Navi Generazionali e Elite Dangerous

Parlare di navi generazionali è come narrare la storia degli avventurieri che per primi si lanciarono nel vuoto cosmico con vascelli di gran lunga più primitivi rispetto a quelli di cui godono i giocatori di Elite Dangerous nel 34° secolo.

Nella timeline di Elite Dangerous (che va da oggi all’anno in-game del 3303), i secoli tra 2200 e 2700 vengono considerati come il ‘periodo d’oro’ per l’esplorazione nonostante la tecnologia fosse primitiva per gli standard del 34° secolo, senza comunicazioni FTL (faster than light, ovvero più veloci della luce), senza iperspazio, con armi primitive e dure condizioni di vita.

un ipotetica Nave Generazionale per Elite Dangerous?!

Facciamo qui riferimento ad una componente importante per tutta la Fantascienza, da cui Elite ha preso spunto abilmente… le mitiche astronavi generazionali. Ma di cosa si tratta? Potremmo un po’ definirla come un’arca di Noè spaziale in grado di svolgere viaggi interstellari a velocità sub-luce e in grado di sostentare l’equipaggio e se stessa (ad esempio rimarrebbe il problema del propellente necessario..) per intere generazioni poiché questi viaggi potrebbero durare secoli.

Per assicurare la varietà genetica nel corso di un viaggio di diversi secoli (e quindi non avere decadimenti e anomalie genetiche) una nave generazionale dovrebbe ospitare almeno 500 individui (o una banca del seme). La nave dovrebbe inoltre disporre al proprio interno di una biosfera quasi completamente autosufficiente, in modo da produrre cibo, acqua ed un’atmosfera respirabile a sufficienza per tutti i suoi occupanti. Dovrebbe infine essere dotata di sistemi elettronici straordinariamente affidabili, in grado di resistere all’usura del tempo e di non danneggiarsi in maniera irreparabile nonostante l’uso continuo, oppure tali da essere riparabili anche con il semplice intervento degli abitanti della nave. (Si veda ad esempio dal recente film Passengers da noi recensito qui)

Nella Fantascienza è stato utilizzato come tema tipico quello dei discendenti dei primi occupanti di una simile nave che perdono la memoria storica della propria missione e ritengono che l’interno dell’astronave costituisca l’intero universo conosciuto e a tal riguardo consigliamo i romanzi del ciclo Universo (o “Orfani del cielo”) del 1941, capostipiti del genere. Poi va citata sicuramente la serie Rama (1973-1993) di Arthur C. Clarke (il mitico autore di 2001: Odissea nello spazio) dove appunto l’astronave Rama possiede un vero e proprio habitat con tanto di valli e mari interni sostenuti unicamente dalla forza centrifuga dovuta alla rotazione della sua enorme massa cilindrica…


Questo per quanto riguarda la Fantascienza scritta, ma gli esempi anche nella filmografia non mancano, anche nella nostra serie preferita, infatti, va ricordato un episodio della serie classica di Star Trek dal titolo “Ho toccato il cielo” oltre a due episodi della serie Star Trek: Voyager (“La malattia” e “La profezia”); e infine l’anime giapponese Last Exile.

Ma non solo Fantascienza: anche la NASA qualche anno fa dichiarò di essere intenzionata a studiare motori e navi in grado di svolgere viaggi interstellari di sola andata…Se ci pensiamo oggi, dalla scoperta recente di Trappist 1 (disponibile anche nella beta 2.3 di Elite Dangerous col nome Core Sys Sector XU-P A5-0), a “soli” 39 anni luce da noi, con il miglior motore per razzi spaziale disponibile (New Horizon che viaggia a 14,3Km/S), è stato calcolato ci vorrebbero 817 MILA anni per raggiungerlo (senza calcolare la decelerazione)… Insomma mi sembra ancora un po’ troppo presto per avventurarsi in questo progetto ma nel caso potrei farci un pensierino! 🙂

Ora che abbiamo capito cosa è una nave generazionale vorrei stravolgere un po’ il punto di vista e il sistema di riferimento a cui si è abituati: è interessante notare infatti che gli stessi pianeti popolati da esseri viventi potrebbero essere considerati una sorta di nave generazionale; questo concetto viene denominato come “Astronave Terra”.

Ma torniamo a Elite Dangerous, perché sarebbero così importanti queste navi?

Molte migliaia di navi generazionali avrebbero lasciato la Terra dalla fine del 21° secolo (la prima nel 2097), ma sembra che la preparazione al lancio nello spazio non fosse ben regolamentato. Molti non erano così preparati come avrebbero dovuto essere. In quei giorni la comunicazione più veloce della luce non esisteva e molti di quei potenziali coloni affrontavano da soli rischi terribili, viaggiando migliaia di anni luce nel vuoto, non diversamente da quanto accadeva alle carovane o alle navi che attraversavano continenti e mari nei secoli prima di loro. Le registrazioni indicavano che circa 70.000 di queste navi generazionali furono inviate nello spazio profondo.

Alcuni ebbero successo e fondarono nuovi mondi. Ma la maggior parte non lo furono altrettanto. Mentre alcuni riuscirono a tornare sulla Terra con i racconti delle loro avventure.

Molti quindi si sono persi nello spazio profondo, con la carcassa morta della loro nave che li trasporta su una traiettoria quasi infinita (nel vuoto ci si continua a muovere per inerzia una volta data una certa accelerazione) sempre più profondamente nello spazio. Altri sono riusciti a trovare una nuova Terra e sono sopravvissuti per molti decenni prima di essere sopraffatti da qualche disastro locale.

Alcuni potrebbero essere ancora vivi, ma limitati nelle comunicazioni, poiché la loro attrezzatura è divenuta obsoleta nel corso dei secoli. Diciamo che sono scomparsi senza lasciare traccia, ma è pur sempre possibile trovare qualche traccia di loro se sono ancora là fuori…

Alcuni sono nella loro 30a generazione. Si tratta di quelli che sono ancora sulla rotta programmata e viaggiano nel ‘normale’ spazio, a velocità relativistiche (più basse di quella della luce).

Comunemente questi viaggiatori sono noti come “The Missing” (i dispersi).

È interessante notare che, se si fanno quattro conti, scoprirete che a causa delle velocità relativistiche, il tempo a bordo delle navi generazionali sono in realtà compressi per gli occupanti. Un ulteriore risultato di osservazione di questa conclusione è che molte delle navi dovrebbero raggiungere le loro destinazioni proprio intorno all’anno 3300 se si assume che sono state puntate verso stelle a meno di 100 anni luce (ciò risulta plausibile per la tecnologia tra il 21° al 24° secolo). La distanza massima che potrebbero realisticamente viaggiare sarebbe intorno ai 1.000 anni luce (ma probabilmente molto meno); in questo modo le navi e la civiltà che ne è scaturita (sempre ce l’abbiano fatta) dovrebbero essere facilmente raggiungibili dagli esploratori attuali di Elite Dangerous.

Di più non si sa al momento, ma questo rimane uno dei misteri più intriganti in merito alla storia di Elite. Aspettiamo di saperne di più da qualche esploratore archeologo-spaziale! Nel frattempo se capite l’inglese vi consiglio questi due video ben fatti che descrivono la storia dei misteriosi “missing”!

Fly safe Commanders!