò avviene progressivamente. E’ affascinante guardare tutti questi ruoli attraverso una lente priva di colore: una sorta di prisma che ti rende cieco verso ogni tipo di genere… [Nota: è un chiaro riferimento alla comunità LGBTQ, e, se non erro, sarebbe per la prima volta un tema affrontato in Star Trek… mentre ricordiamo che dal punto di vista del sesso multi-razziale il franchise fu tra i precursori…]

  • Star Trek non ha mai discusso questo argomento, perché era stato concepito in un momento in cui mostrare un personaggio gay o mostrare alcuni tipi di caratteri non era di buon occhio. Sono impaziente di vedervi essere così “progressive” e “all-inclusive”. State lavorando in questo modo?

Assolutamente sì e penso che il pubblico, storicamente aperto di vedute, che ama Star Trek sarà felice che stiamo continuando quella tradizione.

  • Una delle cose che preferisco delle serie TV è che puoi approfondire l’argomento, in questo caso la fantascienza, senza doverti preoccupare di dove accontentare tutte le tipologie di pubblico.

Giusto, esatto. E poichè siamo con la CBS All Access, non siamo soggetti alle regole e pratiche “standard” dei network. Ci permetterà di essere più liberi su ciò che vogliamo filmare.. anche se Star Trek non è un universo dove vogliamo sentire troppe parolacce, sia chiaro.

  • Che cosa pensano dello show al network televisivo?

Quando mi sono seduto con loro per discuterne, la domanda fu: “Avete un idea di ciò che si può fare?” il Network rispose: “No”, mentre io risposi, “Io ho un piano,” e allora abbiamo iniziato a parlare. E’ stato meraviglioso lavorare con Alex Kurtzman, per il quale ho una quantità enorme di rispetto: è un raffinato narratore e lavorare a una storia con lui, che conosce i legami di tanti elementi di Star Trek, che penso che la gente sarà molto esaltata a tal proposito; perché si può guardare la serie e scegliere gli episodi che stiamo usando per mantenere il DNA originale e lo spirito di ciò che Star Trek offre, sia in termini di alto concetto di narrazione fantascientifica sia per esplorare le meravigliose metafore della condizione umana.

  • Come è la programmazione delle riprese?

Si parte a settembre.

  • E si va fino a quando?

Probabilmente marzo.

  • Saranno degli episodi da 60 minuti, giusto?

Penso che il nostro tempo di esecuzione sarà flessibile perché condizionato dallo streaming.

  • Questo è proprio quello che intendevo perché non si riesce a colpire nel segno in 44 minuti…

Ci hanno dato dei parametri, e non riesco a ricordare esattamente quali fossero. Era una specie di “Non più di questo, non meno di quello.”

  • Avete ingaggiato società di VFX (effetti visivi)?

Abbiamo assunto produttori VFX, che stanno lavorando con le aziende e collaborando con la squadra, perché abbiamo bisogno di fare un sacco di cose internamente, perché non intendiamo pagare le case FX per singola scena… per le cose che vogliamo fare come il miglioramento digitale di alcune specie aliene, o per gli effetti del teletrasporto, stiamo cercando di sviluppare un look distinto per tutte quelle cose che sono uniche per la nostra versione di Star Trek e per portare a compimento i temi che abbiamo amato vedere in cinquant’anni di Star Trek, ma facendolo con un approccio leggermente diverso.

[Infine Fuller spiega come sta bilanciando il suo lavoro tra Star Trek e la nuova serie basata sul romanzo American Gods]

  • Come stai gestendo contemporaneamente Star Trek e American Gods?

Beh, sto lavorando con una splendida squadra in entrambi gli show. Michael Green è il mio partner in American Gods, siamo vicini alle riprese della nostra prima stagione, e la maggior parte dei nostri script sono pronti, quindi questo è un vantaggio, appena cominceremo Star Trek, mi focalizzerò su di esso.


Infine vi ricordiamo che la serie TV non avrà nulla a che vedere con i film di J.J. Abrams nè tantomeno con Star Trek – Beyond in uscita a breve… Però sembra molto più interessante ciò che Fuller sta proponendo: non è solo un rimaneggiamento di vecchie storie Trek, ma una lavorazione per la televisione moderna a un pubblico moderno. Vorrei che potessimo spostarci a velocità di curvatura direttamente al 2017 per vedere cosa ne salterà fuori! Vi lasciamo col teaser trailer della serie pubblicato qualche tempo fa…

Morto a 27 anni Anton Yelchin

Con estremo dispiacere vi annunciamo la morte del giovane attore, Anton Yelchin, meglio conosciuto come Pavel Chekov nei nuovi film di Star Trek.

La sua agente Jennifer Allen ha confermato la sua morte, avvenuta in circostanze decisamente strane :  l’attore è stato schiacciato dalla sua auto contro il muro della sua casa.

In ogni caso la polizia non sospetta eventuali bravate dell’attore, inoltre ha dichiarato che il motore del veicolo era ancora acceso e la marcia in folle , quindi se non è un omicidio, è stata una questione di sfortuna.

Qualche commento da twitter:

Levar Burton

Michael Dorn

Jhon cho (sulu, nuovi film)

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Star Trek Bridge Crew VR

Come molti di voi sapranno in questi giorni si svolgerà la fiera americana per eccellenza per il mondo dei videogames, il famoso E3. Molte software house presenteranno i loro nuovi titoli… e Ubisoft poche ore fa nella sua conferenza stampa ha annunciato un nuovo titolo per Star Trek che potrebbe diventare davvero IL titolo definitivo per gli amanti della saga, come noi del resto: Star Trek Bridge Crew
Per come si presenta nel gameplay sembra che la realtà virtuale sarà davvero indispensabile anche per noi poveretti giocatori di vecchia data, ancorati a tradizioni vintage e analogiche.

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In questo titolo non si piloterà la famosa Enterprise né si vestiranno i panni dei personaggi iconici principali, piuttosto si impersonerà un generico equipaggio della Flotta Stellare sulla USS Aegis…

Nel video presentato (qui sotto) partecipano anche nuove e vecchie glorie del cast alle prese con la loro esperienza nel gioco in Realtà Virtuale. e voi cosa ne pensate? sarà il titolo che vi farà propendere per il VR?

Star trek 50°: Fascicolo francobolli canadesi

From Canada with….. Trek


Oggi vi propongo questa mini “recensione” del fascicolo contenente 15 francobolli canadesi….

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Enterprise e Cpt.Kirk non compresi 🙂

  • Costo: ≈17€ (spedizioni incluse)
  • Tempo spedizione ≈2 settimane
  • Nessuna tassa aggiuntiva dovuta alla dogana

Il fascicolo si presenta molto bene, un pò piccolo, ma di ottima fattura.

Al suo interno troviamo famose scene della serie con curiosità e altro (in francese e inglese) oltre ad un piccolo riepilogo, con le locandine e le foto dei 10 film e le serie tv (in una pagina), e naturalmentte le pagine dedicate ai francobolli, di cui sono un tutt’uno, separabili volendo, grazie ai famosi “dentini” (naturalmente è sconsigliato separarli, volendo i francobolli sono disponibili anche singolarmente) per un totale di 20 pagine.

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Per ulteriori foto o info vi riporto la pagina del negozio per un video illustrativo qui

Spero vi sia utile per un futuro acquisto!

Ricordate sono oggetti con una disponibilità limitata!

 

Star Trek : il teaser trailer della nuova serie TV

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Gli studios della CBS hanno presentato in anteprima un teaser trailer ed il logo della nuova serie di Star Trek, oggi, ad una presentazione pubblicitaria che si è tenuta alla Carnegie Hall a New York.

La nuova serie di Star Trek vede Bryan Fuller e Alex Kurtzman come produttori esecutivi e Nicholas Meyer come scrittore e consulente di produzione.

Negli Stati Uniti uno speciale episodio andrà in onda sul CBS Television Network e tutti gli episodi inediti saranno disponibili esclusivamente su CBS All Access. La serie sarà anche disponibile, in altre nazioni del mondo, sui canali televisivi e sulle piattaforme digitali.

La produzione del nuovo Star Trek inizierà quest’autunno a Toronto, Canada,

Star trek 50°: film in edizione steelbook

Come ben sapete in previsione del 50° anniversario di star trek, CBS/Paramount oltre ad organizzare eventi speciali, quali concerti e convention, servendosi di vari aziende postali (USA/Canada) sta rilasciando nuovi francobolli e monete commemorative…. Ma non solo!


 

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La splendida copertina de l’ira di khan

Infatti per il mercato italiano sono già disponibili in preordine (vedi link ad Amazon qui sotto) le versioni blu-ray dei 10 (fantastici) film! Al prezzo di 17,55€ Cad.

Attualmente le nuove versioni, oltre ad aver una splendida custodia in metallo e disegni fatti a mano come copertina, non si sà se avranno nuovi extra e magari una miglior qualità video… (Magari come TNG, Sembra girata ieri)

Le nuove edizioni, su amazon, saranno disponibili a luglio , quindi non ci resta che aspettare!

Restate connessi per nuovi aggiornamenti!

Un saluto da 10Bad

Il Future Film Festival a Bologna festeggia i 50 anni di Star Trek

Mentre tutti i fan si preparano ad accogliere (in modo un po’ critico a dire il vero, ne abbiamo parlato qui) il nuovo capitolo cinematografico (Star Trek: Beyond, 11 agosto in Italia), il Future Film Festival, a Bologna dal 3 all’8 maggio, festeggia il 50° anniversario del primo episodio di Star Trek (in onda per la prima volta negli Stati Uniti nel 1966) con un omaggio, in collaborazione con Universal Pictures Home Entertainment Italia, alla più longeva saga cine-televisiva della storia: in programma proiezioni (con alcuni episodi della serie classica) e, sabato 7 maggio, un autentico Star Trek Day, con tanto di evento cosplay allargato a tutto l’immaginario fantascientifico e una tavola rotonda, “Star Trek vs Star Wars (e altre storie)”, cercando di rispondere all’annosa questione, ovvero uno dei grandi interrogativi dell’umanità: “Perché dopo mezzo secolo ci troviamo ancora a parlare di Star Trek?”. Ovviamente per chi è fan come me la risposta è alquanta banale… ma razionalizzarne il motivo per chi non lo è in effetti una domanda complessa.

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Ma per un momento dimentichiamoci di essere SpaceJokers e torniamo sulla terra: le risposte sono in effetti molteplici: i numeri (700 episodi, ormai quasi 13 lungometraggi); la capacità dei suoi protagonisti – da Spock al Capitano Kirk – di entrare nell’immaginario collettivo (anche Obama si è prodotto in un saluto vulcaniano, posando con Nichelle Nichols, mitica interprete del tenente Uhura)..

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..dicevamo.. l’impatto sulla cultura non solo popolare (il primo Space Shuttle fu battezzato “Enterprise” in onore dell’astronave della serie). Senza contare che, nel corso dei decenni, le nuove serie e i nuovi film non sono stati soltanto operazioni commerciali creati allo scopo di tenere in piedi un mito del passato. Al contrario, il fandom di Star Trek è stato il primo a organizzarsi collettivamente, a costruire un mondo di conoscenza e passione, a divulgare un sapere enciclopedico e stimolare così una nuova costellazione di prodotti cinematografici, televisivi, mediali. Senza contare che uno degli argomenti più trattati di sempre sin dai principi della comunità di Internet fù proprio Star Trek! Oltre alla serie TV e ai film ricordiamo anche che fecero seguito fumetti, romanzi e saggistica addirittura sull’etica e la fisica in Star Trek. (senza dimenticare l’impatto che ebbe sulla concezione di molte successive creazioni tecnologiche)

Tutti questi aspetti saranno indagati, nel corso della tavola rotonda, dagli interventi di studiosi di cinema, scienziati aerospaziali, programmatori televisivi, protagonisti del design e della moda, curatori di eventi e altre figure eterogenee tutte unite da una sola passione, Star Trek, e da una visione ampia sugli orizzonti culturali del fenomeno e su come confrontarlo con il resto dell’immaginario fantastico. Un viaggio dun­que molto attuale nell’universo di Star Trek e non solo.

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Purtroppo non saremo presenti ma cercheremo di carpire più informazioni possibili…

Star Trek 2017: nuove news

Come ben sapete a inizio 2017, andrà in onda la Premiere della mia saga preferita… Star Trek se non si era capito 🙂

hd-mediaitemid24600-4929Per poi essere trasmessa esclusivamente (almeno in USA) su CBS all access…


Tornando alla nostra news, come da titolo, secondo il sito BirthMoviesDeath sono emerse nuove informazioni, da fonti ritenute affidabili….

  • La nuova serie sarà collocata nell’arco temporale tra ST6: rotta verso l’ignoto e ST7: Generazioni (questo spiega il coinvolgimento di Nicolas Meyer)
  • Inoltre per nostra s/fortuna non sarà ambientata a bordo dell’enterprise (in quel periodo dovrebbe esserci l’enterprise B, di classe simile all’ excelsior,  guidata da quel equipaggio sciagurato che possiamo vedere nelle prime fasi di Generazioni)
  • Nonostante la conferenza di Kithomer, i Klingon saranno ostili (credo che si faccia riferimento ai “gruppi” anti-alleanza , ovvero coloro che che cercarono di  sabotare la conferenza con ausilio dei Romulani)
  • Per ultimo, la serie avrà una struttura antologica e non episodica, quindi a mio parere come la 3° stagione di enterprise, che narrava la guerra contro gli Xindi.

Bhè che dire, queste info a mio parere sembrano abbastanza promettenti, nonostante bisogna prenderle sempre con le pinze.

Sarà la volta buona di rivedere il vero Star Trek di nuovo sul piccolo schermo?

un progetto di motore ad antimateria su Kickstarter

Ancora una volta sentiamo annunci sensazionali a riguardo di presunte scoperte sul famigerato motore a curvatura (simile a quanto noi cultori di Star Trek ben conosciamo)… Cosa ci sia di vero non si sa realmente, ma negli ultimi anni pare che la comunità internazionale di fisici si stia sempre più cimentando nel trovare un modo di viaggiare nello spazio in modo rapido e con un efficienza energetica notevole.

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Ecco quindi la notizia di poche ore fa: un progetto su Kickstarter per avviare lo sviluppo di questo genere di propulsore simile dovrebbe prendere il via il prossimo mese: servono 200mila dollari per testare la fattibilità del progetto e attirare altri 100 milioni di dollari di investimenti, con cui realizzare un prototipo nel giro di 20-30 anni… Quando il progetto partirà noi Spacejokers valuteremo di partecipare alla realizzazione, per quanto solo nel nostro piccolo…

Secondo i fisici Gerald Jackson e Steven Howe, fondatori della Hbar Technologies, la soluzione esiste, ed è anche a portata di mano: un motore ad antimateria, che permetterebbe di raggiungere la stella più vicina al nostro pianeta con un viaggio di circa dieci anni. Quello che manca, spiegano i due scienziati (fonte: Forbes,) non è tanto la tecnologia, che potrebbe essere pronta nel giro di 20-30 anni, ma i soldi per portare avanti il progetto. Per trovarli, i due fisici hanno appunto deciso di lanciare un Kickstarter.

Per capire di cosa parlano i due scienziati bisogna innanzitutto capire il concetto di antimateria: materia costituita da antiparticelle, ovvero particelle con massa uguale a quelle normali, ma con carica opposta. Quanto atomi di materia e antimateria entrano in contatto si annichiliscono, e rilasciano enormi quantità di energia. È quest’energia che secondo i due scienziati (e secondo anche le teorie alla base della Fisica di Star Trek) potrebbe essere imbrigliata per spingere una nave spaziale a velocità oggi impensabili.

Il motore spaziale pensato dai due scienziati sfrutterebbe l’antimateria per indurre una fissione nucleare all’interno di una piccola riserva di uranio, da cui verrebbero prodotte due sotto-particelle (o meglio nuclidi) che dovrebbero viaggiare in direzione opposta: una verso la prua della nave, e una verso la coda. Una speciale vela di carbonio e uranio posta sulla parte frontale assorbirebbe quindi l’energia del primo nuclide, mentre il secondo produrrebbe una spinta sfuggendo in direzione opposta al moto della nave (come nel caso dei propellenti tradizionali). Il risultato sarebbe una spinta stupefacente che combina l’energia cinetica dei due nuclidi, e che permetterebbe di raggiungere una velocità pari al 40% di quella della luce. E quindi (purtroppo!) siamo ancora distanti dalle velocità del motore a curvatura ipotizzato in Star Trek.

È per testare l’efficacia di questa spinta che la Hbar Technologies ha bisogno dei 200mila dollari che spera di raccogliere con una campagna su Kickstarter. Dimostrata le possibilità teoriche offerte dal loro motore, Jackson e Howe sperano di attirare l’attenzione della Nasa e di altre istituzioni capaci di finanziare la realizzazione di un prototipo vero e proprio: impresa che secondo i loro calcoli costerebbe almeno un centinaio di milioni di dollari. (proprio noccioline eh…)

I problemi da risolvere per arrivare ad un prototipo in effetti sono ancora molti. Per prima cosa, il carburante: un motore ad antimateria richiederebbe molto meno propellente di un dispositivo chimico o nucleare: circa 17 grammi di anti-idrogeno per un viaggio in direzione della stella più vicina al nostro Sistema Solare. Con le tecnologie attuali però, l’antimateria avrebbe un costo spropositato: stimati in circa 100 miliardi di dollari per ogni grammo della sostanza. Contenere l’antimateria inoltre è attualmente impossibile, perché come abbiamo accennato viene annichilita al primo incontro con un atomo di materia normale. E al mimino incidente, le conseguenze sarebbero drammatiche: un grammo di antimateria infatti può creare una potenza distruttiva pari a quella di una bomba atomica… (e considerato che il CERN di Ginevra non è tanto lontano, c’è da stare allegri!)

Non è la prima volta tuttavia che sentiamo annunci così sensazionali..: l’anno scorso un altro fisico indipendente si scagliò contro la NASA e proclamò che il motore a curvatura che ci avrebbe fatto andare più veloce della luce era solo questione di finanziamenti…. qui l’articolo: http://motherboard.vice.com/it/read/il-fisico-che-sta-costruendo-un-motore-a-curvatura-dal-garage-di-casa

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Teoria di funzionamento del campo di curvatura necessario a deformare lo spazio circostante e così muovere la navicella

Eppure, a oggi, la NASA, pur svolgendo ricerche in tal senso, non si è ancora sbilanciata. Certo è che il 2063 di Zefram Cochrane non è poi così tanto lontano…

la prima navicella a propulsione a curvatura secondo l'universo di Star Trek: costruita sulal base di un missile nucleare creato per la guerra e che invece porterà a un era di pace... (Fonte: Star Trek: Primo Contatto)

Disegno della Phoenix: la prima navicella a propulsione a curvatura secondo l’universo di Star Trek. Costruita sulla base di un missile nucleare creato per la guerra e che invece porterà a un era di pace… (Fonte: Star Trek: Primo Contatto)

 

Star Trek: Horizon – fan film – disponibile!

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Come da titolo il Fan film Star Trek: Horizon è appena sbarcato su YouTube!

Si, YouTube! ed è completamente gratuito, visto che i fan film non possono essere venduti né tantomeno creare un profitto ai produttori tramite il merchandising. In questo caso si tratta di un lungometraggio realizzato dal fan di Star Trek e regista/scrittore Tommy Kraft.

Il film è ambientato qualche anno dopo la serie  Star Trek: Enterprise dove l’equipaggio, comandato dal capitano Harrison Hawke, sarà alla guida di una nave classe NX, precisamente la NX-04 Discovery, il loro compito, sventare un grande piano dei Romulani contro la Terra…

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Nonostante non abbia un budget hollywoodiano il film si presenta abbastanza bene, non ci resta che guardarlo…

Per ulteriori info riguardo la Trama e Cast vi riporto il link del sito ufficiale.

Mentre questo è il link di YouTube per visualizzare il film!


Buona Visione


[LT10bad] Pro & Contro

Pro

>Il film mostra una trama “azzardata” per un film Trek, ma non cade nel banale

>I Vari set sono molto fedeli, soprattutto la nave Discovery, sembra di guardare una puntata di ST:Enterprise

>Il cast è abbastanza credibile

Contro

>La qualità tecnica non è di alto livello (budget), quindi per mascherare le mancanze, l’immagine risulta troppo “appannata” e piena di flare luminosi….


 

Nicholas Meyer tra gli autori della nuova serie Star Trek

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Oggi per tutti i fan della celebre saga Star Trek , creata da Gene Roddemberry, è un gran giorno.

Come da titolo Nicholas Meyer farà parte del team degli autori e supervisori della nuova serie.

Per chi non lo conoscesse, in campo Star Trek, lui ha diretto (*) e sceneggiato i film:

  • *Star Trek II: L’ira di khan
  •   Star Trek IV: Rotta verso la terra
  • *Star Trek VI: Rotta verso L’ignoto

Vista la qualità dei suddetti film, la nuova serie è in buone mani.

Queste nuove assunzioni dovrebbero decretare (spero) il cambio di rotta verso il vero Star Trek, contrariamente da ciò che fa Abrams (ndr. il prossimo film in uscita Star Trek Beyond)

Oltre a lui, altri veterani fanno già parte del team e per ulteriori notizie… Stay Tuned!

Motori a Impulso

Se siete fanatici di Star Trek, il titolo di questo articolo vi ha già acceso una lampadina!
I motori a impulso sono infatti i propulsori utilizzati dalle navi di Star Trek per spostamenti a velocità subluce, quindi per muoversi all’interno di sistemi solari, per entrare nelle orbite dei pianeti o per attraccare nelle stazioni spaziali, ma anche per manovrare la nave in combattimento.

USS-Enterprise-Impulse-EnginesIl loro principio di funzionamento è su base Newtoniana: per dirla in modo meno aulico, se ad un’azione corrisponde una reazione uguale e contraria, spingendo qualcosa (che chiameremo massa di reazione) in una determinata direzione, saremo sospinti nella direzione opposta; tanto maggiore sarà la spinta che daremo o tanto maggiore sarà la massa che spingeremo, tanto maggiore sarà la propulsione che ne ricaveremo.
Sul medesimo principio, si basano le attuali propulsioni degli aerei o dei natanti: l’elica o il turbogetto spingono l’aria o l’acqua (che fungeranno quindi da massa di reazione) verso la poppa del veicolo, generando così una spinta in avanti.
Nello spazio le cose funzionano un pochino meno bene poichè essendo vuoto, la massa di reazione deve essere caricata a bordo del veicolo, altrimenti non si avrebbe nulla da spostare per generare la spinta.
Attualmente il tipo di propulsione più utilizzata nello spazio è quella a razzo, o motore a reazione: una reazione chimica molto potente tra combustibile e comburente (questo secondo è l’ossigeno) genera l’espansione dei gas di combustione in modo molto rapido: questi vengono espulsi dagli ugelli in modo da generare la spinta del veicolo.

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Gli impressionanti razzi del Saturn V con Wernher Von Braun

Attualmente sta venendo sperimentata con sucesso la propulsione ionica: molto meno potente rispetto al tipo di propulsione a razzo ma molto più efficiente. La massa di reazione è fornita da un gas ionizzato (cioè caricato elettricamente) e la spinta viene generata quindi tramite una carica elettrica, o per essere più precisi attraverso una carica elettromagnetica o elettrostatica, a seconda del tipo di propulsore.

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Un propulsore ionico durante un test

Il difetto di questi propulsori è che necessitano quindi di una quantità non trascurabile di energia elettrica; nei satelliti o nelle stazioni spaziali in orbita attorno alla Terra, questa viene fornita direttamente dal Sole, sttraverso dei pannelli solari; il problema dell’energia lo si ha quindi per quanto concerne le sonde che vengono inviate verso i margini del Sistema Solare, troppo lontane dal Sole per beneficiare delle sue emissioni e che pertanto devono montare un generatore di energia a bordo.

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Una suggestiva immagine della Stazione Spaziale Internazionale (I.S.S.) e dei suoi immensi pannelli solari

Torniamo quindi a bordo dell’Enterprise e scopriamo come generano l’energia per far funzionare i propri motori a impulso: troviamo che le navi dell’universo di Star Trek montano un reattore a fusione nucleare per far funzionare tali propulsori.
Finalmente giungiamo alla notizia che mi ha ispirato nella stesura di questo articolo: il 10 dicembre del 2015, presso l’istituto Max Plank a Greifswald in Germania è stato avviato il Wendelstein 7-X, il più grosso stellarator al mondo, la cui costruzione è terminata ad ottobre del medesimo anno; il 3 di febbraio di questo anno si è riusciti ad avviare e contenere il plasma di fusione dell’idrogeno, generato da un impulso di microonde di 2MW, che ha raggiunto la temperatura di 80 milioni di gradi Kelvin ed è stato mantenuto per 1/4 di secondo. Con questo esperimento si è avviata la prima fase operativa il cui scopo sarà di riuscire a contenere la fusione dell’idrogeno per un periodo continuativo di 30 minuti.

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Il Wendelstein 7-X durante la sua costruzione, nel 2011

L’applicazione di un simile generatore per fini spaziali è decisamente lontana, a causa delle ingenti dimensioni dei reattori a fusione e dell’impianto di raffreddamento che necessita, tuttavia un altro importante passo verso ciò che qualche anno fa era considerata fantascienza è stato fatto.

la mitica Enterprise NCC-1701 al restauro!

Penso che i nostri lettori sappiano ormai che quest’anno si celebrerà il 50mo anniversario del debutto della nostra serie preferita: ovvero Star Trek, e oltre a un nuovo film (Star Trek Beyond, qui i trailer) e l’annuncio di fine 2015 per una prossima nuova serie televisiva prevista per il 2017; Inoltre saranno tanti i festeggiamenti e comprenderanno anche una Convention, che si terrà a New York dal 2 al 4 Settembre e si chiamerà “Star Trek: Mission New York”… Infine come ciliegina sulla torta ci sarà un’imperdibile novità allo Smithsonian National Air and Space Museum. (per i fortunati che passeranno di lì…)

Infatti è notizia di un paio di giorni fa che si stanno svolgendo importanti lavori di restauro sul modello originale dell’Enterprise, che è stato usato nelle riprese di tutti i 79 episodi della serie originale (ovvero la mitica NCC 1701, costruita nel 1964 da Richard C. Datin Jr, Mel Keys e Vernon Sion). Considerata all’unanimità come vera e propria opera d’arte, il modello fu donato allo Smithsonian nel 1974, ma fu messo in esposizione al pubblico solo a settembre 2015. Adesso gli addetti stanno lavorando per restaurarlo in modo che abbia lo stesso aspetto che i fan ricordano nella serie.

USS Enterprise NCC-1701, cliccare per ingrandire

schema della USS Enterprise NCC-1701, cliccare per ingrandire

Il restauro attuale arriva a più di 20 anni dall’ultimo grande sforzo nel 1992 curato dal Science Fiction Modelmaking Associates, che è stato anche la base di tutti i modellini venduti ai fan.

Il modello completamente restaurato sarà esposto al pubblico quest’estate, nella Sala Boeing, insieme ad altre pietre miliari del volo. Se vi capiterà di fare un viaggio a Washington non mancate: adesso potrete vedere solo il modello in fase di restauro, ma sarebbe comunque un’emozione immensa…

Nel frattempo gustiamoci le foto del modello alle prese col restauro…

il team responsabile del restauro. Fare clic per ingrandire

il team responsabile del restauro. Fare clic per ingrandire

fare clic per ingrandire

alcuni dettagli. Fare clic per ingrandire

fare clic per ingrandire

però fa un po tristezza vederla così… Fare clic per ingrandire

al seguente link l’articolo originale (http://www.startrek.com/article/exclusive-up-close-look-at-enterprise-model-restoration) con tanto di descrizione delle tecniche che stanno utilizzando per riportare la nave in condizioni perfette, e arrivare là dove nessuno è mai giunto prima…

Star Trek: Timelines [Recensione]

Salve gente! Son passati giorni senza miei articoli! Ma sono tornato, state tranquilli! 🙂

Oggi parleremo di……


 

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Si oggi mi dedicherò a Star Trek Timelines. Sarà il gioco che noi trekker aspettavamo? Vediamo un pò….

Inanzitutto va detto che si tratta di un videogame per sistemi Android o Ios e quindi non il solito gioco per PC o console… Il gioco ci catapulterà in una anomalia temporale, creata da Q (chi altro se non lui XD) , dove dovremmo esplorare e combattere, ma anche tramite la diplomazia allearsi come le varie fazioni….. Inoltre troveremo molti personaggi a cui siamo molto affezionati e non… Questo perchè l’anomalia temporale ha creato una sorta di contesto dove tutti i personaggi della serie (anche quelli minori) verranno a coesistere… (Forse un espediente un po esasperato…)

In pratica, il focus del gioco è molto semplice, completare le missioni, migliorando l’equipaggio e la nave. Vediamo in dettaglio…

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Ma guarda! Charles Tucker 3°

Parlando dei personaggi, la loro progressione si “limita” a migliorare due parametri,  il livello di esperienza (completando missioni, o tramite i pachetti esperienza) e le stelline: i personaggi hanno un limite fino a 5 stelle. (nella foto Tucker è potenziabile fino a max 2 stelle), aumentabile trovando un “doppione” nel negozio del gioco (non tutti possono avere più stelle, ci saranno personaggi più forti e altri più deboli).

Mentre il livello, come appena scritto, aumenta combattendo… facendo missioni insomma…. Ma, presto sarete limitati, perchè inizialmente il massimo è 10! Tuttavia equipaggiando il personaggio con la sua attrezzatura, (icone a destra della figura)  con vari utili strumenti  quali Tricorder, uniformi, pancakes  xd… E tanta altra roba… Potete “migliorare” il personaggio, aumentando il limite di livello. Dove potete trovare questi oggetti? Completando missioni, unendo più oggetti quando possibile, e naturalmente tramite il negozio!

Inutile dire che migliorando i personaggi, essi diventeranno più forti. Soprattutto aumentando le loro stelle.

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Schermata di gioco, con la nave “base” classe constellation..

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Mappa stellare, che userete per viaggiare e visualizzare e le missioni sbloccate.

Nel gioco dovremmo affrontare  2 tipologie di missioni.

  1. Battaglie spaziali
  2. Battaglie terrestri

Entrambe dopo averle completate, presentano una sorta di dialogo simile ai Giochi Di Ruolo, dove in base a come rispondiamo a volte ci verrà dato un personaggio speciale… Purtroppo il gioco è in inglese, quindi, se non padroneggiate la lingua, i vari dialoghi non sono apprezzabili al 100%

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Resistence is Futile! Macché vi ho distrutto con una classe constellation! Altro che Wolf 359

Le battaglie spaziali sono composte da due piccole fasi, nella  prima sceglierete l’equipaggio da usare nella battaglia, inutile dire che ogni personaggio ha abilità diverse. Mentre nella seconda fase, si svolgerà la vera e propria battaglia… E no, purtroppo non guiderete la nave: il combattimento si svolgerà in modo automatico, mentre voi vi limiterete ad attivare le varie abilità dei personaggi e della nave, premendo le loro figure…

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Battaglie terrestri

Le battaglie terrestri sono formate da varie azioni. Da compiere con determinate abilità, ingegneria, comando, diplomazia ecc ecc. Quindi dovrete scegliere il giusto equipaggio in base alla missione! Completate verrete ricompensati con crediti, oggetti ed esperienza….

Inoltre per poter iniziare una battaglia dovrete aver dei Chroniton , una sorta di “gettoni” limitati, che si ricaricano dopo ore, o pagando….

La vostra nave non vi piace? Beh neanche a me, ma ci vorrà un pò per prenderne un’altra…. Dovrete trovare gli schemi di costruzione, molto rari e difficili da trovare….

Una nave migliore, vi aiuterà notevolmente nelle battaglie spaziali!

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Altri 43 schemi per il klingon Bird of Prey… E io che volevo la classe galaxy .. 450 schemi!!

La diplomazia è uno strumento utile, per aumentare la reputazione. Dovrete assegnare l’equipaggio in uno Shuttle (Max 2) per fare delle missioni dalla durata di 3 ore o 30sec, che si svolgeranno in automatico dandovi l’esito a fine missione. Nel frattempo gli equipaggi non saranno disponibili per le normali missioni! Nei QG delle fazioni potete acquistare oggetti per potenziare l’equipaggio.

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Due Shuttle sono partiti, in arrivo tra 2:32 ore.

In conclusione, per rispondere alla domanda: Sarà il gioco che noi trekker aspettavamo?

La risposta è un Si ma con Grandi-ssimi compromessi, la struttura del gioco è tipica dei Free TPlay , ti obbliga in tutti i modi ad effettuare acquisti in app. Anche se noi temerari preferiamo far con calma anziché acquistare i pacchetti , questa struttura è un pò seccante.

E’ pieno zeppo di Bug! Cadono quasi come la pioggia 😉 (ma il gioco è recentissimo e appena uscito dalla beta, quindi ci si aspettano aggiornamenti continui…)

Inoltre Non è in Italiano e per qualcuno potrebbe essere un problema se vuole apprezzzare a pieno i dialoghi dei personaggi iconici della serie.

Allora vi chiederete perché è il gioco che aspettavamo?  Oltre ad avere i mitici pezzi di Jerry Goldsmith, leggermente modificati per il gioco. Cosa ce di bello? Beh finalmente si può  giocare ad un gioco divertente in 3d basato su ST, cercando di sbloccare la mitica N.C.C 1701 , mischiando i vari personaggi delle serie Tv, e sentire le loro voci. (si alcuni personaggi parlano compiendo azioni…. Dal mitico Engage e Make it so, del nostro Jean-Luc Picard al Fascinating di Spock. E molto altro…..    

Versione: Android 5 Marshmallow.

Dispositivo: Nvidia Shield Tablet..  

 GIUDIZIO FINALE: Consigliato.  


Spero vi sia piaciuta la recensione! E come sempre, se avete dubbi commentate! io vi risponderò! Engage!

 

Star Trek: Birth of the Federation

In queste vacanze natalizie ho rispolverato uno di quei vecchi videogame di cui un Trekker che si rispetti deve almeno mettere in collezione e tenersi come una reliquia.

In effetti sono ben pochi i videogame a marchio Star Trek che si rispettino… e secondo me questo: Birth of the Federation (per gli amici BOTF) è ancora il migliore sulla piazza nonostante sia stato pubblicato nel “lontano” 1999.

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Scrivo questo articolo per far conoscere a nuove leve questa perla se mai dovesse esservi scappata. Se volete i dettagli tecnici sul gioco potete ovviamente usare la solita wikipedia. In breve posso dirvi che si tratta di un gioco strategico a turni quindi se vi aspettate azione e sparatutto cambiate canale! Invece se volete usare un po più la testa (cosa rara nei videogame odierni) e districarvi in un Civilization digitale e futuristico allora benvenuti! Sappiate tuttavia che il gioco è disponiile solo in inglese.

Il gioco tiene conto in quanto visto con l’equipaggio della Next Generation (film compresi visto che appare anche la classe Sovereign di cui fa parte l’Enterprise E). Ed è molto divertente per chi conosce la serie potersi districare tra i rapporti diplomatici delle varie razze, che siano quelle maggiori (Federazione/Umani, Romulani, Ferengi, Klingon, Cardassiani, tutte giocabili) a quelle minori (queste possono essere rese membre della vostra razza scelta in partenza o conquistate con la forza). Inoltre potrete avanzare di tecnologia fino ad arrivare là dove nessuno è mai stato prima…

Anche la grafica vuole la sua parte oggigiorno e devo dire che, nonostante gli anni alle spalle di questo gioco si sentano, la grafica 2D usata, è eccezionale perchè si adatta al tipo di razza che state giocando (a ogni razza il suo stile) usando l’interfaccia LCARS tipica dei display delle console delle serie anni ’90 di Star Trek.

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Il gioco presenta una longevità quasi infinita: a parte poter provare le 5 razze principali; si possono scegliere modalità di gioco differente; forme e dimensioni della galassia differenti; difficoltà esagerate! e eventi casuali… tipo l’invasione dei Borg… in tal caso la resistenza è (quasi) inutile!

Come dicevo a inizio articolo, ogni tanto è bello rispolverarlo e come sempre mi crea una certa dose di dipendenza! quindi attenzione! 🙂 Per la cronaca: ho dovuto accantonare addirittura Elite Dangerous una volta ripreso in mano BOTF….

La sua unica pecca che poi affligge tutto il genere strategico a turni in stile Civilization sta nel fatto che chi si “ingrassa” bene all’inizio del gioco, solitamente vince! ovvero: se riuscite a crescere inizialmente ed espandervi senza troppi ostacoli dalle altre razze e siete in una posizione di tranquillità allora riuscirete a creare un certo arsenale tecnlogico che difficilmente potrà crollare… “Fortunatamente” gli eventi casuali di cui vi dicevo prima (se attivati) possono cambiare rapidamente le cose: trovarsi un invasione Borg improvvisa nel proprio sistema potrebbe essere infatti devastante.

Un’altra cosa interessante del gioco è che, negli anni, un nutrito numero di fan ha dato vita a un continuo sviluppo del gioco (non è difficile per chi abbia un po di dimestichezza modificare i paramentri del gioco) con varie Mod che aggiornano le cose sia intermini di giocabilità che longevità. Se sapete l’inglese vi consiglio questo sito per il dowonload dei mod e ulteriori info sul gioco: http://www.armadafleetcommand.com/botf

A presto e Buone Feste!

 

 

Buon Natale da : la Enterprise NCC-1701-E

Anche gli Spacejokers fanno l’albero di Natale, ma ovviamente lo addobbano con qualcosa di particolare.
In questo caso, la Enterprise NCC-1701-E.

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La Enterprise NCC-1701-E appare in tutti e tre gli ultimi film girati con il cast di The Next Generation.
Già in Star Trek: First Contact la nave sembrava condannata: quando i Borg ne prendono il controllo, il Comandante Picard ne ordina l’autodistruzione.

Crusher: E tanti saluti all’Enterprise-E.
Picard: La conoscevamo appena…
Crusher: Crede che ne costruiranno un’altra?
Picard: Ci sono un sacco di altre lettere nell’alfabeto…

(..ma poi viene l’ordine viene revocato da Data)

Successivamente appare in Star Trek: Insurrection ma l’uso che ne fa Picard in Star Trek: Nemesis è a dir poco epico: nel disperato tentativo di fermare Shinzon, agendo fuori dagli schemi mentali che il suo nemico ben conosce (è un suo clone), Picard la lancia in rotta di collisione contro la nave avversaria, la Scimitar.

E con questo saluto di Worf ai Borg, concludiamo la nostra breve carrellata natalizia su alcune delle navi più conosciute di Star Trek.

Star Trek Beyond: Pareri sul Trailer

In occasione del 50° Anniversario di Star Trek la Paramount, come voi ben sapete anche grazie al nostro precedente articolo, ha realizzato un nuovo film (nelle sale il 22 Luglio 2016)

Sebbene i due film precedenti hanno scatenato le ire dei fan originali, per cause ovvie, come la trasformazione della NCC-1701 in un Sottomarino (inizio di “Into darkness”) e il capovolgimento del film Ira di khan (sempre ID) per mancanza di idee originali, è bastato solo il trailer per alzare una vera onda mediatica anti Star Trek Beyond con tanto di hashtag! #Notmytrek,

Ebbene vi chiederete perchè!?

Analizziamo il Trailer….

Nelle prime battute potreste verificare un DeJaQ (Dejavu scusate… Dannato Q) con i Guardiani della galassia, è presente in entrambi i film una musichetta “nostalgica” stile anni 70… La cosa bella che la Paramount aveva espresso che star trek si doveva indirizzare verso GdG per attirare maggiore pubblico e  quindi soldi. Hanno fatto centro nel vero senso della parola! Fonte                                                  

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La reazione di Picard

Ma la cosa più evidente per chiunque conosca star trek (anche per sentito dire) è l’azione presente nel Film! nel trailer in particolare… da far invidia a film come I mercenari o Transformers…

Questa cosa non è andata bene! e sopratutto neanche al nostro caro George Takei che ha dichiarato testualmente:

“It doesn’t have that element that made ‘Star Trek,’ Gene Roddenberry‘s ‘Star Trek,’ what it was,”

“I didn’t in the preview note anything of the substance of what made Gene Roddenberry‘s ‘Star Trek’ so engaging and it was the commentary on social justice, political reality at the time”

Fonte

Personalmente mi associo a George, ed era anche ora che un pezzo “grosso” si facesse sentire, ma la cosa che mi risulta più strana: Perché usare il nome di star trek per creare un film, che non ha NULLA di star trek!

In poche parole le lezioni morali, che abbiamo ricevuto grazie a Gene.R non sono servite a nulla specialmente alla Paramount! La quale ha prodotto i film originali!

Salve utenti, come potete vedere sono nuovo qui..

Mi chiamo Andrea, mentre 10bad è il mio Nick su vari giochi e siti-blog (elite dangerous-Battlefield ecc )

Bhè che dire, come si vede mi piace a dir poco Star trek (quello originale!) ma non solo! Adoro i film e non me ne perdo uno…

Ci sarà modo di conoscerci meglio in futuro…. Spero vi sia piaciuto il mio primo post. LLAP

Un Saluto e Buone Feste da LT 10bad!

 

Buon Natale da : la Enterprise NCC-1701

Anche gli Spacejokers fanno l’albero di Natale, ma ovviamente lo addobbano con qualcosa di particolare.
In questo caso, la Enterprise NCC-1701.

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La Enterprise NCC-1701 appare nella serie TV originale “Star Trek” (la serie capostipite, il baluardo della fantascienza, il Monolito di Kubrick dei viaggi stellari, andata in onda dal 1967 al 1969). Comandata da James Tiberius “Jim” Kirk, che la conduce durante una missione quinquennale (2264 – 2269), l’Enterprise è forse l’unico e vero amore di Kirk (e si che nel telefilm, di donne ne ha avute a pacchi, aliene e non).

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..no, forse questa no..

..no, forse questa no..

la (fanta) geografia di Plutone

E’ di qualche giorno fa la notizia che alcune zone mappate su Plutone da parte della sonda New Horizons avranno nomi ispirati alle nostre passioni fantastiche.

Pare proprio che gli ingegneri della Nasa siano come noi: dei ragazzini nell’animo, con il pallino del fantasy e della fantascienza (potrebbe essere altrimenti?). Li nominiamo SpaceJokers sul campo per la loro decisione!

Lo hanno dimostrato più volte… già quando New Horizons tornò alla vita: la sonda della Nasa in viaggio verso Plutone si era ridestata dalla sua lunga ibernazione, proprio in un momento in cui si stava avvicinando al pianeta nano. Per quel momento chiave della missione scientifica lo staff aveva scelto una canzone iconica dei viaggi stellari, “Where my heart will take me”, di Russel Watson, che è stata la sigla di Star Trek: Enterprise. e questo motivato dal fatto che New Horizons è in viaggio verso una nuova classe di pianeti che non abbiamo mai visto, in un luogo dove non siamo mai andati… Dove nessun uomo è mai giunto prima….

e infine ora lo dimostrano le carte morfologiche di Plutone e Caronte che l’équipe di New Horizons ha compilato dando alle piane, alle macchie e ai numerosi crateri nomi come Vader, Kirk e Ripley. Tratti insomma dai nostri film preferiti, capolavori della letteratura fantastica e sci-fi, che potrebbero così riuscire ad aggiudicarsi un posto nel cosmo che hanno raccontato.

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Se sul nono quasi pianeta (in quanto decalssato a pianeta nano) la regola di utilizzare appellativi mitologici ha limitato la scelta ad esempio a Cthulu, entità ideata dallo scrittore H. P. Lovecraft, o Balrog, creatura dell’universo immaginario di Tolkien, su Caronte le fantasie dei ricercatori si sono scatenate. Giusto per citarne alcuni, sul massiccio satellite naturale saranno presenti la macula Mordor, i crateri Spock, Kirk, Sulu, Ripley, Uhura, Vader, Leia Organa e tanti altri con i nomi di personaggi e luoghi tratti da Star Trek, Star Wars, Alien, Il Signore degli Anelli, Doctor Who e Firefly. Ma potete acnhe voi divertirvi a guardare le seguenti mappe per vedere se scoprite altre “trovate” fantascientifiche!

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1366069970883601809Sempre che le scelte del team della Nasa vengano approvate dall’International Astronomical Union (IAU), l’ufficio governativo con sede a Parigi che si occupa di assegnare i nomi agli oggetti celesti.

Noi SpaceJokers speriamo fiduciosi così chè Plutone si possa trasformare nella mecca degli appassionati di fantascienza.. o il nuovo Eldorado Sci-fi.

Star Trek Magazine ricorda Nimoy

Star Trek Magazine pubblica un articolo dedicato alla vita di Leonard Nimoy.

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L’ultima uscita di Star Trek Magazine #54, è una speciale edizione commemorativa dedicata alla vita e al lascito di Leonard Nimoy. Verrà messa in vendita il 14 luglio. All’interno dell’articolo ci sarà l’ultima intervista rilasciata da Nimoy e una serie di tributi a lui dedicati da altri membri del cast storico di Star Trek.

Articolo originale

L’irreprensibile Capitano Picard

Patrick Stewar è stato nominato, a seguito di un sondaggio sul sito ufficiale di Star Trek, come il miglior capitano che si possa avere al comando.
Ma deve essere un gran mattacchione:

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Quì in compagnia del suo grande amico, l’attore Ian McKellen (anche lui ha interpretato Shakespeare)

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Ricordiamo poi il video che pubblicò per rispondere alla Ice Bucket Challenge:

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=wkO4NIqAMss

Vulture… piccola ma resistente!

data stellare 20150605,

Da qualche giorno ho iniziato a pilotare una nuova nave spaziale in Elite Dangerous… Con la versione 1.2 del gioco hanno reso disponibile quella che è la nave da battaglia più piccola e potente del gioco. Certo non può rivaleggiare con le navi più grandi se esse sono super-accessoriate e se pilotate da un pilota capace.. ma si difende molto bene!

Ecco come viene definita nel gioco:

La navicella spaziale da combattimento Vulture sacrifica una certa flessibilità agli Hardpoint in favore della manovrabilità. Avanzate tecniche di costruzione hanno consentito alla Vulture di integrare solo 2 hardpoint ma di grandi dimensioni in uno spazio relativamente piccolo. Nonostante la quantità limitata di armamenti, la sua maneggevolezza la rende ugualmente devastante contro bersagli piccoli. D’altra parte, la sua limitata disponibilità di cargo e capacità di portare un unico passeggero hanno comunque consentito di renderla un ottimo trasporto personale per chi intende avere un certo tipo di affari…

Quindi riassumendo, poche armi ma di grossa taglia e ottima manovrabilità. Tra le migliori in assoluto. Il difetto più grande riscontrabile sta nella limitata capacità energetica il che rende molto importante gestire al meglio l’attivazione dei moduli e la ridistribuzione delle priorità.

Ecco come sono distribuiti i moduli nella Vulture.

Category Default System Default Rating Default Class Max Class
Large Hardpoint Pulse Laser F 1 3
Pulse Laser F 1 3
Utility Mount Empty 0
Empty 0
Empty 0
Empty 0
Bulkheads Lightweight Alloys I 1 8
Reactor Bay Power Plant E 4 4
Thrusters Mounting Thrusters E 5 5
Frame Shift Drive Housing Frame Shift Drive E 4 4
Environment Control Life Support E 3 3
Power Coupling Power Distributor E 5 5
Sensor Suite Sensors E 4 4
Fuel Store Fuel Tank [x8] C 3 3
Internal Compartments Shield Generator E 5 5
Cargo Rack [x8] E 3 4
BDS E 1 2
Empty 1
Empty 1
Note: L = Loaned, [x#] = Capacity, BDS = Basic Discovery Scanner

Ed ecco la mia configurazione in uso per la battaglia… (ho usato il sito www.coriolis.io)

Vulture_coriolis

Come si potrà vedere è una configurazione rivolta all’esclusivo combattimento… non c’è quasi nessun compromesso… non per nulla l’ho rinominata Defiant: chi se la ricorda? la mitica nave di Star Trek: Deep Space Nine e che il buon Worf pilotava durante First Contact

Ecco qui un video che riassume qualche pezzo di combattimento della piccola ma resistente Defiant: così come veniva definita dal comandante Ryker prendendo in giro l’orgoglioso Worf.

Per concludere qualche screenshot della mia fiammante Vulture nell’hangar…

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Nessuna nuova serie TV per Star Trek

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No. Niente da fare. Nisba, nada, kaputt, addio.. purtroppo le voci che circolano su una nuova serie TV di Star Trek sono prive di fondamento.
Tutto è nato da un articolo sul sito “Latino Review”, dove si parlava si di una nuova serie chiamata “Federation” e di quanto fosse già stato messo in piedi da Robert Meyer Burnett, regista di “Free Enterprise”, dallo scrittore Geoffrey Thorne e da Bryan Singer, peccato che la notizia è vecchia di 10 anni.
Tutto ciò che era stato preparato (probabilmente poco) è stato messo sotto naftalina dopo che J.J.Abrams ha preso il timone del transatlantico cinematrografico che è Star Trek.

..peccato..

Orione… tra verità e fantasia…

data stellare 20150315,

Quello di cui ci accingiamo a parlare oggi non ha nulla a che fare con la mitologia, anche se il nome della nebulosa di Orione prende il nome proprio da un essere mitologico. Infatti Orione era un gigante cacciatore, sia nella mitologia greca, sia nella mitologia latina, che fu posto da Zeus, padre degli Dei tra le stelle, per l’appunto nella costellazione di Orione. Circa la sua nascita, le sue imprese e la sua morte, vi sono molte versioni.. Ma le argomentazioni principali vertono essenzialmente sulla sua nascita, la sua morte, la sua visita all’isola di Chio, il suo accecamento da parte di Enopio (padre di Merope), il recupero della vista nell’isola di Lemno, la sua ascesa al cielo per formare l’omonima costellazione.

Così come non ha nulla a che fare con la teoria della correlazione di Orione (o correlazione Giza–Orione), cioè un’ipotesi della piramidologia per cui ci sarebbe una correlazione tra la posizione delle principali tre piramidi della necropoli di Giza e le tre stelle centrali della costellazione di Orione, e che questa correlazione fu volontariamente creata da chi costruì le piramidi.

In realtà vorremmo discutere del Complesso nebuloso molecolare di Orione (noto anche semplicemente come Complesso di Orione): una grande nube molecolare che prende il nome dalla costellazione in cui è visibile, quella di Orione. La sua distanza dalla Terra è stimata fra i 1500 e i 1600 anni luce e il suo diametro corrisponde ad alcune centinaia di anni luce; si tratta del complesso nebuloso molecolare meglio osservabile, nonché il più studiato e conosciuto, grazie al fatto che non è mascherato da complessi oscuri. Alcune parti della nube possono essere osservate attraverso binocoli o semplici telescopi, alcune addirittura ad occhio nudo, come la celebre Nebulosa di Orione.

interessante questa mappatura 3D della nebulosa:

La regione centrale del complesso si estende per diversi gradi di volta celeste, dalla Cintura di Orione fino alla sua spada, ed è divisibile in due regioni distinte: la più brillante, sulla Spada, è nota come Orion A, mentre la regione ad est della Cintura è nota come Orion B. Il Complesso di Orione costituisce anche una delle regioni di formazione stellare più attive che possono essere osservate nel cielo notturno, nonché una delle più ricche di dischi protoplanetari e stelle giovanissime.

tutto il complesso nebuloso include inoltre l’Anello di Barnard, la Nebulosa Testa di Cavallo, M43 e la Nebulosa Fiamma.

Proprio la nebulosa di Orione è stata l’ultima meta del nostro viaggio fantastico tramite i mezzi virtuali messi a disposizione da Frontier Development e il suo Elite: Dangerous. Ancora una volta a bordo della navicella Enterprise… ehm magari!… dicevo a bordo della mia Asp ho iniziato il lungo viaggio… c’è da dire che partivo già dalla nebulosa testa di strega (qui il precedente articolo) e quindi ero abbastanza vicino per continuare il viaggio in quella direzione.

Speravo davvero di incontrare qualche nave del famoso sindacato di Orione di Star Trek dove fare la “conoscenza” con qualche schiava Orioniana (come nella foto qui sotto! 😛 ) ma si vede che ancora questa feature nel gioco non è stata implementata… 🙂

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comunque sia tornado serio (?!)… devo dire che, più mi avvicinavo, le immagini si facevano sempre più spettacolari: la nebulosa sempre più grande mentre in direzione opposta era possibile vedere tutta la via lattea nella sua luminescenza.

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Screenshot_0072 Screenshot_0068

Screenshot_0077Screenshot_0081Screenshot_0083fino ad arrivare alle stelle giganti presenti in alcuni sistemi…

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e infine il viaggio di rientro altrettanto spettacolare con la nebulosa testa di cavallo…

La Nebulosa Testa di Cavallo (nota anche come Barnard 33, B33, in inglese HorseHead Nebula) è una nebulosa oscura nella costellazione di Orione. La nebulosa si trova appena sotto Alnitak, la stella più a est della cintura di Orione. È parte di un turbine di gas e polveri, sagomato come la testa di un cavallo, da qui il nome. È una delle nebulose maggiormente riconoscibili e note del cielo, anche se è difficile poterla osservare visualmente.

per noi amanti della fantascienza, intorno alla Nebulosa è ambientato il libro Il tiranno dei mondi di Isaac Asimov: nel libro si parla dei “regni nebulari”, fra cui Rhodia e Lingane. Mentre, La Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams localizza il pianeta Magrathea all’interno della Nebulosa.

ecco alcuni screenshot:

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ed ecco infine il ritorno a casa… con una spettacolare vista del pianeta in contro luce rispetto alla sua stella…

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credo che per un po resterò alla base … o a caccia di qualche taglia! un po di riposo dal lungo viaggio ci vuole! 😉

Samantha Cristoforetti

Ci sarebbe molto da dire su Samantha Cristoforetti (astrosamantha)..
Prima donna italiana ad essere selezionata dall’Agenzia Spaziale Europa, terza europea in assoluto, una laurea in scienze aereonautiche etc etc..
Ma la cosa che ci colpisce di più è il modo semplice in cui ha reso omaggio a Leonard Nimoy.

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la tecnologia moderna sta raggiungendo Star Trek?

Oggi vi riportiamo la traduzione di un articolo pubblicato sul Washington Post da Vivek Wadhwa. Si tratta di una discussione interessante sulla tecnologia utilizzata in Star Trek e le recenti innovazioni della nostra società. Ricordo che 20 anni fa avevo letto il libro (con premessa di Stephen Hawking) intitolato “la fisica di Star Trek”: al tempo certe tematiche erano solo agli arbori… ora sembra tutto veramente possibile. Per la serie : se lo puoi immaginare allora prima o poi lo si può anche realizzare. Ecco l’articolo:

In una lontana parte della galassia, 300 anni nel futuro, il capitano della nave stellare Enterprise, James T. Kirk, parla al suo equipaggio tramite un comunicatore; il suo ufficiale medico valuta condizioni mediche attraverso un palmare chiamato tricorder; sintetizza il cibo e beni fisici usando un replicatore; e si fanno viaggi a brevi distanze tramite il teletrasporto. I successori di Kirk tengono riunioni in alloggiamenti di realtà virtuale, chiamati Ponti Ologrammi e operano su navicelle aliene utilizzando schermi montati sulle loro fronti. Tutto questo avviene nella serie TV Star Trek ed ovviamente è fantascienza…

Questa fantascienza, tuttavia, sta diventando realtà scientifica. Molte delle tecnologie che abbiamo visto in Star Trek stanno cominciando a concretizzarsi, e le nostre potrebbero in realtà essere migliori di quelle della flotta stellare. Ma, soprattutto, non dovremo attendere 300 anni.

Prendete il comunicatore del capitano Kirk. Era sicuramente una fonte di ispirazione per la prima generazione di flip cellulari, quei dispositivi mobili goffi che abbiamo usato negli anni novanta. Questi si sono evoluti in smartphone, molto più avanzati rispetto al comunicatore di fantascienza. Il dispositivo di Kirk non riceveva e-mail, non riproduceva musica, non navigava sul Web, non forniva indicazioni stradali o prendeva foto. Inoltre esso non risponde dolcemente come Siri di Apple quando le si chiede le domande giuste.

Presto, i nostri smartphone aggiungeranno anche le caratteristiche di valutazione medica di un tricorder, e non avrete bisogno di avere un dispositivo separato.

Apple ha recentemente annunciato che iOS fornirà una piattaforma per i dati medico-sensore che verranno visualizzati da un app chiamata Health. Google, Microsoft, Samsung si stanno muovendo per costruire le proprie piattaforme in dispositivi medici. Presto vedremo una nuova generazione di dispositivi indossabili come bracciali, orologi e abbigliamento che utilizzano sensori esterni per effettuare elettrocardiogrammi e misurare la nostra temperatura, ossigenazione del sangue e altri segni vitali. Questi saranno sostituiti successivamente da sensori meno invadenti all’interno delle macchie della pelle, in tatuaggi e alla fine in microchip incorporato nei nostri corpi. Avremo telecamere e sensori di calore, gas e suoni nei nostri bagni, cucine e salotti che monitorano costantemente la nostra salute e stile di vita.

Ciò che rende questi sensori possibili sono sistemi miniaturizzati meccanici e microelettromeccanici (MEMS), elementi realizzati con tecnologia di microfabbricazione. Simili progressi nella microfluidica e nanofluidica stanno permettendo lo sviluppo su chip in miniatura. Nanobiosym, ad esempio, sta sviluppando un dispositivo, chiamato GENE-Radar, che può identificare, in pochi minuti, una gamma di malattie, tra cui l’AIDS, la malaria, tubercolosi e cancro. Tali dispositivi saranno anche onnipresenti e potranno identificare immediatamente una vasta gamma di marcatori di malattia. A differenza del tricorder di Star Trek, che è usato occasionalmente, questi costantemente monitoreranno i nostri corpi.

Quando si guardano i progressi che sono già accaduti in stampa 3D, si inizia a rendersi conto che questo è l’antenato del replicatore di Star Trek. Stampanti 3D possono creare oggetti in plastica, metallo, vetro, titanio, cellule umane e sì, anche il cioccolato da un disegno. Le stampanti 3D di oggi sono penosamente lente, e ci vogliono molte ore per stampare un oggetto di dimensioni di un cestino del pane; ma in un decennio, diventeranno comuni, veloci e poco costose come le stampanti a laser per documenti. In circa due decenni, prepareremo la nostra cena con la stampa 3D, così come faremo per la nostra elettronica.

(il primo approccio dell’equipaggio dell’Enterprise con la tecnologia di replicazione.. molto simile a quello che potra essere la stampa 3D del futuro…)

Abbiamo già la capacità di Star Trek e dei Jetsons per le video-chat. Piuttosto che richiedere monitor grandi e goffi che abbiamo visto utilizzare da George Jetson e capitano Kathryn Janeway, le nostre app, Facetime e Skype, gratuite girano su smartphone e computer portatili. Video conferenze simili al ponte ologrammi sono ormai possibili anche da alcuni anni. Ho (Vivek Wadhwa) parlato via ologramma, nel 2011, a un gruppo di imprenditori in Uruguay, utilizzando la tecnologia che aveva sviluppato un’azienda piccola, Holograam. Ricordate il messaggio olografico dalla Principessa Leia a Obi-Wan Kenobi in guerre stellari?

Start-up come Oculus, che Facebook ha recentemente acquistato, stanno sviluppando gli occhiali della realtà virtuale che simulano il mondo reale. Altre aziende stanno sviluppando proiettori tridimensionali che riportino immagini sugli schermi rendendo la persona come se fisicamente presente. Queste tecnologie sono solo agli inizi ma vederle crescere, aggiunge un tocco e un profumo alla semplice funzionalità. Le riunioni si terranno attraverso la realtà virtuale, e ci si sentirà come se fossimo davvero lì.

Il traduttore universale che il capitano Kirk utilizzava per parlare con le specie aliene è anch’esso in sviluppo. Google Translate già fa un grande lavoro di traduzione di pagine di testo da una lingua umana a un’altra. E quest’anno, Microsoft ha mostrato un interprete di linguaggio in tempo reale, basata sulla voce, che funziona su Skype. Non mi aspetto alcun progresso sulle lingue aliene fino a quando non incontriamo alcune specie aliene, ma un traduttore in tempo reale virtuale disponibile in commercio (un interprete virtuale) per lingue umane non è lontano.

Gli scienziati hanno recentemente annunciato che avevano fatto scoperte nel teletrasporto quantistico. Essi erano in grado di mostrare una promessa di trasmissione di informazione quantistica — mostrando la duplicazione dello stato di spin di un elettrone tra un posto e l’altro, attraverso la quantum tunneling — senza trasmissione di materia o energia attraverso lo spazio di intervento. Ciò ci porta a sperare che potremmo un giorno vedere un teletrasporto simile a Star Trek, che può teletrasportare i nostri atomi da un luogo a altro. Tuttavia, non lo sto certo aspettando: mai permetterò che i miei atomi vengano disintegrati in un’unica posizione e riassemblati in un altra. Mi preoccuperei di un bug del software o un crash hardware. Abbiamo visto troppi di questi problemi in Star Trek. Mi acconteterei delle vetture a guida automatica che diventeranno disponibili in commercio entro la fine di questo decennio.

La meraviglia di Star Trek più emozionante di tutte — la nave stellare Enterprise — può anche essere sulla buona strada.

In una discussione a Fox Studios nel marzo 2012, Elon Musk mi ha detto che aveva intenzione di ritirarsi su Marte. Ha detto che è stato ispirato da Star Trek e ha progettato di costruire un veicolo spaziale come la nave stellare Enterprise per portarlo lì. Pensavo davvero che stesse scherzando, o avesse bevuto troppo. Ma subito dopo la sua compagnia, la Space Exploration Technologies Corp o SpaceX, costruì un veicolo spaziale, chiamato il drago, e lo fece attraccare correttamente con la stazione spaziale internazionale. Il 3 dicembre 2013, SpaceX ha lanciato un satellite geostazionario commerciale utilizzando razzi Falcon. SpaceX dice che sta progettando un volo del drago/Falcon 9 nel 2015 e che avrà un sistema di fuga completamente certificata per gli umani utilizzabile durante il lancio.

Scommetto che Elon Musk stia sviluppando una versione 1 dell’ Enterprise. E lui potrebbe essere il nostro primo vero capitano Kirk.

di seguito il link all’articolo originale / here below the link at the original article:
http://www.washingtonpost.com/blogs/innovations/wp/2014/07/01/how-todays-technology-is-rapidly-catching-up-to-star-trek/

cosa ne pensate?
ecco qui una lettura vivamente consigliata…

In ricordo di Leonard Nimoy (Sig. Spock)… RIP

Leonard Nimoy, Star Trek's Mr Spock, dead at 83

Star Trek è un fenomeno di cui ci si ricorda ancora oggi a quasi 50 anni di distanza dalla serie originale in cui, per la prima volta apparve il vulcaniano Spock.. Lui è la prima immagine che salta in mente pensando a Star Trek, il personaggio iconico per eccellenza…(ancora più del capitano James T. Kirk). Leonard Nimoy fu interprete del famoso Mr Spock, metà umano e metà alieno, con le sue orecchie a punta, le sopracciglia all’insù e il saluto con indice e medio separati da anulare e mignolo, la mano alzata mentre pronuncia le parole: “Lunga vita e prosperità”. (live long and prosper)

Leonard Nimoy è mancato venerdì mattina, nella sua casa di Bel Air, sulle colline di Los Angeles, a causa di una malattia polmonare che lo affliggeva da tempo. Aveva 83 anni ed aveva accanto la moglie Susan Bay Nimoy. Aveva annunciato l’anno scorso di essere affetto dalla malattia (la broncopneumatopatia cronica ostruttiva che blocca progressivamente il flusso di ossigeno ai polmoni) che imputava ai decenni di consumo indiscriminato di sigarette, abitudine che comunque aveva cessato 30 anni fa. Lo aveva annunciato su Twitter lo stesso Nimoy a febbraio del 2014 commentando: “non fumate!” e poi ancora  “comunque troppo tardi”.

Il suo ultimo tweet è commovente: “La vita è come un giardino. I momenti perfetti ci sono, ma non possono essere conservati, eccetto che nella memoria. LLAP (live long and prosper)”

Ora sono pochi i protagonisti della storia originali rimasti in vita, tra cui il capitano Kirk, William Shatner che lo ricorda come uno di famiglia “Lo amavo come un fratello. Ci mancherà la sua ironia, il suo talento e la sua capacità di amare”.

MORTO LEONARD NIMOY, SPOCK DI STAR TREK

La sua casa era un museo, dedicato alla fotografia, la sua ultima passione. Fotografava modelle grasse e nude. “Donne molto interessanti, che non sono spaventate da qualche chilogrammo di troppo “. Nonostante una carriera artistica molto varia, era anche fotografo, musicista, regista e poeta, il suo nome e il suo volto hanno finito per essere associati per sempre a quel personaggio televisivo dalle orecchie a punta, ma a Nimoy andava bene così: “Non mi dispiace essere associato a Star Trek, anzi, – aveva detto in una delle sue ultime interviste – Ne sono sempre andato fiero. Quello era uno show che generava domande e trattava di temi come il razzismo, la geopolitica, le relazioni internazionali, le guerre culturali, l’ambiente. Mi ha sempre stimolato questo aspetto della mia professione”.

Nato a Boston, il 26 marzo del 1931, Nimoy amava raccontare la sua infanzia povera: “Da ragazzo sono cresciuto a Boston, in un piccolo appartamento. Ci vivevamo in sei, i miei nonni, i miei genitori, mio fratello e io. Ricordo che un Natale chiesi a miei il dono di un trenino. Era il mio sogno, ma loro mi dissero che non c’era abbastanza spazio. In verità non c’erano abbastanza soldi. Ho raccontato la storia a mia moglie e dieci anni fa, per il mio compleanno, mi ha fatto trovare questa sorpresa. Un trenino. Mi ha commosso”. Anche i primi anni a Los Angeles furono duri: “Ero già sposato con due figli e non riuscivo a mantenermi solo con il lavoro d’attore. Ho fatto anche il tassista. Ho consegnato giornali, pulito piscine e vasche per i pesci. Facevo tutto ciò che potevo fare per mantenere dignitosamente la mia famiglia. Solo con Star Trek è arrivata la tranquillità economica”. Pubblicò due biografie, nel 1977, dal titolo “Non sono Spock” e nel ’95, intitolata “Sono Spock”. “Ho avuto una vita molto fortunata e molto piena, ho diretto in televisione e al cinema ho recitato a Broadway, ho fatto tutto quello che potevo fare”.

Nimoy stesso ha parlato di un legame fra la sua infanzia e la figura di Spock, che nella serie originale era l’unico alieno fra l’equipaggio della nave Enterprise: «nonostante Spock fosse uno “diverso” da molti punti di vista, manteneva comunque il suo punto di vista sulle cose. Era uno strano, ma con dignità. Ci sono molti pochi personaggi che riescono ad avere quel tipo di orgoglio, controllo di sé e schiettezza. La maggior parte di essi sono stati interpretati da Humphrey Bogart».

Dopo la fortunata serie classica che, tuttavia fu sugli schermi per soli 3 anni, Nimoy continuò a interpretare il suo personaggio più famoso, Spock, doppiandolo nella serie animata di Star Trek (Star Trek: The Animated Series) e interpretandolo in due episodi della serie Star Trek: The Next Generation e nei sei film di Star Trek con il cast originale della serie televisiva. Quando nel 2009 J. J. Abrams riportò Star Trek sul grande schermo, con Zachary Quinto a interpretare un giovanissimo Spock, volle anche Nimoy sul set. Interpretava Spock in un più lontano futuro. L’ultimo suo ruolo risale al 2013, nell’ultimo capitolo della saga Star Trek into the darkness.

Il presidente Barack Obama e sua moglie Michelle si sono uniti “alla famiglia, agli amici e agli infiniti ammiratori a cui oggi manca davvero tanto”. In un comunicato diffuso dalla Casa Bianca, il presidente ricorda quando nel 2007 ebbe l’occasione di incontrare Nimoy di persona. “Era logico accoglierlo con il saluto di Vulcan, il segno universale di ‘lunga vita e prosperità’ e dopo 83 anni su questo pianeta, e le sue visite in molti altri, è chiaro che Leonard Nimoy ha avuto proprio questo”, afferma ancora Obama.

Tv: morto Leonard Nimoy, Spock di Star Trek

Noi vorremmo ricordarlo non solo come nella foto qui sopra, ma anche come l’eroe di due mondi, diviso tra logica e passione e nel suo splendido saluto… Ci mancherai Spock… non potremo più dirti lunga vita e prosperità ma.. il tuo lascito ti ha reso ora immortale.

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Fantascienza o realtà?

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Abbiamo rispolverato questa news di un anno fa… la NASA che progetta una nave spaziale che possa andare più veloce della luce… e questo prototipo si chiama proprio Enterprise! 🙂
Noi SpaceJokers vorremmo già prenotarci un viaggetto interstellare (leggete anche la nostra recensione al film Interstellar)!

..scherzi a parte, ecco qualche articolo relativo:

http://www.glialienitranoi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=264:ixs-enterprise-%E2%80%93-la-navicella-della-nasa-che-viagger%C3%A0-pi%C3%B9-veloce-della-luce&catid=17:approfondimenti&Itemid=488

here the original news in english:
http://www.extremetech.com/extreme/184143-nasa-unveils-its-futuristic-warp-drive-starship-called-enterprise-of-course

Altri articoli spiegano come la famigerata “Warp Drive” sia in realtà fisicamente plausibile:
http://www.repubblica.it/scienze/2013/07/25/news/la_nasa_e_il_sogno_di_star_trek_viaggiare_pi_veloci_della_luce-63673214/

Poi, qualche mese fa, appare su alcune testate giornalistiche una news sul principio di nuovo motore scoperto da un ricercatore indipendente… all’inizio sembrava quasi la classica bufala ma dalle prime ricerche qualcosa di strano (fisicamente un motore impossibile ha dato dei risultati inaspettati!) è accaduto.. e la NASA stessa si è messa in moto (scusate il gioco di parole!) per testarne l’efficienza… come da articolo di seguito:
http://www.repubblica.it/scienze/2014/08/04/news/motore_futuro_nasa-93088061/

Some information for our readers in english:
http://blogs.discovermagazine.com/outthere/2014/08/06/nasa-validate-imposible-space-drive-word/

Una piccola curiosità…
chi sa cosa significa il simbolo di Star Trek a forma di Delta? (o almeno come lo hanno ipotizzato gli autori…)

avevo letto un Saggio su Star Trek, se non sbaglio, chiamato “Federation” e la descrizione del simbolo veniva data come base della fisica del motore a curvatura. Sovrapponendo le curve di efficienza energetica tra un motore tradizionale (a impulso) e quello a curvatura si otteneve proprio il simbolo del delta. La curva superiore rappresenta l’energia richiesta per continuare ad accellerare a una velocità prossima a quella della luce fino all’infinito: se si potesse in qualche modo superare la velocità della luce, si andrebbe poi a procedere a ritroso. LA curva più bassa rappresenta il trucco della velocità di curvatura.

a small curiosity…
Who knows which is the meaning of Star Trek Insigna? (of course in the mind of the authors)
We vaguely remember a Star Trek book named “Federation” and at the insigna was given a description based on the physics of the warp drive.
In that book, the insignia represents how warp drive sidesteps relativistic mass dilation. The top curve represents the energy required to continue accelerating at near-light speeds, which approaches infinity. IF you could somehow exceed the speed of light, that would then work backwards (higher energy would result in you moving slower. Time would also run in reverse.). The lower curve represents how warp drive cheats.

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