la (fanta) geografia di Plutone

E’ di qualche giorno fa la notizia che alcune zone mappate su Plutone da parte della sonda New Horizons avranno nomi ispirati alle nostre passioni fantastiche.

Pare proprio che gli ingegneri della Nasa siano come noi: dei ragazzini nell’animo, con il pallino del fantasy e della fantascienza (potrebbe essere altrimenti?). Li nominiamo SpaceJokers sul campo per la loro decisione!

Lo hanno dimostrato più volte… già quando New Horizons tornò alla vita: la sonda della Nasa in viaggio verso Plutone si era ridestata dalla sua lunga ibernazione, proprio in un momento in cui si stava avvicinando al pianeta nano. Per quel momento chiave della missione scientifica lo staff aveva scelto una canzone iconica dei viaggi stellari, “Where my heart will take me”, di Russel Watson, che è stata la sigla di Star Trek: Enterprise. e questo motivato dal fatto che New Horizons è in viaggio verso una nuova classe di pianeti che non abbiamo mai visto, in un luogo dove non siamo mai andati… Dove nessun uomo è mai giunto prima….

e infine ora lo dimostrano le carte morfologiche di Plutone e Caronte che l’équipe di New Horizons ha compilato dando alle piane, alle macchie e ai numerosi crateri nomi come Vader, Kirk e Ripley. Tratti insomma dai nostri film preferiti, capolavori della letteratura fantastica e sci-fi, che potrebbero così riuscire ad aggiudicarsi un posto nel cosmo che hanno raccontato.

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Se sul nono quasi pianeta (in quanto decalssato a pianeta nano) la regola di utilizzare appellativi mitologici ha limitato la scelta ad esempio a Cthulu, entità ideata dallo scrittore H. P. Lovecraft, o Balrog, creatura dell’universo immaginario di Tolkien, su Caronte le fantasie dei ricercatori si sono scatenate. Giusto per citarne alcuni, sul massiccio satellite naturale saranno presenti la macula Mordor, i crateri Spock, Kirk, Sulu, Ripley, Uhura, Vader, Leia Organa e tanti altri con i nomi di personaggi e luoghi tratti da Star Trek, Star Wars, Alien, Il Signore degli Anelli, Doctor Who e Firefly. Ma potete acnhe voi divertirvi a guardare le seguenti mappe per vedere se scoprite altre “trovate” fantascientifiche!

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1366069970883601809Sempre che le scelte del team della Nasa vengano approvate dall’International Astronomical Union (IAU), l’ufficio governativo con sede a Parigi che si occupa di assegnare i nomi agli oggetti celesti.

Noi SpaceJokers speriamo fiduciosi così chè Plutone si possa trasformare nella mecca degli appassionati di fantascienza.. o il nuovo Eldorado Sci-fi.

Plutone svelato.

Per quanto ci riguarda, questa è “l’immagine dell’anno 2016”.
Plutone in tutta la sua gloria:
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Credits: NASA/APL/SwRI

E pensare che tutto iniziò il 19 Gennaio 2006, con il lancio della sonda New Horizons.
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Image Credit: NASA/Ken Thornsley

Quì la sonda durante la sua costruzione:
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Che dire ? Lavoro ben fatto!

New Horizons alle porte di Plutone, il fascino dell’incontro ravvicinato.

Lontano e misterioso
Di Plutone sappiamo molto poco, e le informazioni principali le abbiamo dalle osservazioni condotte dai telescopi sul nostro pianeta o dal telescopio spaziale “Hubble”. La sua orbita è fortemente ellittica, a differenza di quella dei pianeti del Sistema Solare, e per completare un giro intorno al sole impiega quasi 248 anni. La sua distanza minima dalla nostra stella è pari a circa 30 volte la distanza che c’è la Terra e il Sole. Dalle osservazioni ottenute finora si stima che Plutone abbia un diametro di circa mille chilometri, circa il 70% di quello della Luna. Le immagini ad alta risoluzione del telescopio spaziale “Hubble” hanno mostrato alcuni particolari sulla superficie di Plutone, fra cui regioni più chiare che potrebbero essere completamente ghiacciate. A quella distanza infatti il Sole è solamente una stellina, e le temperature alla superficie si aggirano sui -230 °C. Le informazioni che possediamo sono di tipo generale, ma restano da capire ancora moltissimi aspetti del sistema di Plutone e delle sue cinque lune, Caronte, Nix, Hydra, Cerbero e Styx. Non è ad esempio chiaro come si sia formato questo pianeta nano, o come sia fatta la sua superficie o la sua atmosfera. Studiare oggetti così distanti dal Sole potrebbe inoltre aiutarci a capire meglio anche la formazione del nostro Sistema Solare. Dopo l’incontro con Plutone infatti, New Horizons si dirigerà verso altri corpi celesti simili, appartenenti alla cosiddetta Fascia di Kuiper.

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Immagine di Giove e dei suoi satelliti ripresa dalla New Horizons il 24 gennaio 2007, da una distanza di 57 millioni di chilometri (NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute)

Come un pianoforte
Per risolvere questi misteri è nata quindi la sonda New Horizons, lanciata il 19 gennaio 2006 dalla base di Cape Canaveral in Florida. Per dimensioni e forma, la sonda assomiglia a un pianoforte, a cui è collegata un’antenna da circa 2 metri di diametro per le comunicazioni a terra. Nel corso del suo lungo viaggio verso Plutone, New Horizons ha effettuato un incontro ravvicinato con l’asteroide 132524 APL nel giugno 2006 e con Giove nel settembre dello stesso anno. In particolare, l’incontro con Giove è servito alla sonda per avere una spinta in base all’effetto della “fionda gravitazionale”. Nella parte restante di viaggio, la sonda è stata mantenuta prevalentemente in ibernazione, e riattivata solo in alcuni brevi periodi. Il vero e proprio “risveglio” della New Horizons, in preparazione all’incontro con Plutone, è avvenuto lo scorso 6 dicembre. Da quel momento, gli strumenti sono stati man mano riattivati e la sonda ha iniziato a inviare nuovi dati e nuove immagini. Pochi giorni fa, gli scienziati della NASA hanno reso noto che ora la sonda può ottenere immagini con una risoluzione superiore a quanto sia mai stato possibile fare con il telescopio spaziale “Hubble”. Dalla sua distanza attuale di quasi 25 milioni di chilometri, la New Horizons può ora regalarci immagini mai ottenute prima di Plutone, fra cui uno spettacolare “ritratto di famiglia” di Plutone con le sue lune reso pubblico dalla NASA pochi giorni fa. Ora il team di New Horizons si prepara all’incontro con Plutone, e sul sito del Jet Propulsion Laboratory è possibile seguire in diretta la posizione della sonda, che si avvicina sempre più a questo lontanissimo corpo celeste. Per la prima volta nella storia, stiamo davvero arrivando alle porte di Plutone.

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